Pontifical Council for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People People on the Move N° 110, August 2009 CELEBRAZIONE DEL CENTENARIO DELLA MISSIONE CATTOLICA ITALIANA A OLTEN SCHÖNENWERD (Svizzera, 31 Maggio 2009) Monsignor Novatus rugambwa Sotto-Segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti Introduzione 1. Vorrei anzitutto ringraziare Padre Sergio Carettoni e gli organizzatori di questo evento che hanno avuto la bontà di invitare il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti a questa solenne celebrazione del centenario della Missione Cattolica Italiana di Olten Schönenwerd. Il Presidente S.E. Mons. Antonio Maria Vegliò, e il Segretario S.E. Mons. Agostino Marchetto, non hanno potuto essere qui per impegni precedentemente assunti e sono io, quindi, in quanto Sotto-Segretario dello stesso Dicastero, a presentarvi i loro saluti ed auguri, con i miei, assicurandovi le loro preghiere e quelle di tutto il Pontificio Consiglio. 2. Ogni ricorrenza della dimensione di un centenario come questo della vostra Missione Cattolica ci dà lopportunità di guardare al passato, ringraziando Dio per lopera compiuta nel tempo trascorso, e di puntare al futuro con rinnovato impegno e speranza. Il Passato 3. Guardando alla storia della Missione Cattolica Italiana in Svizzera, particolarmente a quella di Olten, non possiamo parlare della Svizzera, nazione democratica, culturalmente ed economicamente ricca, senza fare riferimento alla presenza di migranti provenienti da Paesi vicini e lontani. La massiccia presenza italiana, i cui primi flussi risalgono alla seconda metà del XIX secolo, ha grandemente contribuito alla costruzione e maturazione religiosa, sociale, politica ed economica di questo Paese. Non vorrei addentrarmi oltre nella storia della presenza italiana in questa terra; mi sia consentito però di menzionare che già nel 1860 cerano quasi 10.000 immigranti italiani, mentre oggi gli svizzeri di origine italiana sono circa 530.000 4. Anche quando la migrazione ha avuto esiti positivi, essere migrante non è mai stato facile. La storia di tutti i tempi ce lo rivela. I migranti italiani di ogni tempo hanno trascorso momenti di gioia e tristezza, momenti di successi e fallimenti, di soddisfazioni e delusioni. E se oggi siamo in grado di festeggiare questo centenario, lo dobbiamo ai tantissimi italiani che hanno affrontato con forza e tenacia circostanze difficili, in particolare le dure condizioni di lavoro, la nostalgia del loro paese, i pregiudizi e tanti altri disagi derivanti dallessere considerati stranieri, condannati allemarginazione e ritenuti piuttosto un problema. 5. La Chiesa è sempre stata sensibile alla sorte delle persone in mobilità, non soltanto per la loro vita spirituale ma anche per quella sociale. In questo contesto ricordiamo i Missionari Bonomelliani (fondati da S.E. Mons. Geremia Bonomelli, Vescovo di Cremona, in Italia) che avevano assunto come vocazione quella di aiutare i migranti italiani in Europa. Nel 1906 essi fondarono un Segretariato Operaio a Losanna, riuscendo a combinare con successo evangelizzazione e promozione umana. Accanto ad ogni cappella cerano una mensa e lassistenza sociale! Subito furono creati anche asili infantili e scuole per i figli degli immigranti, con campi sportivi e centri di incontro per gli anziani. Non possiamo, poi, dimenticare lopera, secondo il carisma, di San Vincenzo Pallotti, San Giovanni Bosco e del Beato Giovanni Battista Scalabrini. Gli sforzi compiuti da questi missionari in Europa scaturivano dalla sollecitudine di sempre della Chiesa per i migranti, che mira a far sì che la migrazione sia anche in funzione del Regno di Dio, accelerando così la diffusione della fede e il consolidamento dellazione ecclesiale. Tutto ciò ha portato benefici non soltanto ai migranti ma a tutto il Paese: la Chiesa in Svizzera si è irrobustita, rinnovata e ringiovanita grazie pure alla presenza di nuovi cattolici; la società svizzera si è arricchita non soltanto della manodopera italiana ma ne ha guadagnato altresì il genio e la cultura. Lo sguardo al futuro: laccoglienza e levangelizzazione 6. La Svizzera così come lEuropa in generale continua ad essere un Paese di destinazione per i migranti, un Paese che è sogno di tante persone che forse non provengono più dallItalia, ma da altri Paesi europei e da altri continenti. Negli ultimi