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Confessioni, segno della spiritualità giubilare
Dario Busolini
ÂSin dallÂinizio del Giubileo si è previsto che lÂafflusso dei pellegrini sarebbe senzÂaltro aumentato e che quindi i Penitenzieri vaticani, pur essendo in un numero molto nutrito e sempre presenti in Basilica, avrebbero avuto un superlavoro. Perciò, per garantire meglio lÂassistenza spirituale dei pellegrini in quello che il Papa ha definito come il nucleo del Giubileo - cioè la pratica del Sacramento della Penitenza - i responsabili del Vaticano hanno deciso di allestire questa Cappella per le confessioni nel ÂBraccio di Carlo MagnoÂ, che è al di fuori del recinto della Basilica, dove hanno sistemato otto confessionali in un clima di grande raccoglimento e di grande serenità nei quali sono sempre presenti numerosi sacerdoti disponibili ad ascoltare con molta calma le confessioniÂ.
Mons. Flavio Capucci, sacerdote dellÂOpus Dei e Cappellano di Sua Santità è il Coordinatore dei confessori che operano nel ÂBraccio di Carlo MagnoÂ. Gli chiediamo: chi presta questo servizio e in che orario è possibile accedervi? ÂNegli otto confessionali allestiti nel Braccio di Carlo Magno si alternano circa 250 confessori, tutti sacerdoti residenti a Roma. Vi operano il mattino dalle 9.30 alle 12.30 ed il pomeriggio dalle 16 alle 18, in ausilio ai Penitenzieri impegnati in Basilica anche durante lÂintervallo. I sacerdoti del pomeriggio appartengono in gran parte alla Curia Romana che, molto generosamente, hanno offerto il proprio tempo e la propria disponibilità per confessare. Finora sono unÂottantina i sacerdoti della Curia che si sono prestati a questo servizio: cosa che riempie di gioia sia gli organizzatori sia i confessori stessi. I quali si rendono conto che il primo che trae vantaggio dal Sacramento della Penitenza è il sacerdote che confessa, amministra il perdono di Dio e riceve grande edificazione nel vedere lÂefficacia dellÂazione di Dio nelle animeÂ. In quali lingue ci si può confessare nel Braccio di Carlo Magno? ÂOgni confessore espone un cartello con le lingue in cui può ascoltare la confessione. In ogni caso, garantiamo sempre la possibilità di confessarsi nelle lingue principali: italiano, francese, spagnolo, inglese e tedesco. Quando poi arrivano gruppi di pellegrini provenienti da altri paesi ricorriamo allÂaiuto di sacerdoti parlanti le rispettive lingue, come nel caso dei pellegrini dellÂest europeoÂ. Il clima di silenzio e di raccoglimento del Braccio di Carlo Magno certamente favorisce una buona confessioneÂ
ÂSì, ad esempio, tra i penitenti che si confessano nel Braccio di Carlo Magno, numerosi sono i sacerdoti, i religiosi e le religiose che dicono di preferirlo alla Basilica dove forse - sempre restando nei limiti - cÂè più gente, più afflusso di persone, più rumoreÂ
mentre il Braccio è un luogo molto silenzioso, dove si può pregare molto bene e prepararsi alla confessione con grande raccoglimentoÂ. Lei è a contatto quotidiano con i penitenti e tutti i giorni, per così dire, sente il polso del Giubileo. Qual è il livello spirituale dellÂAnno Santo? ÂLa mia sensazione è che il livello spirituale del Giubileo non vada visto dalle statistiche degli alloggiamenti e degli operatori turistici, ma dallÂafflusso dei pellegrini e, in particolare, dal loro accostarsi al Sacramento della confessione. È evidente che la maggior parte dei pellegrini che vengono a Roma arrivano in gruppo, accompagnati da un loro sacerdote che coordina il gruppo e, quindi, si sono già confessati e a Roma ripetono la confessione come pratica giubilare. Ma vengono anche moltissimi pellegrini da soli o con le proprie famiglie, non seguiti da un sacerdote. La conclusione a cui si arriva, numeri alla mano, è che le confessioni sono migliaia, sia dei primi, sia dei secondi. LÂaffluenza è davvero notevole e veramente posso dire che vale la pena svolgere questo servizio al confessionale. Perché i penitenti sono molti e la grazia di Dio la si vede dipinta sul loro volto, quando escono dal confessionale, nel sorriso, nella pace che hanno raggiuntoÂ
in questo anno giubilare cÂè un vero straripare, una vera effusione della grazia divina sulla Chiesa veramente straordinaria. Confermata anche dai dati dei Penitenzieri delle altre basiliche romane: il numero dei penitenti è aumentato, sono migliaia ogni mese, e questo fa toccare con mano lÂefficacia del Giubileo. Solo il sacerdote sa, e non può raccontarlo in giro, lÂinfluenza della grazia di Dio sul penitente, ma si vedono molti miracoli: è molto più difficile indurre unÂanima ad aprirsi allÂascolto della Grazia, alla speranza di poter cambiare vita e tornare a vivere in piena coerenza con la legge divina che non guarire un corpo infermo. Di questi miracoli, di confessioni che avvengono dopo decenni, ne vediamo ogni giorno molti. Ed è una gioia immensaÂ.
Nel «Braccio di Carlo Magno» uno spazio tutto dedicato alla Riconciliazione
Oltre ad illustrare le caratteristiche di questo nuovo servizio per i pellegrini Mons. Capucci desidera sottolinearne lo scopo prettamente spirituale: ÂIn questa iniziativa vi è anche lÂidea di fornire ai pellegrini che vengono a Roma il servizio della confessione allÂinterno di un Âprogetto di esemplaritàÂ: ponendo materialmente al centro del pellegrinaggio giubilare il Sacramento della Confessione, la Santa Sede ha voluto sottolineare la centralità di questo Sacramento nellÂesistenza cristiana. Non si deve dimenticare che, a parte la sua indispensabilità per ottenere il perdono dei peccati quando non si è in grazia di Dio, quando la si è persa con dei peccati mortali, il magistero di Giovanni Paolo II insiste sulla fecondità e la consigliabilità del ricorso frequente al Sacramento della Penitenza, che cancella anche i peccati veniali e incrementa lÂazione della grazia di Dio nellÂanima del penitente. Il fine del cristiano, che è la santità, non si raggiunge solo sulla base della forza della volontà umana: occorre che la grazia agisca dentro di noi e la confessione frequente rende lÂanima sempre più delicata e capace di accogliere la grazia di Dio e ascoltare le pulsioni dello Spirito Santo, e quindi di dare di più. Questa esemplarità è pure sottolineata dalla struttura materiale dei confessionali. È stato garantito il diritto allÂanonimato ed alla discrezione del penitente, attraverso lÂadozione di confessionali chiusi e con grata per offrire al penitente, come ha sottolineato lÂArciprete della Basilica Vaticana Cardinale Virgilio Noè, la massima facilità nellÂaprirsi, nel confidarsi e nel raccontare le proprie difficoltà interiori, come si fa sempre in San PietroÂ. |