|
La questione del debito
Per celebrare il Giubileo liberare i poveri dal peso del debito Documento dellEpiscopato francese in vista del Giubileo a cura di Guido Bossa Nel dicembre del 1998, il Consiglio nazionale della solidarietà dei Vescovi francesi e la Commis-sione sociale della Conferenza episcopale hanno pubblicato un documento sulla questione del debito estero dei Paesi poveri, che accompagna il testo di una petizione rivolta ai responsabili dei Paesi creditori cui si chiede di cancellare di qui al 2000 lindebitamento e di porre essere misure adeguate per evitare che lescalation del debito si possa riprodurre. Il documento, Liberare i poveri dal peso del debito, viene pubblicato, insieme ad altri interessanti contributi sulla preparazione del Grande Giubileo in Francia, dal dossier Questions actuelles (Questio-ni dattualità) delle edizioni Bayard presse, che periodicamente offre il punto di vista della Chiesa sui temi sociali, economici familiari, culturali di maggiore interesse. Il dossier dedicato al Giubileo dellanno 2000, che pubblica tra laltro in traduzione integrale o in sintesi materiale di documentazione prodotto dallUfficio comunicazione e documentazione del Comi-tato Centrale del Grande Giubileo, è in buona parte dedicato alla dimensione sociale dellAnno Santo, e in questo quadro assume rilevanza la questione del debito, cui il Santo Padre ha dedicato particolare attenzione nella Tertio Millennio Adveniente e nella Bolla Incarnationis Mysterium. Il punto di partenza assunto dai Vescovi francesi è che il Giubileo deve servire a ristabilire la giustizia sociale e soprattutto i diritti dei più poveri. Ora, ciò che più pesa sui poveri è il debito, che opprime i loro Paesi e quindi rende impossibile ogni miglioramento delle loro condizioni di vita. Risolvere questo problema è una condizione indispensabile per iniziare il XXI secolo meglio di come il XX sta per finire. I Vescovi fanno qualche cifra esemplificativa. A livello mondiale, lammontare del debito oscilla fra i cento e i duecento miliardi di dollari, e a parere degli stessi organismi finanziari internazionali, per la gran parte non è rimborsabile, date le condizioni finanziarie dei debitori. Per i Paesi africani della fascia subsahariana, che sono i più colpiti, il debito estero supera di circa tre volte (esattamente del 270%) i ricavi delle esportazioni (venti anni fa lo sbilancio era del 90%), e cresce in maniera esponenziale. Si tratta di una situazione che il documento definisce intollerabile, perché il vincolo della restituzione del debito strangola le economie dei Paesi interessati e ne blocca lo sviluppo. Come ha detto il Cardinale Roger Etchegaray, presidente del Comitato Centrale del Grande Giubileo, è ormai tempo di ristabilire il diritto dei poveri e degli emarginati a godere dei frutti della terra, che sono un dono del Signore offerto a tutti ed a ciascuno dei suoi figli. Finora, rileva il documento, ogni rinvio o cancellazione di parte del debito accordati dal Fondo Monetario Internazionale o dalla Banca mondiale, sono stati accompagnati da condizioni-capestro sullinflazione, lausterità finanziaria, la riduzione della spesa sociale, che hanno comportato conseguenze sociali pesantissime su prezzi, occupazione, sanità. Occorre cambiare registro, per evitare che i Paesi debitori siano condannati ad un sottosviluppo senza via duscita. I Vescovi francesi indicano quattro obiettivi immediati: annullare entro il 2000 il debito che schiaccia i più poveri, il che è perfettamente possibile per la parte (100 miliardi di dollari) che tutti riconoscono come non rimborsabile. Si tratta infatti di una cifra non superiore a quella versata recentemente ad alcuni Paesi asiatici per evitare che la loro crisi finanziaria avesse ripercussioni sulle economie di tutto il mondo; negoziare nuove regole di finanziamento per le necessità dei Paesi poveri, per evitare che in futuro la spirale del sovraindebitamento si rimetta in moto; costituire presso le Nazioni Unite un Consiglio di mediazione quale sede di un tale negoziato; stimolare laiuto pubblico allo sviluppo per sostenere i consumi sociali, soprattutto nei settori educativo e sanitario. In conclusione, i Vescovi francesi ricordano che il Giubileo dellAnno 2000 offre unoccasione per realizzare concretamente la dimensione