MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AI PARTECIPANTI ALLA VI GIORNATA DEI
SACERDOTI ANZIANI E MALATI DELLA LOMBARDIA
[Santuario "Santa Maria del Fonte" di Caravaggio (Bergamo), 17 settembre 2020]
Cari fratelli sacerdoti,
mi rallegro che anche quest’anno, nonostante le limitazioni necessarie per contrastare la pandemia, vi siate ritrovati assieme ai vostri Vescovi nel Santuario della Madonna di Caravaggio.
Ringrazio la Conferenza Episcopale Lombarda, che da sei anni organizza questa giornata di preghiera e fraternità con il clero anziano e ammalato. È bella quest’attenzione dei pastori per la parte fisicamente più fragile del loro presbiterio. In realtà, siete sacerdoti che, nella preghiera, nell’ascolto, nell’offerta delle sofferenze, compite un ministero non secondario nelle vostre Chiese.
Ringrazio l’UNITALSI e quanti si adoperano per la buona riuscita di questo incontro. Col loro impegno concreto e con lo spirito che li anima, i volontari esprimono la gratitudine di tutto il popolo di Dio verso i suoi ministri.
Ed è soprattutto a voi, cari confratelli che vivete il tempo della vecchiaia o l’ora amara della malattia, che sento il bisogno di dire grazie. Grazie per la testimonianza di amore fedele a Dio e alla Chiesa. Grazie per l’annuncio silenzioso del vangelo della vita. Grazie perché siete memoria viva cui attingere per costruire il domani della Chiesa.
Negli ultimi mesi, tutti abbiamo sperimentato delle restrizioni. Le giornate, trascorse in uno spazio limitato, sembravano interminabili e sempre uguali. Abbiamo sentito la mancanza degli affetti più cari e degli amici; la paura del contagio ci ha ricordato la nostra precarietà. In fondo, abbiamo conosciuto quello che alcuni di voi, come anche molti altri anziani, vivete quotidianamente. Spero tanto che questo periodo ci aiuti a capire che, molto più dell’occupare spazi, è necessario non sciupare il tempo che ci viene donato; che ci aiuti a gustare la bellezza dell’incontro con l’altro, a guarire dal virus dell’autosufficienza. Non dimentichiamo questa lezione!
Nel periodo più duro, pieno «di un silenzio assordante e di un vuoto desolante» (Momento di preghiera, 27 marzo 2020), tanti, quasi spontaneamente, hanno sollevato il loro sguardo al Cielo. Con la grazia di Dio, può essere un’esperienza di purificazione. Anche per la nostra vita sacerdotale la fragilità può essere «come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai» (Mal 3,2) che, innalzandoci verso Dio, ci raffina e ci santifica. Non abbiamo paura della sofferenza: il Signore porta la croce con noi!
Cari fratelli, alla Vergine Maria affido ciascuno di voi. A lei, Madre dei sacerdoti, ricordo nella preghiera i tanti preti deceduti a causa di questo virus e quanti stanno affrontando il percorso di riabilitazione.
Vi mando di cuore la mia benedizione. E voi, per favore, non dimenticatevi di pregare per me.
Roma, San Giovanni in Laterano, 13 agosto 2020
Francesco
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