SIMPOSIO DEL CENTRO EUROPEO DI BIOETICA INTERVENTO DI MONS. PIERO MONNI* St. Vincent, 7 aprile 1995 1. Non è la prima volta che i responsabili dell' O.M.T. e di altre Istituzioni Internazionali e Nazionali si incontrano per esaminare un problema di scottante attualità: la violenza sessuale sui minori e turismo. Si ritiene che ogni anno un milione di bambini in tutto il mondo siano avviati alla prostituzione. Vari Governi ed Istituzioni religiose hanno curato delle ricerche da cui si può dedurre una situazione drammatica: una moltitudine di bambini viene offerta come esca, come richiamo turistico, nel cosiddetto "sex with children" . 2. Oggi, nonostante la carenza di precisi dati statistici, si è portati a ritenere che vari milioni di bambini siano presenti nel mondo della prostituzione, nell'industria del sesso, nella pornografia. La prostituzione infantile tende ad essere presente in tutti i continenti, con punte avanzate in certi Paesi. Nel programma che ci è stato inviato dal Centro Bioetico Internazionale che ha curato l'organizzazione di questo Seminario, si parla molto opportunamente di violenza e non di prostituzione infantile. Questo genere di violenza non può confondersi con la comune prostituzione, in quanto mancano spesso gli elementi che qualificano un valido consenso. Qualunque sia l'età della persona non può considerarsi prostituzione se non quella delle persone adulte, che possono esprimere un certo consenso. Può forse considerarsi "prostituta" una donna violentata e stuprata contro la sua volontà ? Come quindi possono chiamarsi prostituti i bambini, incapaci di un pieno, libero e perciò valido consenso? Nel caso dei bambini si può anche parlare di circonvenzione o, come si preferisce oggi, di plagio, il quale è spesso la naturale conseguenza di minacce, lesioni, intimidazioni, ricatti. Gli operatori sociali e politici che seguono questo settore, avvertono che tale fenomeno è destinato ad aumentare a meno che non si assumano urgenti provvedimenti. 3. Nonostante i numerosi dibattiti internazionali e i relativi documenti espressi in Convenzioni, Dichiarazioni, Accordi, già da tempo si attende che diventi operante la Convenzione delle Nazioni Unite per i Diritti del Bambino. Talvolta non sono i Paesi meno sviluppati a disattendere questa Convenzione. Ci sono Governi più sensibili a questo problema che hanno già assunto vari provvedimenti, quale la omologazione del crimine in patria, la richiesta di estradizione, centri di accoglienza ed altre misure. Tale attesa assume carattere di urgenza quando si osserva il crescente sviluppo del turismo che, a sua volta, procede, purtroppo, di pari passo, con la cosiddetta prostituzione infantile. Certe regioni preferite dalle correnti turistiche, definite "regioni a rischio" per l'incidenza del citato fenomeno, sono anche caratterizzate da un forte sottosviluppo e sollecitano la cooperazione economica internazionale. Questa violenza, per la sua crescente vastità, diviene elemento di turbativa nella compagine sociale del consorzio umano ed altera il tessuto morale e civile della società. Centinaia di migliaia di bambini vengono sfruttati sessualmente nei bordelli, nelle strade e negli hotels, da uomini e da donne provenienti da altri continenti, attratti dall'offerta di avventure e che formano il complesso mondo dei "sex‑turisti". 4. Da quanto si è già detto si ricava che la prostituzione infantile interessa ormai tutto il mondo, con punte di varia entità`. E' considerato bambino, nella citata Convenzione, "ogni essere umano al di sotto dei diciotto anni a meno che la legislazione di qualche Paese, non abbassi questo livello di età". Rivolgiamo lo sguardo all'attuale situazione. Si tratta, per lo più di bambini dai 6 ai 14 anni (e talvolta anche più giovani) che vengono avviati alla prostituzione. Evitiamo, per un momento, di pensare che per certi Paesi l'età non possa avere importanza. Attesa questa premessa, non riusciremo