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«Piazza San Pietro, Santuario di Cascia»
Laura Galimberti
Sono passati 100 anni esatti dalla canonizzazione di S. Rita, ma ancora oggi questa esile donna, con una incredibile attualità, continua ad indicare il cammino a migliaia di devoti. Così la lunga processione che si è snodata nella mattina di sabato 20 maggio lungo Via della Conciliazione, aperta dai gonfaloni di tutti i comuni umbri, punteggiata da rose rosse e diretta in piazza San Pietro è divenuta concretamente preghiera. Tra i devoti anche le spoglie della Santa degli Impossibili, portate a spalla nella fragile bara di cristallo, tra la commozione autentica e sentita dei pellegrini presenti. ÂLÂintero Santuario di Cascia si è come trasferito in Piazza San Pietro ha sottolineato il Papa, accogliendo i fedeli dopo la Messa officiata dal Card. Angelo Sodano. Le spoglie mortali di un esile donna divengono così testimonianza significativa dellÂopera del Signore che si manifesta quando Âtrova cuori umili e disponibili al suo amoreÂ. Il suo abbandono a Dio, la sua trasparente semplicità e granitica adesione al Vangelo sono incoraggiamento e testimonianza, per discernere la strada ed essere cristiani autentici in questÂalba del terzo millennio. ÂRita, una donna piccola di statura ma grande nella santità, che visse nellÂumiltà ed ora è nota al mondo intero per la sua eroica esistenza cristiana di sposa, madre, vedova e monacaÂ: donna della sofferenza, del perdono, della giustizia e della pace, indicata come modello per le famiglie, perché sappiano trovare ÂnellÂadesione a Cristo la forza per portare a compimento la missione al servizio della civiltà dellÂamore!Â. E di famiglie ce ne erano tante sabato sul sagrato e sulla piazza ÂSiamo partiti da Caltanissetta e abbiamo viaggiato per 14 ore confessa il Sig. Indorato Âavevamo fatto una promessa alla Santa, di essere qui con tutta la nostra famiglia, io, mia moglie e i miei due figli, per renderle grazieÂ. ÂAmo questa Santa aggiunge Rossella, 52 anni. ÂCÂè qualche cosa in Lei che mi colpisce e non riesco a spiegare. Ho già partecipato al Giubileo ed oggi sono qui per pregare per i defunti ed estendere loro le grazie dellÂAnno Santo. In questo momento con Rita sono presenti tutte le mamme, le famiglie, le vedove, che in lei trovano un esempio, un modello, un aiutoÂ. ÂUna donna autentica, in lei riconosciamo tutti gli stadi della nostra vita confessa Suor Angela, agostiniana, proveniente da Sorrento. E un messaggio, quello di Rita, che emerge chiaramente dalla sua vita: un messaggio dÂamore espresso in modo eroico tra le mura di casa, nella partecipazione alle vicende della sua città, sigillato da quella stigmata che brillava sulla sua fronte, Âautenticazione della sua maturità cristianaÂ. La santità viene decretata da Papa Leone XIII nel 1900; così allÂinizio del secolo è una donna, interprete del genio femminile che è elevata agli onori degli altari, per lÂinteriore distacco dalla brame terrene e per lÂammirabile spirito penitenziale che accompagnarono ogni momento della sua vita. Migliaia le rose rosse che impreziosivano sabato la piazza, simbolo in tutto il mondo della devozione alla Santa. ÂChe la vita di tutti i suoi devoti sia come la rosa raccolta nel giardino di Roccaporena nellÂinverno che precedette la sua morte  ha detto il Pontefice ai pellegrini presenti, Âuna vita sostenuta dallÂamore appassionato per il Signore Gesù; unÂesistenza capace di rispondere alla sofferenza e alle spine con il perdono e il dono totale di sé, per diffondere ovunque il buon profumo di Cristo, mediante lÂannuncio coerente e vissuto del Vangelo. A ciascuno di voi, cari devoti e pellegrini, Rita riconsegna la sua rosa: ricevendola spiritualmente, impegnatevi a vivere come testimoni di una speranza che non delude Â.
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