L'approfondimento
Un dramma di fine millennio: la "Via Crucis" dei profughi e dei rifugiati Guido Bossa
Nelle prossime celebrazioni giubilari, la giornata che il 2 giugno del 2000 sarà dedicata ai migranti e agli itineranti assume un duplice particolare significato, sia perché quello del ritorno alla propria terra era un elemento costitutivo del Giubileo ebraico, richiamato dal Santo Padre nella Tertio Millennio Adveniente (n.12), sia perché la vera e propria catastrofe umanitaria verificatasi in queste settimane con l'emergenza profughi dal Kosovo ripropone con la drammatica testimonianza delle immagini un tema - quello dei profughi e dei deportati - che è diventato dolente caratteristica e conseguenza dei conflitti locali verificatisi in tutto il mondo dopo la conclusione della seconda Guerra Mondiale.
I profughi del Kosovo sono oltre cinquecentomila nell'ultimo anno e da 750 mila (fonte Onu) a 900 mila (fonte Nato) da quando si sono ritirati dalla regione gli osservatori dell'Osce e sono iniziati i bombardamenti alleati sulla Serbia. Una lunga catena umana di sofferenze e di dolore che si aggiunge al vero e proprio fiume di profughi, di rifugiati e di sfollati che in qualche caso da decenni reclamano, inascoltati, il ritorno in patria.
Proprio in riferimento al più recente dramma del Kosovo Giovanni Paolo II ha avuto parole di grande commozione e di invito all'azione più sollecita e lungimirante. Fin dall'inizio ha parlato di una vera e propria "via crucis" lungo le strade dei Balcani ed ha invocato "iniziative ispirate al vero bene comune" (Angelus del 21 marzo 1999); successivamente, ha colto l'occasione del messaggio "Urbi et Orbi" del giorno di Pasqua per esclamare: "Come parlare di pace, quando si costringono popolazioni a fuggire, si dà la cacci agli uomini e se ne incendiano le popolazioni?".
L'invito pressante del Papa è a non rimanere insensibili di fronte "alla fiumana dolente di uomini e donne del Kosovo che bussano alle nostre porte implorando aiuto"; e la vigilia del Giubileo, con i suoi richiami biblici e l'invito ad una carità operosa, è l'occasione migliore per non lasciar cadere questa esortazione.
Il tema della Giornata giubilare per i migranti e gli itineranti, che si celebrerà il 2 giugno del 2000 ed è organizzata dal Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti e Itineranti in collaborazione con la "Migrantes", sarà "Il popolo di Dio in cammino". Il programma, già formulato nelle sue linee essenziali prevede alla vigilia una catechesi sulla riconciliazione in sedi separate per i singoli settori di apostolato (migranti, rifugiati, nomadi, circensi, apostolato del mare, aviazione civile, turismo, Santuari e pellegrinaggi, studenti esteri); il 2 giugno la Messa giubilare in piazza San Pietro preceduta da un momento di festa; il 3 giugno attività programmate dai singoli gruppi.
Per dare un'idea dell'entità del fenomeno dei rifugiati (oltre tredici milioni e mezzo di persone nel mondo), pubblichiamo di seguito alcuni dati, forniti dal Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti e degli Itineranti, sui rifugiati e sui "profughi interni" (questi ultimi sono più di 17 milioni) aggiornati al dicembre del 1997.
I rifugiati nel mondo
In questa prima tabella indichiamo i Paesi che hanno prodotto il maggior numero di rifugiati nel corso degli anni. Le cifre non comprendono i richiedenti asilo politico, dei quali i paesi che concedono l'asilo non forniscono la nazionalità di origine.
Palestinesi...... 3.743.000
Afghanistan 2.622.000
Bosnia Herz. 557.000
Iraq................ 526.000
Somalia.......... 486.000
Líberia........... 475.000
Sudan............. 353.000
Croazia.......... 335.000
Eritrea............ 323.000
Sierra Leone.. 297.000
Vietnam.......... 281.000
Burundi.......... 248.000
Angola........... 223.000
Azerbaigian.... 218.000
Burma............ 215.000
Armenia.,....... 188.000
Congo/Zaire... 132.000
Cina (Tibet)... 128.000
Bhutan............ 113.000
Sri Lanka ....... 100.000
Sahara Occidentale 86.000
Cambogia....... 77.000
Mauritania...... 55.000
Etiopia........... 48.000
Uzbekistan...... 46.000
Rwanda ......... 43.000
Bangladesh..... 40.000
Congo-Brazzaville 40.000
Iran................. 35.000
Tagikistan...... 32.000
Guatemala...... 30.000
Nicaragua....... 19.000
Mali............... 16.000
Laos............... 14.000
India............... 13.000
Ciad............... 12.000
Ghana............. 12.000
Georgia.......... 11.000
Turchia........... 11.000
Niger.............. 10.000
Uganda........... 10.000
I "profughi interni"
In questa tabella indichiamo i numeri, in qualche caso da un minimo a un
massimo, dei "profughi interni", cioè di quelle persone che, in seguito a persecuzioni o a conflitti armati, sono state costrette a trasferirsi in regioni diverse da quelle di origine, all'interno del proprio Paese.
Sudan............. 4.000.000
Angola........... 1.200.000
Afghanistan.............1.000.000-1.500.000
Colombia....... 1.000.000
Iraq................ 900.000
Bosnia Herzegovina 800.000
Sri Lanka 800.000
Azerbaigian 550.000
Turchia 500.000 - 2.000.000
Burma.. 500.000 - 1.000.000
Burundi 500.000
Liberia .. 500.000
Sierra Leone.. 500.000
Libano 450.000
Federazione russa.. 375.000
PerùÂ
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..360.000
Uganda 300.000
Georgia 275.000
Cipro.... 265.000
Congo-Brazzaville.... 250.000
Guatemala 250.000
India.. 200.000
Somalia 200.000
Kenya 150.000
Siria.. 125.000
Croazia 110.000
Congo/Zaire.. 100.000
Armenia 70.000
Nigeria 50.000
Rwanda 50.000
Cambogia........... 30.000
Ghana.. 20.000
Papua Nuova Guinea. 20.000
Messico............ 14.000
Senegal 10.000
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