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PONTIFICIA COMMISSIONE BIBLICA

AUTORE, TEMPO DI COMPOSIZIONE
E VERITÀ STORICA
DEL VANGELO SECONDO MATTEO

 

Ai seguenti dubbi presentati, la Pontificia Commissione biblica ha deciso di rispondere come segue:

I. Visto il consenso universale e costante fin dai primi secoli nella Chiesa, come chiaramente dimostrato da esplicite testimonianze dei Padri, dai titoli dei manoscritti dei Vangeli, dalle versioni più antiche dei Libri sacri, dai cataloghi che ci lasciarono i santi Padri, gli scrittori ecclesiastici, i sommi Pontefici e i Concili, ed infine dall'uso liturgico della Chiesa orientale e occidentale, si può e si deve affermare con certezza che Matteo, apostolo di Cristo, sia veramente l'autore del Vangelo divulgato con il suo nome?

Risposta: Sì.

II. Bisogna ammettere come sufficientemente fondata dal suffragio della tradizione l'opinione che Matteo abbia preceduto nello scrivere gli altri evangelisti, e che abbia scritto il primo Vangelo nella lingua nativa utilizzata allora dai giudei palestinesi, ai quali era indirizzata la tale opera?

Risposta: Sì per entrambe le parti.

III. La redazione di questo testo originale può essere posticipata a dopo la distruzione di Gerusalemme, così che le profezie che vi si leggono su questa distruzione sono state scritte dopo l'evento: ovvero, la testimonianza di Ireneo che si suole allegare (Advers. haeres., lib. III, cap. I, n. 2), di interpretazione incerta e controversa, deve essere considerata di così tanto peso da obbligare a rigettare l'opinione di coloro che, più in conformità con la tradizione ritengono che questa redazione sia stata compiuta prima ancora dell'arrivo di Paolo a Roma?

Risposta: No per entrambe le parti.

IV. Si può sostenere o ritenere probabile l'opinione di certi moderni secondo la quale Matteo non avrebbe composto propriamente e strettamente parlando un Vangelo quale a noi è stato tramandato, ma soltanto una raccolta di alcuni detti o discorsi di Cristo che sarebbero poi serviti come fonte ad un altro autore anonimo che essi considerano il redattore dello stesso Vangelo?

Risposta: No.

V. Dal fatto che i Padri e tutti gli scrittori ecclesiastici, anzi la Chiesa stessa fin dalla sua origine hanno utilizzato come canonico unicamente il testo greco del Vangelo conosciuto sotto il nome di Matteo, e senza eccettuare coloro che affermarono espressamente che l'Apostolo Matteo lo aveva scritto nella lingua nazionale, si può dedurre con certezza che questo Vangelo greco è identico, quanto alla sostanza, a quello scritto dal medesimo apostolo nella lingua nazionale?

Risposta: Sì.

VI. Dal fatto che l'autore del primo Vangelo ha principalmente uno scopo dogmatico e apologetico, cioè di dimostrare ai Giudei che Gesù è il Messia preannunciato dai profeti, generato dalla stirpe di Davide ed inoltre dal fatto che nel disporre i fatti e i detti che narra e riferisce, non sempre rispetta l'ordine cronologico, si può dedurre che tutto questo non è da accogliersi come vero; oppure si può anche affermare che le narrazioni delle azioni e dei discorsi di Gesù che si leggono nello stesso Vangelo, hanno subito qualche alterazione e adattamento sotto l'influsso delle profezie dell'Antico Testamento e di uno stato più sviluppato della Chiesa, e pertanto non sono conformi alla verità storica?

Risposta: No per entrambe le parti.

VII. Bisogna in particolare, considerare destituite di solido fondamento le opinioni di coloro che dubitano dell'autenticità storica dei due primi capitoli, nei quali vengono narrate la genealogia e l'infanzia di Cristo, come anche di qualche espressione di grande importanza dogmatica, come sono quelle relative al primato di Pietro (Mt 16,17-19), alla forma del battesimo data agli apostoli insieme alla universale missione di predicare (Mt 28,19s.), alla professione di fede degli apostoli sulla divinità di Cristo (Mt 14,33), e altre simili che in Matteo si trovano in modo particolare enunciate?

Risposta: Sì.

Il giorno 19 giugno 1911, nell'udienza benignamente concessa ai due Reverendissimi segretari consultori sottoscritti, il nostro Santo Padre Pio Pp. X ha ratificato le suddette risposte e ha comandato di pubblicarle.

Roma, 19 giugno 1911.

Fulcrano VIGOUROUX, P.S.S.
Lorenzo JANSSENS, O.S.B.

 

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