SANTA MESSA PER I PARTECIPANTI AL CONGRESSO INTERNAZIONALE OMELIA DEL CARD. TARCISIO BERTONE, Basilica di San Pietro
Cari fratelli e sorelle, ci troviamo raccolti questa mattina, nella Basilica vaticana, per pregare insieme nel 40° anniversario dellÂÂEnciclica Humanae vitae. Attualità e profezia di questo testo magistrale di Papa Paolo VI è lÂÂargomento che vi vede riuniti in un congresso internazionale, organizzato dal Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi sul matrimonio e famiglia, in collaborazione con lÂÂUniversità Cattolica del Sacro Cuore di Roma, Centro Studi e Ricerche Regolazione naturale fertilità - ISI, la Confederazione Italiana Centri Regolazione naturale fertilità e l'Institut Européen d'education familiale/Euripean Institut for family life education. Permettete anzitutto che rivolga a ciascuno di voi il mio più cordiale saluto, felicitandomi con voi, anche a nome del Santo Padre, per questa vostra iniziativa. Saluto in particolare i responsabili di questi due organismi di approfondimento e di ricerca dottrinale e scientifica. Saluto i Vescovi, i sacerdoti e gli esperti che arricchiscono i lavori del vostro convegno. Mi è gradito partecipare a voi tutti lÂÂincoraggiamento, il saluto e la benedizione di Sua Santità, che non potendovi ricevere in udienza, - voi sapete come questÂÂoggi egli si rechi in visita ufficiale al Quirinale - vi ha fatto pervenire un suo messaggio ed assicura la sua spirituale partecipazione a questa celebrazione eucaristica. Celebriamo questÂÂoggi la festa di san Francesco dÂÂAssisi, Patrono dÂÂItalia, un santo popolare e universalmente riconosciuto per la radicalità della sua scelta evangelica e per la sua fedeltà e il suo amore per la Chiesa. Le due odierne ricorrenze, al di là di un primo superficiale sguardo, sono tra loro convergenti. Ci potremmo chiedere: Cosa cÂÂentra lÂÂHumane vitae con san Francesco? Ma già nella domanda possiamo cogliere la risposta. Infatti, chi più di san Francesco ha amato e onorato la vita? Si pensi alla sua attenzione e rispetto per la natura, per gli animali per tutto il creato; si pensi specialmente al suo rispetto e amore per la vita umana. Chi più del Santo di Assisi ha dato alla vita umana un valore spirituale profondo, considerando la propria vita come dono divino e a Dio offrendola totalmente sì da diventare conforme nei segni della passione a Gesù Cristo? Proprio perché concepiva la vita quale gratuito dono di Dio, con libertà di cuore poteva intrattenersi quasi familiarmente con il creato lodando il Signore nelle sue creature, che chiamava fratelli e sorelle: ÂÂLaudato si mi Signore cum tucte le tue creature... per messer lo frate sole... per sora luna e le stelle...per frate ventu... per sora aqua... per frate focu... per sora nostra matre terra... e per sora nostra morte corporale...ÂÂ (Cantico di frate sole). Credo che proprio il modo con cui Francesco si rapporta con il mistero della vita, ci aiuti a comprendere meglio il profetico magistero del grande pontefice Paolo VI a proposito della vita umana. Sarebbe davvero riduttivo rileggere la sua Enciclica, come purtroppo non pochi fanno, fermandosi alle critiche aprioristiche rivolte da larghi strati della pubblica opinione, mettendo in secondo piano lÂÂalto insegnamento sul senso e valore dellÂÂinviolabilità della vita dellÂÂuomo, oggi quanto mai manipolata e spesso calpestata. San Francesco insegna che solo nellÂÂamore si comprende il mistero della vita con i suoi esigenti risvolti di responsabilità e di libertà; solo a partire dal progetto amorevole di Dio prende senso pieno lÂÂatto coniugale. Ciò, naturalmente, presuppone rispetto e apertura accogliente verso la vita, e non unÂÂattitudine di possesso egoistico. La vocazione dellÂÂuomo, creato a immagine e somiglianza di Dio, si realizza in pienezza solo nel dono di sé a Dio e al prossimo. La vita esemplare di Francesco insegna che solo nel rispetto di Dio si giunge a rispettare ogni creatura. Ci troviamo inseriti in un mondo sempre più carico di violenza e di morte perché sempre più povero di amore, quellÂÂamore autentico che genera e nutre la vita. Per questo è importante far emergere con chiarezza la bellezza della vita concepita e vissuta come dono di amore. Questo fa parte della nostra vocazione; come cristiani siamo chiamati a farci carico liberamente delle speranze e delle sofferenze dellÂÂumana esistenza, e rendere tangibile la tenerezza divina che in Cristo ci ha manifestato e donato lÂÂamore capace di vivere in pienezza le stagioni