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Il Giubileo dei Lavoratori, 1˚ maggio, globalizzare la solidarietà Mario Operti
Leloquenza della vita di Cristo è inequivoca: egli appartiene al mondo del lavoro, ha per il lavoro umano riconoscimento e rispetto; si può dire di più: egli guarda con amore questo lavoro, le sue diverse manifestazioni, vedendo in ciascuna una linea particolare della somiglianza delluomo con Dio, Creatore e Padre. Così Giovanni Paolo II si esprimeva nella Laborem exercens, indicando il significato ultimo e profondo del lavoro umano in Gesù Cristo, il vangelo stesso del lavoro. E con questo spirito e secondo questa prospettiva che il primo maggio del duemila i lavoratori si ritroveranno a celebrare insieme il Giubileo, a Tor Vergata, con una solenne Concelebrazione eucaristica presieduta dal Santo Padre. Levento giubilare sarà preceduto da una Veglia di preghiera nella basilica di San Giovanni in Laterano, presieduta dal Card. Camillo Ruini. In quella basilica, infatti, sono custodite le spoglie mortali di papa Leone XIII, che diede avvio, con la Rerum novarum, alla moderna riflessione della Chiesa sulle grandi questioni sociali e del lavoro. Nel pomeriggio del primo maggio, sempre a Tor Vergata, si terrà un concerto sul tema della remissione del debito ai Paesi più poveri della terra, come corollario dellimpegno dei cristiani e degli uomini di buona volontà per sensibilizzare e responsabilizzare lopinione pubblica in generale e i politici, in particolare, su un grave problema che angustia lumanità ed è fonte di gravi squilibri economici e sociali che quanti vivono lo spirito del Giubileo non possono certo ignorare. Più volte il Papa, riflettendo sul nuovo fenomeno della mondializzazione delleconomia e delle sue conseguenze sulla vita della gente, ha messo in evidenza le nuove opportunità che questa realtà porta con sé per disegnare uno sviluppo armonico dellintero pianeta, a condizione che gli uomini siano capaci ed abbiano la volontà di mondializzare la solidarietà. Nel Giubileo del mondo del lavoro si ritroveranno attorno al Santo Padre diverse categorie di lavoratori e numerosi sindacati che li rappresentano: i lavoratori dipendenti; gli imprenditori, dirigenti e liberi professionisti; i lavoratori della cooperazione; gli operatori del commercio e della finanza. Non è questa una riunione, amorfa e confusa, di diverse espressioni del mondo del lavoro, né si pretende ignorare le divisioni esistenti o i conflitti di interessi che segnano, talora in modo anche drammatico, la realtà del lavoro umano, ma è una convocazione sorretta da una profonda convinzione che scaturisce dalla visione cristiana della vita e delle attività umane: i vari lavori che luomo può compiere, pur avendo un maggiore o minore valore oggettivo, ognuno di essi trova il suo significato ultimo nella dignità insopprimibile della persona umana che li compie (cfr. Laborem exercens, 6) e pertanto esigono la capacità di ritrovare quei valori comuni che li segnano in profondità e li rendono autenticamente umani. La Chiesa non ha soluzioni pratiche ai problemi che attraversano il mondo del lavoro nelle varie parti del pianeta, ma offre lindispensabile orientamento ideale per incoraggiare le varie forze del lavoro nella ricerca del bene comune. La signoria di Dio nella storia, che il Giubileo intende celebrare e proporre allumanità intera, non è un progetto politico o economico, ma è lannuncio che la giustizia e la solidarietà sono condizioni indispensabili per progettare e realizzare una società del lavoro libero, dellimpresa e della partecipazione. Nellanno giubilare, quindi, si è chiamati a prestare particolare attenzione allinsegnamento sociale della Chiesa con lobiettivo di unautentica umanizzazione della società e del lavoro. Nella tradizione dellanno giubilare - come ricorda Giovanni Paolo II nella bolla dindizione - ha così una delle sue radici la dottrina sociale della Chiesa, che ha avuto sempre un suo posto nellinsegnamento ecclesiale e si è particolarmente sviluppata nellultimo secolo, soprattutto a partire dallEnciclica Rerum novarum. |