INTERVENTO DELLA SANTA SEDE DISCORSO DI S.E. MONS. CELESTINO MIGLIORE, Copenaghen
Signor presidente, questa conferenza conferma quanto tempo ci vuole per creare una volontà politica chiara e ferma, necessaria ad adottare misure vincolanti comuni e bilanci preventivi adeguati per una concreta mitigazione del cambiamento climatico in corso e per un concreto adattamento ad esso. Questa volontà politica prende forma così lentamente a causa della complessità delle questioni interconnesse che dobbiamo affrontare? È principalmente un problema di conflitto di interessi nazionali? Oppure si tratta della difficoltà di tradurre in cifre il principio ormai acquisito di responsabilità comune e differenziata? Oppure si tratta ancora una volta del predominio delle politiche energetiche sulla sollecitudine per l'ambiente? Senza dubbio, c'è un po' di tutto questo. Tuttavia, si dovrebbe notare come le numerose considerazioni che si stanno sviluppando durante questo processo convergono su un aspetto centrale: la necessità di una riflessione nuova e profonda sul significato dell'economia e sui suoi scopi, e di una profonda e lungimirante revisione del modello di sviluppo, per correggere le disfunzioni e le distorsioni. Questo, infatti, è richiesto dalla buona salute ecologica del pianeta e, in particolare, come urgente risposta alla crisi morale e culturale dell'uomo, i cui sintomi sono da molto tempo evidenti in tutto il mondo. Con realismo, fiducia e speranza dobbiamo assumerci nuove responsabilità che ci chiamano sulla scena di un mondo bisognoso di un profondo rinnovamento culturale e di una riscoperta di valori fondamentali su cui edificare un futuro migliore. Le crisi morali che l'umanità sta attualmente vivendo, siano esse economiche, alimentari, ambientali o sociali, tutte profondamente legate fra loro, ci obbligano a rintracciare il nostro cammino, a stabilire nuovi orientamenti e a trovare nuove forme di impegno. Queste crisi divengono dunque occasione di discernimento e di un nuovo pensiero. Ovviamente, quest'obbligo richiede la raccolta di analisi scientifiche accurate e dettagliate per contribuire a evitare le ansie e le paure di molti e il cinismo e l'indifferenza da parte di altri. Esige anche l'impegno responsabile di tutti i segmenti della società umana per cercare e individuare una risposta adeguata alla realtà tangibile del cambiamento climatico. Se la diagnosi, necessariamente nelle mani della scienza, dell'informazione e della politica, trova difficile offrire chiarezza e motivare un'azione concertata e tempestiva di quanti sono responsabili della società umana, la ragione e il senso innato di responsabilità comune devono prevalere ancora una volta. La società civile e le autorità locali non hanno atteso le presunte conclusioni politiche e legalmente vincolanti dei nostri incontri, che impiegano un tempo così incredibilmente lungo. Individui, gruppi, autorità e comunità locali hanno già avviato una serie impressionante di iniziative per dare forma alle due pietre d'angolo della risposta al cambiamento climatico: adattamento e mitigazione. Sebbene siano necessarie soluzioni tecniche, esse non sono sufficienti. I programmi più saggi e più concreti si incentrano sull'informazione, sull'educazione e sulla formazione del senso di responsabilità nei bambini e negli adulti verso sani modelli ambientali di sviluppo e di gestione del creato. Signor presidente, Questi sforzi implicano lavorare sugli stili di vita, poiché gli attuali modelli dominanti di consumo e di produzione sono spesso insostenibili dal punto di vista dell'analisi sociale, ambientale, economica e persino morale. Dobbiamo tutelare il creato, il suolo, l'acqua e l'aria, come un dono affidato a ognuno, ma dobbiamo anche e soprattutto impedire all'umanità di distruggersi. Il degrado della natura è direttamente legato alla cultura che plasma la coesistenza umana: quando l'ecologia umana sarà rispettata nella società, l'ecologia ambientale ne beneficerà. Il modo in cui l'umanità tratta l'ambiente influenza il modo in cui tratta se stessa. Nella sua recente Enciclica Caritas in veritate e nel Messaggio in occasione della Giornata Mondiale per la Pace 2010 Papa Benedetto XVI ha rivolto a tutti coloro che sono impegnati nel settore ambientale una domanda ineludibile: in che modo possiamo sperare che le generazioni future rispettino l'ambiente naturale, se i nostri sistemi educativi e le nostre leggi non le aiutano a rispettare se stesse? Signor presidente, Esiste un legame indissolubile fra la tutela della creazione, l'educazione e un approccio etico all'economia e allo sviluppo. La Santa Sede spera che il processo in questione possa apprezzare sempre più questo vincolo e, con quest'idea, continua a offrire la sua piena cooperazione. Grazie signor presidente. *L'Osservatore Romano 19.12.2009, p.2.
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