DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AI MEMBRI DELLA CONFRATERNITA DELLA MADRE DI DIO DI MONTSERRAT (SPAGNA)
Cortile san Damaso
Sabato, 7 ottobre 2023
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Buongiorno a tutti (in catalano)
Benvenuti. Saluto cordialmente, il cardinale Omella, il padre abate di Montserrat, Manel Gasch, e gli altri vescovi, sacerdoti e religiosi presenti, e tutti i fedeli che partecipano a questo pellegrinaggio. Grazie, grazie per questa visita. Sono contento di ricevervi e di vedervi in questo giorno in cui celebriamo la nostra Madre celeste con il titolo di Nostra Signora del Rosario. Celebrare Maria è celebrare la vicinanza e la tenerezza di Dio che incontra il suo popolo, che non ci lascia soli, che ci ha dato una Madre che si prende cura di noi e ci accompagna. È celebrare la vicinanza di Dio, perché lo stile di Dio è vicinanza, compassione e tenerezza. Così ama Dio e vedendo Maria uno capisce la vicinanza di Dio, la compassione di Dio in una madre, e la tenerezza di Dio.
Voi siete venuti proprio come pellegrini a Roma per celebrare e rendere grazie al Signore per questa presenza di Maria tanto vicina che, da 800 anni, vi accompagna nel cammino della vita cristiana. Evochiamo ora la sua immagine: la Vergine di Montserrat, l’amata “Moreneta”, la Vergine nera, è seduta, con in braccio il Bambino, è la “Mare de Déu”, la Madre di Dio, e nella mano destra ha una sfera che simboleggia l’universo, è la “Regina e Signora di tutto il creato”.
Tener presente questa duplice vocazione di Maria a essere madre di Dio e madre nostra ci aiuta a riflettere sul tema scelto per questo pellegrinaggio: “Pietà popolare, amicizia sociale e confraternità universale”. Sappiamo che la devozione mariana significa molto nelle manifestazioni di pietà del santo popolo fedele di Dio. È la Madre. Pensiamo, in questi 800 anni di presenza a Montserrat quanti fedeli hanno visitato il suo santuario, hanno sgranato la corona del rosario e hanno chiesto con umiltà e semplicità alla Moreneta la sua intercessione per loro e per i propri cari! Quante, quante manifestazioni di affetto filiale, suppliche e azioni di rendimento di grazie! Quando il popolo di Dio va a visitare sua Madre, si esprime, si esprime in un modo che forse non usa tanto in un altro tipo di preghiera. Davanti alla Madre, è come se si risvegliassero i sentimenti più nobili di una persona. E quando Maria ascolta le nostre preghiere, fa questo gesto, che è il gesto più mariano. Indica Gesù: “Fate quello che vi dirà”. È il gesto tipicamente mariano. Indica il camino e parla a suo Figlio affinché ascolti.
La forza evangelizzatrice della pietà popolare crea condizioni favorevoli affinché i vincoli di amicizia e di fratellanza tra i popoli crescano e si rafforzino (cfr. Esortazione apostolica Evangelii gaudium, nn. 122-126). San Paolo vi lo aveva già capito e cambiò il nome, da “religiosità popolare” a “pietà popolare”. Nella sua Evangelii nuntiandi ci sono paragrafi molto chiari su questa grazia — è una grazia che hanno i popoli — della pietà popolare.
E anche in questo aspetto la devozione mariana ha un posto privilegiato. Maria è avvocata, però oggigiorno la parola avvocato è troppo funzionale. Meglio dire che è “facilitadora”, facilitatrice. Maria è facilitatrice nei conflitti e nei problemi, come nella mancanza di vino nelle nozze. Lei ci aiuta a “sciogliere i nodi” che possono crearsi in noi e tra noi. Vale a dire che Maria spiana anche il cammino dell’amicizia tra i popoli, invitandoci a volgere lo sguardo verso l’origine e la meta della nostra esistenza, che è Gesù Cristo. E questo ci incoraggia a seguire il suo esempio, percorrendo i sentieri della pace, della gentilezza, dell’ascolto e del dialogo paziente e fiducioso.
Fratelli e sorelle, la Vergine di Montserrat, con il mondo nelle sue mani, ci invita a vivere questa fratellanza universale, senza frontiere, senza esclusioni, che dissipa le ombre di un ambiente chiuso. Lei è attenta non solo a Gesù ma anche al “resto della sua discendenza” (Ap 12, 17). Lei, con il potere del Risorto, vuole partorire un mondo nuovo, dove tutti siamo fratelli, dove ci sia posto per ogni scartato delle nostre città, dove risplendano la giustizia e la pace (Lettera enciclica Fratelli tutti, n. 278). Per Lei non c’è scarto, è la Madre degli scartati, di quelli che noi scartiamo, perché va lì a cercarli. Non conosce l’atteggiamento di scartare nessuno. E, poiché è Madre, sa ascoltare tante cose, tante richieste, persino quando nascono da un cuore duplice, da un cuore non coerente con sé stesso, un cuore ingiusto, che fa del male. Ascolta, ascolta anche il figlio criminale.
È bello riflettere su questi temi e poter sperimentare insieme la gioia di annunciare Cristo tenuti per mano da Maria, Madre del Vangelo vivente e Stella della nuova evangelizzazione. Vi incoraggio ad andare avanti in questa missione, che è dono e compito.
Che Gesù vi benedica, che la Vergine si prenda cura di voi, è una buona custode, sa prendersi cura, e vi aiuti a continuare a camminare insieme. E, a proposito, vi chiedo, per favore, di non dimenticarvi di pregare per me. Grazie.
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L'Osservatore Romano, Anno CLXIII n. 231, sabato 7 ottobre 2023, p. 12.
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