PAPA FRANCESCO
UDIENZA GENERALE
Piazza San Pietro
Mercoledì, 4 novembre 2015
La Famiglia - 31. Rimetti i debiti
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
L’Assemblea del Sinodo dei Vescovi, che si è conclusa da poco, ha riflettuto a fondo sulla vocazione e la missione della famiglia nella vita della Chiesa e della società contemporanea. E’ stato un evento di grazia. Al termine i Padri sinodali mi hanno consegnato il testo delle loro conclusioni. Ho voluto che questo testo fosse pubblicato, perché tutti fossero partecipi del lavoro che ci ha visti impegnati assieme per due anni. Non è questo il momento di esaminare tali conclusioni, sulle quali devo io stesso meditare.
Nel frattempo, però, la vita non si ferma, in particolare la vita delle famiglie non si ferma! Voi, care famiglie, siete sempre in cammino. E continuamente scrivete già nelle pagine della vita concreta la bellezza del Vangelo della famiglia. In un mondo che a volte diventa arido di vita e di amore, voi ogni giorno parlate del grande dono che sono il matrimonio e la famiglia.
Oggi vorrei sottolineare questo aspetto: che la famiglia è una grande palestra di allenamento al dono e al perdono reciproco senza il quale nessun amore può durare a lungo. Senza donarsi e senza perdonarsi l’amore non rimane, non dura. Nella preghiera che Lui stesso ci ha insegnato – cioè il Padre Nostro – Gesù ci fa chiedere al Padre: «Rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori». E alla fine commenta: «Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe» (Mt 6,12.14-15). Non si può vivere senza perdonarsi, o almeno non si può vivere bene, specialmente in famiglia. Ogni giorno ci facciamo dei torti l’uno con l’altro. Dobbiamo mettere in conto questi sbagli, dovuti alla nostra fragilità e al nostro egoismo. Quello che però ci viene chiesto è di guarire subito le ferite che ci facciamo, di ritessere immediatamente i fili che rompiamo nella famiglia. Se aspettiamo troppo, tutto diventa più difficile. E c’è un segreto semplice per guarire le ferite e per sciogliere le accuse. E’ questo: non lasciar finire la giornata senza chiedersi scusa, senza fare la pace tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra fratelli e sorelle… tra nuora e suocera! Se impariamo a chiederci subito scusa e a donarci il reciproco perdono, guariscono le ferite, il matrimonio si irrobustisce, e la famiglia diventa una casa sempre più solida, che resiste alle scosse delle nostre piccole e grandi cattiverie. E per questo non è necessario farsi un grande discorso, ma è sufficiente una carezza: una carezza ed è finito tutto e rincomincia. Ma non finire la giornata in guerra!
Se impariamo a vivere così in famiglia, lo facciamo anche fuori, dovunque ci troviamo. E’ facile essere scettici su questo. Molti – anche tra i cristiani – pensano che sia un’esagerazione. Si dice: sì, sono belle parole, ma è impossibile metterle in pratica. Ma grazie a Dio non è così. Infatti è proprio ricevendo il perdono da Dio che, a nostra volta, siamo capaci di perdono verso gli altri. Per questo Gesù ci fa ripetere queste parole ogni volta che recitiamo la preghiera del Padre Nostro, cioè ogni giorno. Ed è indispensabile che, in una società a volte spietata, vi siano luoghi, come la famiglia, dove imparare a perdonarsi gli uni gli altri.
Il Sinodo ha ravvivato la nostra speranza anche su questo: fa parte della vocazione e della missione della famiglia la capacità di perdonare e di perdonarsi. La pratica del perdono non solo salva le famiglie dalla divisione, ma le rende capaci di aiutare la società ad essere meno cattiva e meno crudele. Sì, ogni gesto di perdono ripara la casa dalle crepe e rinsalda le sue mura. La Chiesa, care famiglie, vi sta sempre accanto per aiutarvi a costruire la vostra casa sulla roccia di cui ha parlato Gesù. E non dimentichiamo queste parole che precedono immediatamente la parabola della casa: «Non chiunque mi dice Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre». E aggiunge: «Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demoni nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti» (cfr Mt 7,21-23). E’ una parola forte, non c’è dubbio, che ha lo scopo di scuoterci e chiamarci alla conversione.
