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Il Giubileo in Terra Santa
Nella Grotta dove Gesù nacque
Graziano Motta
Tutti gli sguardi volti su Betlemme, altro "polo" del Grande Giubileo, perché l'evento che esso celebra - la nascita di Gesù e con essa la Redenzione dell'umanità - avvenne proprio qui, duemila anni fa. Quindi una grande festa religiosa e civile, ricca di luci e di manifestazioni, che è stata particolarmente sentita dai cristiani locali e dai tanti pellegrini giunti da ogni dove: se erano poco meno di duemila coloro che nella chiesa francescana, adiacente alla Basilica della Natività, assistevano alla celebrazione della Messa della mezzanotte e alla proclamazione del Giubileo, superavano i cinquemila i partecipanti alla veglia al Campo dei Pastori, là dove gli Angeli proclamarono "Gloria a Dio e pace in terra agli uomini di buona volontà". Provenienti da ben 80 nazioni, avevano raccolo l'invito a trascorrervi la "Notte della pace" lanciato dall'associazione "Notre Dame" di Francia.
Riti liturgici speciali a Betlemme: intanto la proclamazione del Giubileo è avvenuta tra la Messa celebrata dal patriarca latino Michel Sabbah e la tradizionale processione alla Grotta, con Gesù Bambino fra le sue braccia. Il patriarca ha avuto sempre vicini gli arcivescovi e vescovi delle chiese cattoliche di Gerusalemme degli altri riti - il greco-melchita, il maronita, il siriano e l'armeno - perché da quattro anni insieme le loro comunità si sono preparate al Giubileo con un Sinodo che si concluderà in febbraio. Non c'è stata una Porta Santa da aprire, come a Roma, ma una porta simbolica da attraversare: collega l'esterno della chiesa, ove si era conclusa la celebrazione eucaristica, con la Basilica eretta sulla Grotta ove Gesù nacque; porta adornata di palme a significare l'eternità della salvezza. E durante la processione alla Grotta si è cantato il salmo 117 ("Celebrate il Signore perché è buono"), lo stesso che accompagnava nei primi secoli della Chiesa di Gerusalemme la processione che dal Campo dei Pastori raggiungeva l'Anastasi, ovvero la Basilica della Resurrezione; e lo stesso Salmo viene cantato ancor oggi in essa la domenica delle Palme: questo per significare il legame tra Natale e Pasqua ovvero che la Pasqua comincia a Betlemme e si conclude a Gerusalemme.
Ma un altro legame si è sentito a Betlemme, quello con Roma: grazie infatti a collegamenti TV via satellite, nella chiesa, nell'adiacente "St. Francis Millennium Hall" (ove avevano trovato posto altre migliaia di fedeli) e al Campo dei Pastori si è seguita in diretta la cerimonia di apertura del Giubileo protagonista il Papa.
La vigilia di Natale è stato inaugurato il Museo internazionale della Natività; realizzato da italiani con il patrocinio dell'UNESCO ma con il sostegno finanziario di enti pubblici e aziende private quasi tutte di Verona, riunisce ben 230 presepi provenienti da ogni parte del mondo. I più grandi sono stati costruiti sul posto da artisti venuti da varie regioni d'Italia, delle quali mostrano tipici paesi e paesaggi. Una visita decisamente da non perdere. L'altra attrattiva, ma si esaurirà fra un mese, è stato il Planetario di Zurigo, che ha portato di nuovo a Betlemme la famosa stella dei Re Magi: grazie a computer e attrezzature sofisticate, gli spettatori hanno visto il firmamento, le costellazioni e i corpi celesti di duemila anni fa, ma anche di questo fine secolo.
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