I passi avanti dellÂecumenismo
Eleuterio F. Fortino
Nel Convegno internazionale sullÂattuazione del Concilio Vaticano II, è stato esaminato anche lÂaspetto ecumenico. ÂIl ristabilimento dellÂunità è uno dei principali intenti del Concilio Ecumenico Vaticano IIÂ, affermava il proemio del decreto conciliare sullÂecumenismo. A 30 anni da quellÂevento , lÂenciclica di Giovanni Paolo II ÂUt Unum Sint costata: ÂFrutto prezioso delle relazioni tra i cristiani e del dialogo teologico che essi intrattengono è la crescita della comunioneÂ. Tra queste due affermazioni si situa lÂintero processo di ricezione dellÂinsegnamento conciliare e lÂattuazione del suo appello per la ricerca della Âpiena unità tra i cristiani. Si può affermare con verità che gli orientamenti del Concilio in campo ecumenico hanno avuto già una sostanziale ricezione.
- Sia allÂinterno della Chiesa Cattolica
- Sia nei rapporti con le altre Chiese e comunità ecclesiali
Ma questo processo, ovviamente, è ancora in corso.
1. La promozione di un movimento complesso e delicato come è quello ecumenico - inoltre abbastanza nuovo nella Chiesa cattolica in cui si operava il passaggio da una iniziativa di pionieri o di pochi teologi a quella di azione teologico - pastorale che coinvolgeva lÂintera Chiesa cattolica - esigeva adeguate norme di comportamento. Si poneva come esigenza prioritaria lÂassimilazione e la divulgazione dei principi cattolici dellÂecumenismo e la creazione di adeguate strutture di promozione ecumenica, a livello generale e locale.
- A livello generale della Chiesa cattolica, al termine del Concilio, mentre le altre commissioni conciliari venivano sciolte, il Segretariato per lÂunione dei Cristiani veniva confermato in organismo permanente della Curia romana; attualmente ha il nome di Pontificio Consiglio per la promozione dellÂUnione dei Cristiani.
- A livello diocesano e nazionale sono state progressivamente create le commissioni ecumeniche. Secondo lÂEnciclica ÂUt Unum Sint ÂTali iniziative attestano il coinvolgimento concreto e generale della Chiesa cattolica nellÂapplicare gli ordinamenti conciliari sullÂecumenismoÂ.
Il Direttorio Ecumenico nelle sue varie edizioni (1967, 1970, 1993) ha orientato queste realizzazioni. Il processo di ricezione del Concilio Vaticano II ha avuto due strumenti straordinari che tengono presenti ed operanti lÂorientamento ecumenico: I due codici di diritto canonico, quello per la Chiesa latina (CJC) e quello per le Chiese orientali cattoliche (CCEO); e il Catechismo della Chiesa Cattolica. Essi introducono nei diversi capitoli aspetti ecumenici relativi alle singole materie costituendo così un punto nodale per la formazione e la prassi ecumenica nella vita concreta della Chiesa cattolica.
2. Sulle precise indicazioni del Concilio la Chiesa cattolica ha aperto un fecondo dialogo con le Chiese e Comunità ecclesiali.
La prima è stata presa già nel 1965 con la creazione del Gruppo Misto di Lavoro fra la Chiesa cattolica ed il Consiglio Mondiale delle Chiese. Progressivamente sono strati aperti dialoghi bilaterali nel seguente ordine di tempo con:
La Comunione Anglicana (1966)
La Federazione Luterana Mondiale (1967)
Il Consiglio Metodista Mondiale (1967)
LÂAlleanza Riformata Mondiale (1970)
Movimenti Pentecostali (1972)
La chiesa copta ortodossa (1973)
I Discepoli di Cristo (1977)
Comunione Evangelica Mondiale (1977)
La Chiesa ortodossa nel suo insieme (1980)
Chiesa sira dellÂIndia (1989)
La Conferenza Mondiale Mennonita (1998)
Il vero problema ecumenico è proprio il rapporto diretto con gli altri cristiani per discutere insieme le divergenze e promuovere la crescita verso la piena comunione. LÂEnciclica ÂUt Unum Sint afferma esplicitamente: ÂGli auspici e lÂinvito del Concilio Vaticano II sono stati attuati e si è progressivamente avviato il dialogo teologico bilaterale con le varie Chiese (dÂoriente) e Comunità cristiane mondiali dÂoccidenteÂ. E aggiunge che il Signore ha concesso ai cristiani del nostro tempo Âdi poter ridurre il contenzioso tradizionaleÂ.
3. A trentÂanni dal Concilio è intervenuto un nuovo elemento di attuazione. LÂEnciclica sullÂimpegno ecumenico Ut Unum Sint (1995) ha fatto, da una parte, una valutazione positiva di quanto era stato realizzato e, dallÂaltra, una attualizzazione significativa dellÂimpegno ecumenico, valorizzando i frutti del dialogo e indicando, in continuità con gli orientamenti conciliari, ulteriori tappe. LÂenciclica, indica nuove tematiche da affrontare nel dialogo e nello stesso tempo segnala lÂesigenza di dare inizio al processo critico della ricezione dei frutti del dialogo ecumenico. Il cammino Âverso lÂunità visibile necessaria e sufficiente - afferma lÂenciclica - esige ancora un lavoro paziente e coraggioso. Questo processo rimane aperto alla grazia di Dio. |