Vi assicuro, care famiglie, che se sarete capaci di camminare sempre più decisamente sulla via delle Beatitudini, imparando e insegnando a perdonarvi reciprocamente, in tutta la grande famiglia della Chiesa crescerà la capacità di rendere testimonianza alla forza rinnovatrice del perdono di Dio. Diversamente, faremo prediche anche bellissime, e magari scacceremo anche qualche diavolo, ma alla fine il Signore non ci riconoscerà come i suoi discepoli, perché non abbiamo avuto la capacità di perdonare e di farci perdonare dagli altri!
Davvero le famiglie cristiane possono fare molto per la società di oggi, e anche per la Chiesa. Per questo desidero che nel Giubileo della Misericordia le famiglie riscoprano il tesoro del perdono reciproco. Preghiamo perché le famiglie siano sempre più capaci di vivere e di costruire strade concrete di riconciliazione, dove nessuno si senta abbandonato al peso dei suoi debiti.
Con questa intenzione, diciamo insieme: “Padre nostro, rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori”. [Diciamolo insieme: “Padre nostro, rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori”].
Saluti:
Je salue cordialement les pèlerins de langue française, en particulier le collège Fénelon-Sainte Marie, de Paris, et les autres personnes venues de Suisse et de France.
Chères familles, je souhaite que vous puissiez redécouvrir, à l’occasion de l’Année de la Miséricorde, le trésor du pardon réciproque, et je prie pour que vous en soyez toujours les joyeux témoins.
Que Dieu vous bénisse !
[Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese, in particolare il collegio Fénelon-Sainte Marie di Parigi e gli altri fedeli venuti dalla Svizzera e dalla Francia.
Care famiglie, desidero che voi possiate riscoprire, in occasione dell’Anno della Misericordia, il tesoro del perdono reciproco, e prego perché voi ne siate sempre i giovani testimoni.
Che Dio vi benedica!]
I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, including those from England, Norway, Sweden, Japan, Korea and the United States of America. Upon you and your families I invoke the Lord’s blessings of joy and peace. God bless you all!
[Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente quelli provenienti da Inghilterra, Norvegia, Svezia, Giappone, Corea e Stati Uniti d’America. Su tutti voi e sulle vostre famiglie, invoco la gioia e la pace del Signore. Dio vi benedica!]
Von Herzen grüße ich die Brüder und Schwestern aus den Ländern deutscher Sprache, insbesondere die Teilnehmer an der Chorpilgerreise des Erzbistums München und Freising. Die Vergebung ist wesentlicher Teil unserer Berufung als Christen. Mit dem Blick auf das Beispiel der Heiligen wollen wir in der Familie, im Freundeskreis, am Arbeitsplatz und in der Gesellschaft die Versöhnung leben. Der Heilige Geist erfülle euch mit seiner Kraft und seinem Frieden.
[Con affetto saluto i fratelli e le sorelle provenienti dai paesi di lingua tedesca, in particolare i partecipanti al pellegrinaggio dei cori dell’Arcidiocesi di Monaco e Frisinga. Il perdono è parte integrante della nostra vocazione cristiana. Guardando l’esempio dei santi, vogliamo vivere la riconciliazione in famiglia, tra amici, negli ambienti di lavoro e nella società. Lo Spirito Santo vi colmi della Sua forza e pace.]
Saludo a los peregrinos de lengua española, en particular a los grupos provenientes de España y Latinoamérica. Pidamos a la Virgen María que nos ayude a vivir cada vez más las experiencias del perdón y de la reconciliación. Muchas gracias.
[Saluto i pellegrini di lingua spagnola, in particolare i gruppi provenienti dalla Spagna e dall’America latina. Chiediamo alla Vergine Maria che ci aiuti a vivere ogni volta di più le esperienze del perdono e della riconciliazione. Molte grazie.]