sociale della carità, dando prova di immaginazione e di iniziativa. Le proposte suggerite vanno dalla firma della petizione mondiale ed ecumenica Giubileo 2000 che sta raccogliendo sottoscrizioni da presentare alla riunione del G7 che si terrà nel giugno 1999 in Germania, a pressioni dellopinione pubblica sui diversi governi creditori, alla partecipazione alle iniziative delle varie Organizzazioni non governative, al finanziamento diretto tramite varie forme esistenti di risparmio solidale. Il documento si conclude con una riflessione sulla preghiera che Gesù stesso ci ha insegnato: Rimetti a noi i nostri debito come noi li rimettiamo ai nostri debitori. Lurgenza della carità per vivere il Giubileo
Chiunque voglia entrare nella logica del Giubileo dellAnno 2000 è chiamato a praticare la carità, e dunque a prestare attenzione alle vittime della cultura della morte che genera tante sofferenze del mondo, ma anche a sostenere i movimenti e le organizzazioni che operano perché la cultura della morte sia sostituita da una cultura della vita. Lo dicono i Vescovi francesi nel messaggio lurgenza della carità pubblicato al termine della propria assemblea nazionale del novembre 1998. Il documento sottolinea lo stretto legame che esiste fra la preparazione del grande Giubileo di fine millennio e lo sforzo che tutti devono compiere per vivere la carità in modo concreto nella vita quotidiana. Lesercizio della carità è sempre stato associato ai Giubilei, dicono i Vescovi, perché la carità manifesta al mondo lamore di Dio che è un dono al quale tutti sono invitati a partecipare. La carità, per la Chiesa, cammina insieme alla giustizia e si esprime nella solidarietà e nella fraternità. Per vivere la carità, i cristiani, per quanto coinvolti nelle strutture di peccato, sono chiamati a convertirsi incessantemente e ad impegnarsi concretamente nella lotta contro i drammi che pesano sui propri fratelli: disoccupazione, fame, esclusione e schiavitù in tutte le forme. Così operando, la Chiesa diventerà essa stessa luogo di verità e di libertà, di giustizia e di pace. La petizione Giubileo 2000
Pubblichiamo, in una nostra traduzione dal francese, il testo della petizione Giubileo 2000 raccomandata dai Vescovi francesi nel documento del Consiglio nazionale della solidarietà: Noi sottoscritti riteniamo che linizio del nuovo millennio debba essere un momento propizio per restituire speranza ai poveri del mondo. Per ripartire nel modo migliore, crediamo che sia giusto dimenticare gli errori commessi dai creditori e annullare i crediti inesigibili dei Paesi più poveri. Preghiamo pertanto i responsabili dei Paesi creditori di iscrivere questi debiti al conto profitti e perdite di qui allanno 2000. Chiediamo loro di adottare misure efficaci affinché lescalation del debito non si riproduca di nuovo. Tutti noi abbiamo bisogno di individuare un nuovo punto di partenza per celebrare il prossimo millennio. In Italia una grande colletta e acquisto di quote del debito
Liniziativa della Chiesa italiana per la riduzione del debito estero dei Paesi più poveri si sta indirizzando su due precisi obiettivi: da una parte raccogliere entro il 2001 una somma di cento miliardi di lire per finanziare progetti di aiuto ad alcuni Paesi africani; dallaltra acquistare dal governo italiano quote del debito contratto da due Paesi africani, ancora da identificare, con lobiettivo di cancellare completamente lindebitamento. La duplice iniziativa, che mira anche al coinvolgimento diretto del governo italiano e delle popolazioni interessate, è ormai a buon punto. Se ne è discusso alla riunione di gennaio del Consiglio permanente della Cei, e sono stati varati i due organismi che ne seguiranno lattuazione: un Comitato direttivo nominato dalla Presidenza e ampiamente rappresentativo, ed un più ampio Comitato ecclesiale che ha il compito di promuovere la sensibilizzazione della più vasta opinione pubblica attorno ad un gesto che avrà un rilevante valore, non solo simbolico. Lintergruppo parlamentare Jubilaeum A.D. 2000, costituitosi allinterno del parlamento italiano si è impegnato a presentare le opportune proposte legislative per ottenere dal governo di Roma la cancellazione del debito estero dei Paesi chiaramente insolventi, e a promuovere iniziative consimili anche in altri parlamenti.
