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Appunti di viaggio Vittorio Citterich
Primo Maggio
Il pellegrinaggio del Duemila incontra, il primo maggio, il Giubileo dei lavoratori. E la tradizionale data della Âfesta dei lavoratori festeggia anche un rinnovato dialogo con il Papa che, indicando le sfide e gli impegni del Âterzo millennioÂ, è partito dalle esperienze personali che ha compiuto, in Polonia, nelle cave di pietra di Zakrowek, nelle caldaie di Solvay e poi a Nova Huta. In queste esperienze  ha confidato Giovanni Paolo II  oso dire che ho imparato nuovamente il Vangelo.
Dittatura del proletariato
La festa dei lavoratori del primo maggio ha avuto, nel Novecento, numerose modifiche, in diverse parti del mondo, soprattutto dopo la trasformazione dellÂimpero russo in impero sovietico, a seguito della rivoluzione leninista del 1917. Da festa spontanea del riscatto degli sfruttati si è trasformata in festa imposta da un nuovo potere la Âdittatura del proletariatoÂ. Invero è stata una dittatura di pochi contro molti, a cominciare dai proletari nel cui nome veniva ferocemente esercitata.
Dai trattori ai missili
Il simbolo di questa trasformazione erano le parate del primo maggio sulla Piazza Rossa di Mosca, il centro dellÂimpero. Man mano che gli anni passavano, sulla Piazza Rossa, sfilavano sempre meno trattori agricoli e sempre più missili e carri armati. Esibizione di un potere forte che, dopo la seconda guerra mondiale , si era espanso con la forza in mezza Europa imponendo il suo sistema totalitario e lÂateismo di Stato che ne era il fondamento.
Nova Huta
Nella Polonia, considerata dai potenti di Mosca una periferia dellÂimpero sovietico, Nova Huta era la nuova città dei lavoratori da costruire a fianco di Cracovia, la città costruita nei secoli della grande tradizione cristiana che ha lasciato segni di incancellabile bellezza. In nome dellÂateismo dominante, nel piano regolatore di Nova Huta non era prevista la chiesa. Ma gli operai, ogni notte, cominciavano a costruire la chiesa di cui sentivano il bisogno. I poliziotti, lÂindomani, cominciavano a demolire. Il braccio di ferro andò per le lunghe. Sino a che intervenne, con forza disarmata, per congiungere il diritto al lavoro con il diritto alla preghiera il giovane ed energico arcivescovo di Cracovia Karol Wojtyla. Come una premonizione.
Lavoro e preghiera
Quando, nel giugno del 1979, Karol Wojtyla tornò in Polonia, da Papa, naturalmente andò a dir Messa anche nella nuova chiesa di Nova Huta, per affermare ancora una volta la congiunzione fra lavoro e preghiera cristiana. Adesso che le mura di ateismo sono cadute, invita a vegliare perché nuove mura non si elevino attraverso altre e persino più insidiose forme di ateismo. Giovanni Paolo II avverte: ÂNon si può moralmente accettare, né ci si deve passivamente rassegnare a una crescente disoccupazione come effetto inevitabile dellÂapplicazione delle tecnologie avanzate Mi sembra che siano particolarmente avvertiti gli apologeti della Ânew economyÂ. Primo maggio, giubileo cristiano dei lavoratori. |