della vita in qualsiasi condizione ci si venga a trovare. ÂÂSei tu Signore lÂÂunico mio beneÂÂ: così abbiamo pregato nel salmo responsoriale. EÂÂ vero: solo Dio è il Bene e ciò che da Lui proviene è buono. Ma se Dio viene rigettato, come è possibile capire che cosa è buono, come riconoscere il vero Bene misura di ogni altro bene? Si assiste oggi a un triste rifiuto di Dio; il suo progetto circa la vita con i doveri che comporta, appare come un peso da cui liberarsi, un ostacolo da cui sbarazzarsi per affermare la piena libertà dellÂÂuomo, libertà di gestire se stesso e la vita come ÂÂcosaÂÂ di cui si ha pieno possesso e non come dono ricevuto e del quale si dovrà rendere un giorno conto. Il Papa Paolo VI, quando emanò lÂÂEnciclica Humanae vitae, aveva ben presente questa situazione socioculturale e avvertiva il grave dovere di difendere la nobiltà dellÂÂamore coniugale. In particolare, sentiva indispensabile riaffermare il carattere sacro della vita umana, come elemento imprescindibile per la promozione e il rispetto della persona nel servizio alla verità della fede. LÂÂuomo di fede, ce lo ricorda ancora una volta la testimonianza di san Francesco, sa che il valore dellÂÂesistenza è dato dalla fedeltà al progetto di Dio, riconosciuto come Creatore e Signore della vita. Per cui ÂÂ afferma lÂÂEnciclica - ÂÂun atto di amore reciproco, che pregiudichi la disponibilità a trasmettere la vita che Dio creatore di tutte le cose secondo particolari leggi vi ha immesso, è in contraddizione sia con il disegno divino, sia con il volere dellÂÂAutore della vita umanaÂÂ (Humanae vitae,13) Cari fratelli e sorelle, a quarantÂÂanni di distanza, come non essere grati al Servo di Dio Paolo VI, per un documento che si sta rivelando quanto mai attuale, e che non pochi fuori della Chiesa oggi vanno con onestà apprezzando sempre più? La parola chiave per comprendere lÂÂEnciclica è quella dellÂÂamore. Questo ha detto il Santo Padre Benedetto XVI il 10 maggio scorso ai partecipanti a un altro analogo convegno internazionale promosso per questo stesso 40° anniversario. LÂÂatto coniugale, affermava, ÂÂviene descritto allÂÂinterno di un processo globale che non si arresta alla divisione tra anima e corpo né soggiace al solo sentimento, spesso fugace e precario, ma si fa carico dellÂÂunità della persona. E ciò è frutto di un amore che sa pensare e scegliere in piena libertà, senza lasciarsi condizionare oltremisura dallÂÂeventuale sacrificio richiestoÂÂ. ÂÂEcco da dove scaturisce il miracolo della vita ÂÂ continuava Benedetto XVI - che i genitori sperimentano in se stessi, verificando come qualcosa di straordinario quando si compie in loro e tramite loroÂÂ (LÂÂOsservatore Romano, 11 maggio 2008, p. 1). Certo, ne siamo tutti ben consapevoli, accogliere lÂÂinsegnamento dellÂÂEnciclica non è facile; occorre una sinergia di azioni concomitanti al servizio della vita umana che interessi la coppia, i fidanzati e le famiglie; occorre una ricerca sulla procreazione veramente responsabile che tenga conto di ogni aspetto sia antropologico, come etico e scientifico. Lo sottolinea ancora una volta il Santo Padre nel messaggio che vi ha fatto pervenire per questo vostro Congresso, esortandovi a proseguire nel cammino che avete intrapreso. Paternità responsabile è questione di coraggio e di amore. Le sole risorse umane potrebbero non essere sufficienti; per questo la Chiesa non si stanca di invitare a ricorrere allÂÂaiuto divino. Seguire la legge di Dio, parrebbe a prima vista oneroso, ma così non è. Ce lo ricorda Gesù nella pagina evangelica che abbiamo ascoltato, invitandoci a ÂÂprendere il suo giogo sopra di noi e imparare da Lui che è mite e umile di cuore...ÂÂ (cfr Mt 11,29). Cari fratelli e sorelle, poniamo ogni impegno in questa ÂÂbattagliaÂÂ a difesa e promozione della vita umana. LÂÂesempio e la testimonianza di tanti genitori davvero coraggiosi e profondamente ricchi di fede, è un grande motivo di conforto per coloro che vivono la loro responsabilità materna e paterna con difficoltà o addirittura con paura. A tutti san Francesco direbbe, con quel suo tipico afflato spirituale: lasciate che Cristo vi ami come solo Lui sa fare! Affidiamo a lui i frutti del vostro convegno e il lavoro di tutti coloro che sono al servizio della vita umana; invochiamo soprattutto lÂÂintercessione della Vergine Madre di Dio, Regina della Famiglia. Sia Lei a sostenerci in questa nostra missione che coinvolge lÂÂintera comunità ecclesiale. Amen.
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