Com cordial afecto, saúdo todos os peregrinos de língua portuguesa, em particular o grupo brasileiro de Mogi das Cruzes. O Senhor vos abençoe, para serdes em toda a parte farol de luz do Evangelho para todos. Possa esta peregrinação fortalecer nos vossos corações o sentir e o viver com a Igreja. Nossa Senhora acompanhe e proteja a vós todos e aos vossos entes queridos.
[Con cordiale affetto, saluto tutti i pellegrini di lingua portoghese, in particolare il gruppo brasiliano di Mogi das Cruzes. Il Signore vi benedica, perché siate dovunque faro di luce del Vangelo per tutti. Possa questo pellegrinaggio rinvigorire nei vostri cuori il sentire e il vivere con la Chiesa. La Madonna accompagni e protegga voi tutti e i vostri cari!]
أُرحّبُ بالحجّاجِ الناطقينَ باللغةِ العربيّة، وخاصةً بالقادمينَ من الأراضي المقدسةِ ومن الأردن. المغفرةُ هي مقياسُ المحبةِ وهي وقودُها. فالحبُ الحقيقيُّ هو الذي يتخطى الصعابَ ويغفرَ الأخطاءَ. لنصلِّ كي تستطيع الأُسَرُ المسيحيّةُ أن تُجددَ كنزَ المغفرةِ المتَبَادَلةِ، خاصةً خلالَ يوبيل الرحمةِ. ليُبارِكْ الرّبُّ جميعَ العائِلاتِ، ويَحرِسْكُم جميعًا مِن الشِّرِيرِ!
[Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dalla Terra Santa e dalla Giordania. Il perdono è la misura dell’amore e il suo alimento. Il vero amore oltrepassa le difficoltà e perdona gli errori. Preghiamo affinché le famiglie cristiane possano rinnovare il tesoro del perdono reciproco, specialmente durante il Giubileo della misericordia. Il Signore benedica tutte le famiglie e vi protegga dal maligno!]
Pozdrawiam obecnych tu Polaków. W najbliższą niedzielę w Kościele w Polsce będzie obchodzony Dzień Solidarności z Kościołem Prześladowanym, organizowany przez Fundację Pomoc Kościołowi w Potrzebie i Konferencję Episkopatu Polski. W tym roku pomoc duchowa i materialna w sposób szczególny jest kierowana do chrześcijan w Syrii. Wasze dzieło modlitwy i solidarności niech przyniesie wytchnienie i wsparcie braciom i siostrom, którzy cierpią dla Chrystusa na Bliskim Wschodzie i na całym świecie. Niech wam towarzyszy moje błogosławieństwo. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus!
[Saluto i polacchi qui presenti. Domenica prossima nella Chiesa in Polonia si celebra la Giornata della Solidarietà con la Chiesa Perseguitata, promossa dalla Fondazione Aiuto alla Chiesa che Soffre insieme alla Conferenza Episcopale Polacca. Quest’anno l’aiuto spirituale e materiale è indirizzato particolarmente ai cristiani in Siria. La vostra opera di preghiera e di solidarietà porti sollievo e supporto ai fratelli e sorelle sofferenti per Cristo in Medio Oriente e in tutto il mondo. Vi accompagni la mia benedizione. Sia lodato Gesù Cristo!]
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Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. Saluto le Suore Oblate del Sacro Cuore di Gesù e le Suore di Santa Dorotea, in occasione dei rispettivi Capitoli Generali, il Gruppo Sielistes dei fratelli delle scuole cristiane e dei Lasalliani.
Saluto il gruppo del Vicariato Apostolico di Anatolia, l’Associazione Amicinsieme e la Fondazione Simpatia e Amicizia. Invito tutti a pregare per i defunti in questo mese di novembre, e il vostro pellegrinaggio alla Sede Apostolica rafforzi il senso di appartenenza all’unica famiglia ecclesiale.
Rivolgo un pensiero ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Ieri abbiamo celebrato la memoria di San Martino de Porres. La sua grande carità sia di esempio a voi, cari giovani, per vivere la vita come donazione; il suo abbandono in Cristo Salvatore sostenga voi, cari ammalati, nei momenti più difficili della sofferenza; e il suo vigore spirituale dia forza a voi, cari sposi novelli, nel vostro cammino coniugale.
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