mai a tacitare la coscienza collettiva, persuadendoci che la prostituzione infantile possa essere tollerata solo perché consente di provvedere alle necessità degli stessi bambini e delle loro famiglie. Dinnanzi a questo quadro, in cui il richiamo all'immoralità chiama in causa la psicopatologia, la criminologia ed altre discipline, si impongono dei ripensamenti sollecitati dalle reazioni della nostra coscienza etica. Riemerge il principio fondamentale esaltato nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, sull'uguaglianza fondamentale degli esseri umani e sulla loro dignità, su cui si basano le odierne Costituzioni di tutti i Paesi civili. 5. Si fa sempre più vivo ed assillante, davanti alla coscienza collettiva del genere umano, il dettato dell'art.34 della Convenzione dei Diritti del Bambino adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, che recita: "Gli Stati Membri assumono tutte le misure idonee sul piano nazionale, bilaterale e multilaterale per impedire: a. che i minori siano sollecitati od obbligati a dedicarsi ad un'attività sessuale illegale; b. che i bambini non siano sfruttati con finalità di prostituzione; c. che i bambini non siano sfruttati ai fini di produzione di spettacoli o materiale di natura pornografica" È ammirevole lo stile della Convenzione che non parla affatto di prostituzione infantile, ma solo di violenza verso i minori. In altri documenti si parla indifferentemente di prostituzione infantile e di violenza. Così nella:‑ a. Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo del 1948; b. La Convenzione delle Nazioni Unite per la repressione e l'eliminazione della tratta degli esseri umani e lo sfruttamento della prostituzione, del 2.12.1949; c. I Patti relativi ai diritti civili e politici delle Nazioni Unite, del 16.12.1966: d. La Risoluzione sullo sfruttamento ed il commercio degli esseri umani del Parlamento Europeo, dell'aprile 1989; e. Il Rapporto e la Raccomandazione del Consiglio d'Europa sullo sfruttamento sessuale, la pornografia, la prostituzione sul traffico dei bambini e adolescenti, del 13.9.1971; f. Il documento dell'INTERPOL del 29.9.1989; g. La Carta del Turismo e del Codice del Turista del 26.9.1985; h. La Convenzione di Belem di Para, promossa dall'Organizzazione degli Stati Americani, del 9.6.1994; i. Il Patto di S. Josè di Costarica del 1969; l. La recente Conferenza Internazionale del Cairo sulla Popolazione e lo Sviluppo, del settembre 1994. A questo già lungo elenco si potrebbero aggiungere altri documenti disattesi per lo più dai mass‑media, ma che non hanno conseguito rilevanti effetti sull'opinione pubblica; anche oggi, prosegue il "silenzio stampa", buona parte del mondo civile è disinformato al riguardo e non si può, quindi, influire sui Governi. Possiamo ricordare l'art.35della citata Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del Bambino e chiederci quale risultato abbia ottenuto un documento così vincolante: "Gli Stati si impegnano a proteggere il bambino contro tutte le forme di sfruttamento sessuale e di violenza sessuale. A questo scopo, gli Stati adottano in particolare le misure adeguate sul piano nazionale, bilaterale e multilaterale per impedire il rapimento, la vendita, la tratta dei bambini a qualunque fine e sotto qualunque forma". 5. Nella complessa problematica giuridica e morale che viene continuamente ricordata e ripresentata ai Governi responsabili, appare sconcertante il fatto che certi Paesi tollerano, se non proprio favoriscono tale forma di turismo, per rimediare ai loro problemi economici e finanziari. Anzi, alcune delle loro agenzie si servono implicitamente e talvolta apertamente della prostituzione come mezzo di pubblicità o di attrazione. Restano sempre attuali le cause dell'aumento inquietante di questa prostituzione: sono innanzitutto la povertà crescente in larghi strati della popolazione interessata a questa piaga; l'attrattiva del guadagno di certi