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VIAGGIO APOSTOLICO IN POLONIA
 (1°-9 GIUGNO 1991)

GIOVANNI PAOLO II

ANGELUS

Piazzale del Parco Agrykola di Varsavia - Domenica, 9 giugno 1991

 

1. “Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano” (Mc 3, 32).

Così è stato durante gli anni, da quando sono stato chiamato dalla Sede di San Stanislao a Cracovia alla Sede di San Pietro a Roma.

Durante quegli anni ci radunavamo insieme con la Madre di Cristo per la preghiera. Specialmente per l’Angelus.

Ringrazio per questo i miei Connazionali. E ringrazio te, Madre, Signora di Jasna Gora, che eri con noi in questa preghiera - anche attraverso centinaia di chilometri di distanza geografica.

Eri con noi, Signora di Jasna Gora, come la “donna che schiaccia la testa al serpente” (cf. Gen 3, 15) con il suo “fiat” all’Annunciazione . . . sotto la croce.

Chi è Madre di Cristo, chi sono i suoi fratelli? Gesù stesso risponde: “Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre” (Mc 3, 35).

Questo si riferisce soprattutto a te, Madre del Redentore. Tu hai compiuto la volontà di Dio nel modo più perfetto.

La compi nel modo più perfetto. Radunati qui a Varsavia ti chiediamo aiuto - aiutaci a compiere la stessa volontà di Dio che è amore.

2. “Ecco la tua madre” (Gv 19, 27).

Cristo stesso disse queste parole dall’alto della croce. Le rivolse ad un uomo, al suo discepolo Giovanni.

Le ha rivolte ad ogni uomo.

“Ecco la tua madre”.

Sono le parole su Maria. Sono parole sulla madre, sulla donna. Si riferiscono indirettamente ad ogni madre, ad ogni donna. Queste parole si riferiscono a tutte le nostre madri in terra polacca. Riguardano tutte le donne polacche. Quanto deve ad esse la Nazione, ogni famiglia e tutta la Nazione. Sono state esse a dimostrarsi invincibili agli spartitori dello scorso secolo. Sono state esse ad ottenere, lottando, la nostra indipendenza. I nemici stessi ne rendevano testimonianza. Che cosa è successo con la maternità delle donne polacche in questo secolo, nelle esperienze del periodo che è passato? Sì. Il periodo è passato, ma gli effetti permangono. Sono effetti anche distruttivi. Chi è responsabile di essi? I responsabili sono molti. Dietro il peccato di una donna c’è di solito un uomo. Perché spesso nel momento in cui lei ha un particolare bisogno di coraggio e di aiuto da parte sua, egli egoisticamente la lascia a se stessa; o perfino la spinge a quel peccato che più tardi costituirà un grave rimorso di coscienza lungo tutta la sua vita. La responsabilità dell’uomo si nasconde nella colpa di lei, nel peso sulla coscienza di lei. E non mancano coloro che vorrebbero la proroga di questo stato di cose, il suo consolidamento, come qualcosa di normale e di legittimo.

Ecco la tua madre”. Cristo, il Figlio di Dio, dall’alto della croce ha pronunciato queste parole ad ognuno di noi, a tutte le donne polacche ed a tutti i polacchi, per tante generazioni. Anche a noi di oggi. Ecco la madre... Madre, sappiamo che ci sei. Non cessi di essere con noi nonostante le nostre debolezze, i nostri peccati, e le colpe a volte terribili. Aiutaci a ricostruire la famiglia polacca come una sacra alleanza sacramentale di persone, come un rifugio di generazioni. Che questa famiglia sia un autentico ambiente d’amore e di vita, vero, responsabile. Sia ogni famiglia la prima scuola del grande comandamento dell’amore - di quell’amore, che “è paziente, è benigno”, che “non cerca il suo interesse... non tiene conto del male ricevuto”, che “si compiace della verità” di un amore che “tutto sopporta” (1 Cor 13, 4-7).

Aiutaci a ricostruire la famiglia polacca. Il futuro dell’uomo passa attraverso le famiglie. Dalle famiglie dipende il futuro dell’uomo sulla terra patria. Da esse dipende il futuro della Polonia.

Dopo la preghiera dell’Angelus, il Santo Padre ha pronunciato le seguenti parole

Desidero infine ringraziare cordialmente il Signor Presidente della Repubblica insieme alla sua Consorte, il Signor Primo Ministro, e tutte le alte personalità della vita statale e pubblica per la loro presenza e per la preghiera comune. Accolgo e saluto i parlamentari della Boemia e della Slovacchia e li ringrazio perché hanno voluto oggi partecipare a questa Eucaristia. Un particolare saluto a tutta la Chiesa, che è a Varsavia e nell’Arcidiocesi, al Primate e ai suoi collaboratori nel servizio episcopale, ai sacerdoti, alle congregazioni religiose maschili e femminili, ai seminaristi, a tutti i fedeli, fratelli e sorelle. Con il cuore abbraccio tutta questa grande assemblea eucaristica, tutti i cari ospiti dall’Est, dal Sud, dall’Ovest e dal Nord. Tutti coloro che sono uniti con noi spiritualmente e coloro che sono con noi grazie alla televisione e alla radio. Abbraccio col cuore da questo luogo, da Varsavia, dalla Capitale, da questo altare, tutta l’amata Patria, le campagne e le città, le diocesi presenti qui attraverso i loro vescovi, gli arcivescovi e i cardinali, soprattutto quelle diocesi che non mi è stato ancora possibile visitare: Gorzów, Siedlce, Drohicin, e forse anche altre. Saluto Danzica e Stettino, la Slesia, Katowice, Wroclaw e Opole, Cracovia e Lublino, il mare, le montagne, e le pianure. Saluto ogni famiglia. Che le madri in attesa dicano un giorno ai propri figli che il Papa li ha salutati e benedetti ancor prima che nascessero. Saluto le persone sole, i bambini, i giovani, le persone in età avanzata, i poveri, i disoccupati, tutti coloro che si sentono minacciati dall’incertezza. Bacio calorosamente sulla fronte tutti coloro che soffrono nel corpo e nello spirito, gli ammalati, gli abbandonati, i portatori di handicap.

Voi, fratelli e sorelle, attraverso il vostro sacrificio accolto ed offerto a Dio con fede, costruite in modo particolare la Chiesa di Cristo. L’immagine di questa comunità Eucaristica rimarrà viva nel mio cuore insieme all’immagine di questa meravigliosa natura dei dintorni di Varsavia in tutto lo splendore della primavera polacca, del verde vivo. Me ne rallegro e ringrazio per questo, e lo porto come me per gli anni futuri, finché Dio permetterà, come una parte di un’eredità anche mia. A tutti ripeto insieme all’Episcopato polacco: “Non spegnete lo Spirito e rendete grazie a Dio”.



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