Le iniziative in corso sono state illustrare da Mons. Ennio Antonelli, Segretario generale della Conferenza episcopale italiana, che ha parlato di un grande gesto collettivo di solidarietà che comprende tre momenti: raccolta delle offerte fino al 2001, acquisto presso il governo italiano di quote del debito contratto da due Paesi poveri dellAfrica con lItalia, simultaneo finanziamento per una somma equivalente in valuta locale da parte dei due Paesi beneficiari di alcuni progetti di sviluppo sul loro territorio, gestiti da un comitato di contropartita. Così, ha spiegato mons. Antonelli, la somma di denaro raccolta acquista valore doppio: da una parte riscatta il debito estero dei Paesi poveri liberandoli dagli onerosi interessi da pagare: dallaltra propizia il finanziamento di equivalenti progetti di sviluppo. Anzi, si spera che il nostro governo non solo possa vendere al Comitato ecclesiale italiano le quote del debito per un valore notevolmente inferiore a quello nominale, ma possa anche cancellare di sua iniziativa una quota ulteriore di debito assai rilevante. In tal caso, il risultato della somma raccolta risulterebbe ulteriormente moltiplicato. Iniziative come quelle in corso, ha ricordato ancora mons. Antonelli, contribuiscono a edificare la Chiesa come comunità viva, unita e variamente articolata, attenta al proprio territorio e al mondo intero, presente nella storia come segno dellamore di Dio. La grande colletta e le altre iniziative ad essa collegare verranno rilanciate nel corso della prossima assemblea dellEpiscopato che si terrà nel mese di 894893maggio e avrà fra i temi allordine del giorno: La celebrazione del Giubileo nelle Chiese locali. Riferendosi anche allimpegno della Chiesa italiana, ma più in generale a proposito della richiesta più volte formulata dal Santo Padre in merito alla cancellazione del debito, il Segretario generale del Grande Giubileo Mons. Crescenzio Sepe, ha parlato di una urgenza di riconciliazione tra il mondo dei ricchi e il mondo dei poveri, che deve manifestarsi in atteggiamenti concreti e in una ricerca efficace per superare e rimuovere meccanismi e strutture di ingiustizia e disuguaglianza. Ciò implica una globalizzazione della solidarietà aperta, che non escluda nessuno, e tanto meno i bisognosi e i deboli.
La scheda La geografia del debito
La tabella che pubblichiamo, ricavata da recenti dati della Banca Mondiale, mostra meglio di ogni ragionamento economico, quanto il peso del debito schiacci leconomia dei Paesi più poveri del mondo, rendendo praticamente vano ogni sforzo di sviluppo. Per ognuno dei Paesi interessati, forniamo la percentuale del debito estero rispetto al Prodotto interno lordo (Pil); tale percentuale, in molti casi ben superiore alla ricchezza prodotta in un anno, non solo rende praticamente insolvibile il Paese considerato, ma di fatto ne blocca lo sviluppo, poiché tutte le risorse devono essere destinate al pozzo senza fondo del debito internazionale. AFRICA Angola 307,2% Benin 73,6% Burkina Faso 51,2%
Burundi 112,8%
Ciad 88,0%
Congo (Zaire) 212,0%
Costa DAvorio 201,3%
Etiopia 169,4%
Gana 100,0% Guinea 85,6% Guinea Bissau 351,8% Guinea Equatoriale 116,5% Kenia 76,9% Madagascar 104,7% Mali 116,3% Mauritania 227,7% Mozambico 378,6% Niger 79,5% Repubblica centroafricana 89,4% Repubblica del Congo 279,1% Ruanda 78,5%
Sao Tomé e Principe 637,8%
Senegal 72,9% Sierra Leone 126,6% Tanzania 129,7% Togo 105,4% Uganda 60,5% Zambia 215,9% AMERICA LATINA Bolivia 80,9% Guyana 245,9% Honduras 111,1% Nicaragua 354,6% SUD EST ASIATICO Laos 121,9% Vietnam 114,7%
|