Editoriale
L'accoglienza ai poveri: strada maestra verso la Porta Santa del Duemila
+ Crescenzio Sepe
Lungo il pellegrinaggio verso la Porta Santa sempre più vicina - ai cristiani è dato di volgere lo sguardo alle ultime file, alle schiere di coloro che hanno il passo non allaltezza del cuore: ai poveri, agli indifesi, ai meno garantiti. Un segno della misericordia di Dio, oggi particolarmente necessario, è quello della carità che apre i nostri occhi ai bisogni di quanti vivono nella povertà e nellemarginazione
Non deve essere ulteriormente dilazionato il tempo in cui anche il povero Lazzaro potrà sedersi accanto al ricco per condividerne lo stesso banchetto e non essere più costretto a nutrirsi con quanto cade dalla nostra mensa (cfr Lc 16, 19-31). Lestrema povertà è sorgente di violenze, di rancori e di scandali. Portare rimedio ad essa è fare opera di giustizia e pertanto di pace. Di fronte a queste parole della Bolla Incarnationis Mysterium non si può che concludere che senza la carità il Giubileo non è più Giubileo. Direi di più: senza la carità il Giubileo è morto.
La carità deve essere il vero stemma, il vero segno distintivo della grande lode al mistero dellIncarnazione che lumanità si appresta a rendere al suo Salvatore. Il Giubileo è evento di carità perché segna in maniera forte e inequivocabile loggi della Chiesa, il qui ed ora, che chiama allimpegno esigente lintera comunità di credenti. A sua volta, la carità ha bisogno essa stessa di un evento così straordinario per inserirsi ancora più stabilmente nella vita ordinaria, per diventare prassi e trovare dal versante dellattualità le strade di una necessaria concretezza.
Così il Giubileo non può che aprire il cuore e allargare le braccia soprattutto in direzione dei più poveri. Nostra cura è rendere concreto e attuabile un tale atteggiamento, anche di fronte al loro diritto di vivere pienamente il Giubileo e di venire a Roma, pellegrini tra i pellegrini. Alcune indicazioni sono già pronte e costituiscono i punti-fermi sui quali sviluppare ogni altra iniziativa verso i meno garantiti. I pellegrini poveri provenienti dallestero faranno parte del gruppo nazionale e lassistenza verrà assicurata in ogni aspetto nellambito dello stesso gruppo. Allinterno dei vari pellegrinaggi, essi saranno considerati e trattati come gli avamposti, le prime linee di una carità chiamata ad esercitarsi ad ampio raggio e in ogni momento. Stesso discorso, ovviamente, anche per gli italiani, che saranno inseriti nel proprio gruppo. Ma i poveri hanno diritto alla nostra accoglienza anche uno per uno. E per chi è già a Roma, o verrà singolarmente per vivere il Giubileo, la rete di solidarietà ordinaria è già allertata per un supplemento di accoglienza. Le tante dimore già esistenti sul territorio si apprestano ad ampliare i loro spazi di carità per far posto ai fratelli del Giubileo. Ma tutta la Chiesa italiana è già in stato di mobilitazione. Tramite la Conferenza Episcopale Italiana sono pervenute significative adesioni. Sono già 374 le case di accoglienza messe a disposizione e 41 quelle che offriranno ospitalità gratuita, per un totale di oltre 26 mila posti- letto.
Alcune cifre importanti riguardano in maniera diretta anche Roma, dove si sta progettando di aumentare i posti di vitto e alloggio presso le 4 Basiliche patriarcali. Lobiettivo è quello di poter offrire circa 500 pasti in più al giorno, rispetto allaffluenza ordinaria. Analogo discorso per i posti-letto: sono già numerosi gli istituti religiosi che hanno manifestato la volontà di mettere a disposizione posti gratuiti per lintera durata dellAnno Santo.
Questo vasto impegno a favore dei pellegrini poveri interesserà per molti aspetti anche gli organismi e le autorità civili. Non si tratta semplicemente di stipulare accordi, ma di fare in modo che Roma diventi sempre più, in ogni suo angolo, una città a misura di carità.
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