gruppi interessati che privilegiano la forma più vile di questo aspetto sociale: il sex‑turismo; il degrado umano di certi strati della popolazione derivati da una avvilente miseria. Bisogna inoltre aggiungere il forte richiamo del consumismo e il relativo desiderio di acquisire nuovi prodotti. Infine, lo sviluppo della pedofilia, in tutte le parti del mondo, procede di pari passo con la banalizzazione dei rapporti sessuali tra adulti e bambini. La pubblicità riservata a questo umiliante aspetto umano si associa all'attuale, esaltante letteratura che, oltre all'arroganza nell'imporre e giustificare inclinazioni puramente soggettive, rivela un'assenza di rispetto per le posizioni morali della maggioranza e si qualifica per il suo poco buon gusto. 6. Cosa dovremo pensare dei cosiddetti "sex‑turisti" che preferiscono spesso bambini sempre più piccoli, illudendosi così di sfuggire al rischio di contagio dell'AIDS. Invece, moltissimi bambini di vari continenti sono ormai siero‑positivi o sono già colpiti di AIDS. Quanti di questi bambini hanno pagato con la vita la deviante sessualità di questi turisti. Esempi e statistiche sono presenti negli archivi della Criminalpol. Recentemente alcuni operatori sociali, interessati al fenomeno, sono stati colpiti, per non dire "schoccati", nel rilevare il rapido progresso del turismo sessuale di cui sono vittime i bambini. Equipes di ricerca sono state attivate in vari Paesi, per riuscire ad ottenere un quadro sulla situazione e su buona parte delle loro esperienze ho ricavato elementi per questa relazione. Nel corso di un Seminario tenutosi a Chiangmai, in Thailandia, si sono acquisite delle informazioni che stentiamo a credere. Non si tratta più di qualche centinaia di migliaia di bambini, ma di milioni di bambini dai 6 ai quattordici anni (e talvolta anche più giovani) che vengono avviati alla prostituzione. Altre informazioni provenienti da tutto il mondo, rivelano un aumento drammatico della prostituzione infantile. 7. Varie istituzioni laiche e religiose, quali l'O.M.T, l'UNICEF, la Chiesa Cattolica con le sue varie iniziative, altre confessioni cristiani, si sono attivate per contenere questa alienante situazione. Vari enti hanno assunto l'impegno di promuovere una campagna internazionale per mettere fine allo sfruttamento dei bambini mediante il turismo sessuale. Un deciso contributo a questa campagna, che non dovrebbe lasciare indifferenti né istituzioni né persone di qualunque fede politica e religiosa, potrebbe partire da una decisa presa di posizione dell'opinione pubblica internazionale. Oggi i mass‑media e la pubblicità diffondono largamente l'immagine secondo la quale la facilità con cui si affronta un viaggio si sposa facilmente con la libertà di non essere più condizionati da situazioni locali. Ciò consente ai turisti di ricercare l'avventura esotica ed erotica, e di accantonare i principi morali che presiedono al loro usuale comportamento in patria. 8. Continua, purtroppo, il silenzio di buona parte della stampa e dei media nei confronti dello sfruttamento sessuale dei bambini. Sono pochi i giornali e i servizi radio‑televisivi che denunciano questa situazione. Ciò rivela interessi ed anomalie morali provenienti dall'opulento mondo dell'industrializzazione. Pochi sono informati che i diritti dei bambini sono violati in tanti modi e che questi poveri infelici sono ridotti al ruolo di semplice mercanzia che potrebbe essere definita con una frase oggi frequente: usa e getta. In certi Paesi i bambini diventano oggetto di ipoteca da parte degli stessi genitori che, impossibilitati a risarcire i debiti, si vedono costretti a cederli ai creditori che li rivendono ai mercanti del sesso. Talvolta, questo turpe mercato riesce più proficuo di quello delle armi e della droga. *Document de la Mission Permanente du Saint-Siège auprès de l'Organisation Mondiale du Tourisme, Rome.
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