MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
IN OCCASIONE DELL'80° ANNIVERSARIO DELLO SBARCO IN NORMANDIA
A Sua Eccellenza Monsignor Jacques HABERT
Vescovo di Bayeux e Lisieux
Bayeux
Sono felice di unirmi, con il pensiero e la preghiera, a tutte le persone riunite in questa cattedrale di Bayeux per commemorare l’80° anniversario dello sbarco delle forze alleate in Normandia. Saluto tutte le autorità civili, religiose e militari presenti.
Serbiamo nella memoria il ricordo di quel colossale e impressionante sforzo collettivo e militare compiuto per ottenere il ritorno alla libertà. E pensiamo anche al prezzo pagato per quello sforzo: quei cimiteri immensi dove sono allineate migliaia di tombe di soldati — per la maggior parte giovanissimi e molti venuti da lontano — che hanno eroicamente dato la propria vita, permettendo così la fine della Seconda guerra Mondiale e il ripristino della pace, una pace che — almeno per l’Europa — dura da circa 80 anni. Lo sbarco richiama inoltre alla mente, suscitando sgomento, l’immagine di quelle città della Normandia completamente devastate: Caen, Le Havre, Saint-Lô, Cherbourg, Flers, Rouen, Lisieux, Falaise, Argentan... e tante altre; e vogliamo anche ricordare le innumerevoli vittime civili innocenti e tutti coloro che hanno subito quei terribili bombardamenti.
Ma lo sbarco evoca, più in generale, il disastro rappresentato da quel terribile conflitto mondiale in cui tanti uomini, donne e bambini hanno sofferto, tante famiglie sono state lacerate, tante rovine sono state provocate. Sarebbe inutile e ipocrita ricordarlo senza condannarlo e rifiutarlo definitivamente; senza rinnovare il grido di san Paolo VI alla tribuna dell’Onu, il 4 ottobre 1965: Mai più la guerra! Se, per diversi decenni, il ricordo degli errori del passato ha sostenuto la ferma volontà di fare tutto il possibile per evitare che scoppiasse un nuovo conflitto mondiale aperto, constato con tristezza che oggi non è più così e che gli uomini hanno la memoria corta. Possa questa commemorazione aiutarci a farcela ritrovare!
In effetti è preoccupante che l’ipotesi di un conflitto generalizzato sia talvolta presa di nuovo seriamente in considerazione, che i popoli si stiano pian piano abituando a questa inaccettabile eventualità. I popoli vogliono la pace! Vogliono condizioni di stabilità, di sicurezza e di prosperità, in cui ognuno possa compiere serenamente il proprio dovere e il proprio destino. Rovinare questo nobile ordine delle cose per ambizioni ideologiche, nazionaliste, economiche è una colpa grave dinanzi agli uomini e dinanzi alla storia, un peccato dinanzi a Dio.
Perciò, Eccellenza, desidero unirmi alla sua preghiera e a quella di tutti coloro che si sono riuniti nella sua Cattedrale:
Preghiamo per gli uomini che vogliono le guerre, per quanti le scatenano, le alimentano in modo insensato, le mantengono e le prolungano inutilmente, o ne traggono cinicamente profitto. Che Dio illumini i loro cuori, che ponga dinanzi ai loro occhi il corteo di sventure che provocano!
Preghiamo per gli operatori di pace. Volere la pace non è viltà, al contrario richiede tantissimo coraggio, il coraggio di saper rinunciare a qualcosa. Anche se il giudizio degli uomini è talvolta severo e ingiusto nei loro confronti, «gli operatori di pace... saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5, 9). Che, opponendosi alle logiche implacabili e ostinate dello scontro, sappiano aprire cammini pacifici di incontro e di dialogo. Che perseverino instancabilmente nei loro intenti e che i loro sforzi siano coronati da successo.
Preghiamo infine per le vittime delle guerre; le guerre del passato e quelle del presente. Che Dio accolga presso di Sé tutti coloro che sono morti in quei terribili conflitti, che vada in aiuto di tutti coloro che li subiscono oggi; i poveri e i deboli, le persone anziane, le donne e i bambini sono sempre le prime vittime di queste tragedie.
Che Dio abbia pietà di noi! Invocando la protezione di San Michele, Patrono della Normandia, e l’intercessione della Santa Vergine Maria, Regina della Pace, imparto di cuore, a ognuno, la mia Benedizione.
Francesco
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L'Osservatore Romano, Edizione Quotidiana, Anno CLXIV n. 127, giovedì 6 giugno 2024, p. 2.
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