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PONTIFICIA COMMISSIONE BIBLICA

AUTORE E VERITÀ STORICA
DEL QUARTO VANGELO

 

Ai seguenti dubbi presentati, la Pontificia Commissione Biblica ha risposto nel seguente modo:

Dubbio I. Dalla tradizione costante, universale e solenne della Chiesa, vigente già dal secondo secolo, che si trae soprattutto: a) dalle testimonianze e dalle allusioni dei Santi Padri, degli scrittori ecclesiastici e persino degli stessi eretici, che, essendo dovute derivare dai discepoli o dai primi successori degli apostoli, pongono un necessario legame con la stessa origine del libro; b) dal nome dell'autore del quarto Vangelo universalmente e sempre recepito nel canone e nelle liste dei Libri sacri; c) dagli antichissimi manoscritti, codici e versioni in varie lingue degli stessi Libri sacri; d) dall'uso liturgico pubblico mantenuto fin dai primordi della chiesa in tutto il mondo; prescindendo dall'argomento teologico, si dimostra con un argomento storico abbastanza solido che è da riconoscersi l'apostolo Giovanni e nessun altro come l'autore del quarto Vangelo cosicché le motivazioni addotte in contrario dai critici non indeboliscono per nulla tale tradizione?

Risp.: Sì.

Dubbio II. Anche le ragioni interne che si traggono dal testo del quarto Vangelo considerato in sé, dalla testimonianza dello scrittore e della manifesta parentela dello stesso Vangelo con la prima lettera dell'apostolo Giovanni, si devono considerare come una conferma della tradizione che attribuisce in un modo indubitabile il quarto Vangelo al medesimo apostolo? E le difficoltà che nascono dalla comparazione del medesimo Vangelo con gli altri tre, tenendo conto della diversità del tempo, dello scopo e degli uditori per i quali o contro i quali l'autore scrisse, possono essere ragionevolmente risolte, come hanno mostrato qua e là i santi padri e gli esegeti cattolici?

Risp.: Sì per entrambe le parti.

Dubbio III. Nonostante la prassi, costantemente vigente fin dai primi tempi in tutta la Chiesa, di fare uso del quarto Vangelo come di un documento propriamente storico, considerata tuttavia l'indole particolare di tale Vangelo e la manifesta intenzione dell'autore di illustrare e di provare la divinità di Cristo attraverso quelle stesse azioni e parole del Signore, si può affermare che i fatti narrati dal quarto Vangelo sono del tutto o in parte inventati con quel fine, come se fossero allegorie o simboli dottrinali; e i discorsi del Signore non sono veramente e propriamente discorsi dello stesso Signore, ma composizioni teologiche dello scrittore, anche se poste in bocca al Signore?

Risp.: No.

Il giorno 29 maggio 1907, nell'udienza benignamente concessa ai due Rev.mi Segretari consultori, Sua Santità ha ratificato le suddette risposte e ha comandato di pubblicarle.

 

Fulcrano Vigouroux, P.S.S.
Lorenzo Janssens, O.S.B.
Segretari consultori

 

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