|
Gratitudine e perdono alla fine del millennio
Una profonda riflessione sulle contradditorie vicende del secolo nel Te Deum di fine anno di Giovanni Paolo II
Guido Bossa
Luci ed ombre, speranze e sconfitte, conquiste esaltanti ma anche drammatiche catastrofi, nel bilancio del secolo che Giovanni Paolo II ha tracciato nellÂomelia pronunciata durante la celebrazione dei Vespri e il solenne Te Deum di ringraziamento per la fine dellÂanno, il 31 dicembre nella Basilica di San Pietro. Un secolo contraddittorio, che però, attraverso la Porta Santa del Grande Giubileo, offre allÂumanità la prospettiva della salvezza e dellÂadozione divina, ottenuta, come ha ricordato il Papa, Âquando venne la pienezza del tempo! La riflessione sul secolo e sul millennio appena trascorsi è presente fin dallÂinizio nel magistero di Giovanni Paolo II, e si è fatta più intensa dal momento dellÂannuncio del Grande Giubileo. NellÂomelia del 31 dicembre, il Papa lÂha riproposta accompagnandola con accenti di profetico ottimismo, visto che, ha detto, ÂallÂuomo è offerta una prospettiva impensabile: egli può aspirare ad essere figlio nel Figlio, erede con Lui dello stesso destino di gloria. Il pellegrinaggio della vita terrena è pertanto un cammino che avviene nel tempo di Dio. La meta è Dio stesso, pienezza del tempo nellÂeternitàÂ. Il dono della redenzione e dellÂadozione a figli, tuttavia, non esime lÂumanità contemporanea dallÂobbligo di interrogarsi sul senso del proprio passato e di quanto lÂha contraddistinto. ÂAnche questÂultimo secolo, ha ricordato in proposito il Papa, è stato caratterizzato da profondi e talora rapidi sconvolgimenti, che hanno inciso nella cultura e nelle relazioni fra i popoli. Basti pensare alle due opprimenti ideologie, responsabili di innumerevoli vittime, che in esso si sono consumate. Quali sofferenze, quali drammi! Ma anche quali esaltanti conquiste! Questi anni, affidati dal Creatore allÂumanità, recano i segni degli sforzi dellÂuomo, delle sue sconfitte e delle sue vittorie (cfr; Gaudium et spes, 2).Â
AllÂumanità che si appresta al passaggio del millennio, il Papa indica il rischio di perdere di vista i Âvalori perenniÂ, che devono essere armonizzati Âcon le scoperte recentiÂ. Nei confronti della storia dellÂumanità, delle sue conquiste, dei traguardi raggiunti, lÂatteggiamento più giusto è quello di rendere grazie a Dio Âper ciò che è avvenuto nel corso di questÂanno, di questo secolo e di questo millennioÂ, in modo speciale per i progressi avvenuti nel mondo dello spirito. ÂRingraziamo, ha detto il Papa, per i santi di questo millennio: quelli elevati agli onori degli altari e quelli, ancor più numerosi, a noi sconosciuti, che hanno reso santo il tempo con la loro fedele adesione alla volontà di DioÂ. Ma accanto alla gratitudine ci deve essere un atteggiamento autocritico, così che, Âmentre eleviamo il nostro grazie a Dio, sentiamo il bisogno di implorarne, al tempo stesso, la misericordia sul millennio che si chiude. Chiediamo perdono perché non di rado, purtroppo, le conquiste della tecnica e della scienza, tanto importanti per lÂautentico progresso umano, sono state usate contro lÂuomo: Miserere nostri, Domine, miserere nostriÂ. |