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Giubileo nelle carceri
La liberazione interiore primo passo per la reintegrazione nella società
Dario Busolini
Dalle cattedrali cittadine alle cappelle degli istituti di pena. Domenica 9 luglio i vescovi delle Chiese locali italiane hanno celebrato quasi ovunque il Giubileo nelle carceri, con messe cui hanno preso parte detenuti e personale di sorveglianza. Per i reclusi a Rebibbia, la seconda prigione di Roma, le messe sono state addirittura due: prima quella del Papa da Regina Coeli, che hanno seguito in diretta televisiva, e poi la celebrazione presieduta nella chiesa del loro istituto dal Vicegerente della Diocesi, Mons. Cesare Nosiglia. Cristo è ora in mezzo a voi per dirvi che il Dio con noi non ci abbandona mai ha detto Mons. Nosiglia. Non disperate mai, anche quando lo scoraggiamento penetra nei vostri cuori; tutto può ricominciare, con la fede nel Signore tutto è possibile. Nelle situazioni più gravi Dio non condanna: ci prende così come siamo. Nel corso della messa i fedeli hanno pregato anche per quanti non potevano assistere al rito perché detenuti nelle sezioni speciali e di massima sicurezza. Mentre alloffertorio è stata portata allaltare una scultura di un detenuto del Perù raffigurante due persone unite in un abbraccio che attraversa un muro fatto di tanti piccoli mattoni. Opera poi donata a Giovanni Paolo II dai cappellani di Rebibbia. La Diocesi di Milano conta ben cinque prigioni tra i suoi confini. Il Cardinale Arcivescovo Carlo Maria Martini si è recato nel carcere di San Vittore dove ha detto ai detenuti: ho limpressione che tra tutti i Giubilei di questanno, questo forse è il più commovente, il più partecipato. È un messaggio di liberazione del cuore dal male, da ogni odio, una riconciliazione e poi un cammino di dignità delle persone per il recupero dei detenuti e per un ripensamento di tutto il sistema penale. Durante la Messa, il Cardinale Martini ha simbolicamente liberato tre colombe, che hanno preso il volo tra le grida di libertà, libertà dei prigionieri. Contemporaneamente, i vescovi ausiliari e i vicari episcopali hanno celebrato il Giubileo negli altri istituti di pena della Diocesi. A Torino lArcivescovo Mons. Severino Poletto ha donato ai reclusi delle Vallette mille copie del Vangelo. Invece, i detenuti di Mantova hanno offerto al vescovo Mons. Egidio Caporello una ceramica ed una somma di denaro, frutto di una colletta, da destinare al Terzo mondo. LArcivescovo di Firenze Cardinale Silvano Piovanelli ha celebrato la messa nel penitenziario di Sollicciano, affermando che il tempo del carcere può essere tempo di fede: tutti siamo peccatori, fuori e dentro la prigione, ma non cè lontananza dalla quale non si possa tornare allabbraccio paterno di Dio. Nel sovraffollato carcere napoletano di Poggioreale lArcivescovo Cardinale Michele Giordano ha aperto una simbolica porta santa nella cappella della prigione, invocando per tutti un atto di clemenza, quale che sia. Il Cardinale Arcivescovo di Palermo Salvatore De Giorgi ha visitato tutte e tre le prigioni del capoluogo siciliano, assicurando lattenzione della Chiesa ad agenti e detenuti, indistintamente figli di Dio e perciò fratelli, mai nemici o avversari, anche se diversa è la collocazione nella stessa prigione. La Chiesa palermitana si sta attrezzando per offrire ai detenuti occasioni di lavoro agricolo e ospitalità ai parenti che vengono a visitarli da lontano. Commoventi cerimonie giubilari si sono tenute anche nelle diocesi di Brescia, Parma, Perugia-Città della Pieve, Viterbo, Pozzuoli, Rossano Calabro, Oppido-Palmi, Foggia-Bovino, Taranto, Trani-Barletta-Bisaceglie e Catania. Nel piccolo carcere di Cassino ha celebrato la messa giubilare il cappellano. Subito dopo una delegazione dei reclusi ha avuto il permesso di recarsi allinterno della storica Abbazia di Montecassino e trattenersi per tutta la giornata con lAbate Dom Berardo dOnorio.
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