decenni, poi, il fenomeno migratorio nel mondo ha raggiunto livelli altissimi a motivo della globalizzazione e della facilità dei mezzi di comunicazione e di trasporto. Purtroppo, oggigiorno, si verificano anche nellEuropa cristiana atteggiamenti e politiche meno favorevoli allimmigrazione ed ostili contro i migranti: restringimento delle procedure migratorie, respingimento degli stranieri, violazione dei diritti fondamentali dei migranti, negazione al ricongiungimento familiare, e così via. Penso che questa celebrazione del centenario della Missione Cattolica Italiana ad Olten Schönenwerd, ci dia lopportunità di guardare al futuro e individuare alcuni elementi che la Missione può apportare come contributo allattuale problematica migratoria in Svizzera e in Europa. 7. Il Concilio Vaticano II, il Magistero post-conciliare, come anche i Documenti della Santa Sede in materia di mobilità umana, sottolineano lobbligo per tutti i battezzati di vedere in ogni migrante il volto del Signore e quindi di creare condizioni per laccoglienza, prestando assistenza materiale e spirituale affinché i diritti fondamentali di tutti siano rispettati (Erga migrantes caritas Christi, Parte II). Perché tale solidarietà possa ottenere frutto, la Missione Cattolica deve adoperarsi per: * facilitare lintegrazione dei nuovi arrivati; * difendere i diritti di tutti in quanto persone umane; * aiutare a creare una giusta politica migratoria nei Cantoni e nel Paese; * difendere quelle leggi che danno priorità alla persona umana e non soltanto al suo lavoro; * appoggiare politiche ed azioni affinché i Paesi e i continenti più svantaggiati ricevano la necessaria assistenza al fine di realizzare il diritto dei loro cittadini a non emigrare; * collaborare con le autorità di altre Chiese e Comunità cristiane, religioni e Governi nel trattare questioni gravi pertinenti alla odierna migrazione. 8. Inoltre, la Missione Cattolica dovrà concentrare la sua opera sulla prima e la seconda evangelizzazione! La prima evangelizzazione si rivolge a coloro che arrivano senza conoscere il Signore e si attua con la parola e lazione; la seconda è quella tipica per il Vecchio Continente ove alcuni esponenti, seguendo lo spirito del secolarismo e del relativismo, giungono perfino a negare le radici cristiane dellEuropa, accelerando così la perdita dei valori religiosi, morali e civili delle giovani generazioni. La nuova Pentecoste 9. Far coincidere la celebrazione di questa ricorrenza con il giorno della Pentecoste è stata, da parte degli organizzatori, unottima intuizione. Tale coincidenza potrebbe essere un invito alla Missione Cattolica Italiana a Olten e a tutta la Chiesa in questo Paese a sperimentare una nuova Pentecoste, un nuovo risveglio nel loro servizio alle persone in mobilità, e suscitare allinterno di questa Chiesa servita dalla vostra Missione una nuova missionarietà che coinvolga tutti i suoi membri. In questa epoca della storia tutti noi che abbiamo conosciuto e incontrato Cristo, dobbiamo annunciarlo con rispetto e generosità a tutte le persone di ogni cultura, religione, razza e nazione (cfr. Novo Millennio Ineunte, 40). Conclusione 10. In conclusione, auspico che così come nel passato gli italiani, spesso sfruttati, osteggiati e relegati ai margini della società hanno trovato nella Missione Cattolica di Olten Schönenwerd una casa dove non si sono sentiti meri oggetti di produzione, ma persone valorizzate, cristiani con la Chiesa in Svizzera, auspico ripeto che anche i fratelli e sorelle con analoghe esperienze trovino oggi una casa accogliente con persone ispirate dal Vangelo e dal Magistero della Chiesa nel costruire lEuropa interetnica. Il grado di umanità e civiltà di una comunità o nazione non si misurano solo in base allo sviluppo economico, politico e militare ma da come esse accolgono, trattano e giudicano lo straniero, il migrante, lemarginato. Per la Chiesa, tale misura corrisponde alla fedeltà della comunità dei credenti alle parole del Signore (Matteo 25,35): Ero straniero e mi avete accolto. 11. Mentre diciamo ad multos annos alla Missione Cattolica Italiana di Olten, ci rivolgiamo alla Beata Maria Vergine, Madre della Chiesa e Madre della missione, affinché questa celebrazione vi dia rinnovato vigore per affrontare le nuove sfide che presenta oggi il fenomeno migratorio in Svizzera, in Europa e nel mondo intero. |