CONCELEBRAZIONE NELLA BASILICA VATICANA IN OCCASIONE
DELL'80° ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DELL'UNITALSI
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II
Venerdì, 11 febbraio 1983
1. “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore!”.
I sentimenti di gratitudine e di letizia di Maria santissima in visita alla parente Elisabetta, che sono espressi nel cantico del Magnificat ora letto nel Vangelo, sono anche i sentimenti di voi tutti, cari fratelli e sorelle, che, nel giorno in cui si ricorda la prima apparizione della Madonna a Lourdes, siete venuti numerosi a questa Basilica.
Questo incontro di preghiera ha per voi un significato particolare anche perché quest’anno l’UNITALSI commemora gli ottant’anni della sua fondazione e io sono lieto di partecipare alla vostra esultanza per tale data così importante, che ha segnato l’inizio di un periodo ricco di intensa spiritualità eucaristico-mariana e denso di attività caritativa e formativa. Quell’anno 1903, come voi ben sapete, Giovan Battista Tomassi, vicino alla disperazione a motivo della malattia che non riusciva ad accettare, si era recato a Lourdes per mettere fine alla sua vita, proprio davanti alla grotta di Massabielle, con un gesto di aperta e clamorosa ribellione. E invece avvenne la sua conversione: Maria santissima gli ottenne la grazia della luce interiore ed egli, profondamente compreso del valore del messaggio cristiano, scrisse le prime regole dell’Associazione che, nel suo successivo sviluppo, sarebbe diventata l’Unione nazionale italiana per il trasporto degli ammalati a Lourdes e a Santuari italiani (UNITALSI).
Dal primo gruppo di centottanta persone che diede vita al Comitato, oggi gli aderenti all’UNITALSI sono migliaia, sparsi in tutta Italia, presenti ed efficaci con la loro testimonianza di fede e di carità nelle diocesi e nelle parrocchie. Da allora un senso di più profonda fiducia e di più coraggiosa rassegnazione è penetrata nell’intimo di tanti malati e uno spirito di maggiore carità ha animato tanti medici, infermieri, infermiere, sacerdoti, religiose, barellieri, accompagnatori, dame della carità, che si sono messi a totale servizio dei malati, non solo durante i pellegrinaggi, ma anche nella vita quotidiana. Da allora, centinaia di treni e di pullman sono partiti verso Lourdes e altri Santuari, colmi di fede e di speranza, organizzati con sensibilità ed esperienza per procurare ai sani e agli infermi la mistica esperienza del pellegrinaggio. Ringraziamo insieme il Signore e la Vergine santissima, per tutto il bene che in ottant’anni l’UNITALSI ha compiuto!
2. Anche la prima Lettura della Messa ci parla di gioia. Il profeta Isaia dice: “Rallegratevi con Gerusalemme, esultate per essa quanti la amate. Sfavillate di gioia con essa voi tutti, che avete partecipato al suo lutto . . . Come una madre consola un figlio, così io - dice il Signore - vi consolerò: in Gerusalemme, sarete consolati. Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore . . .” (cf. Is 66, 10-14). Il profeta si riferiva al dramma dell’esilio babilonese, che avrebbe dovuto terminare con il ritorno degli ebrei nella Santa Città. Nella lettura del Vangelo incontriamo poi la gioia di Elisabetta e di Giovanni Battista, prima ancora della nascita, e quella di Maria che esprime il suo “Magnificat” di lode, di letizia e di ringraziamento (cf. Lc 41-55).
Parlare di gioia a voi, cari ammalati, può sembrare strano e contraddittorio; eppure proprio in questo sta lo sconvolgente valore del messaggio cristiano. Gesù portando la luce della Verità mediante la Rivelazione e la salvezza dal peccato mediante la Redenzione, ha donato all’umanità il tesoro della vera gioia: “Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” (Gv 15, 11). “Nessuno vi potrà togliere la vostra gioia . . . Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena” (Gv 16, 23. 24). È una gioia interiore, misteriosa, talvolta anche solcata di lacrime, ma sempre viva, perché nasce dalla certezza dell’amore di Dio, che sempre è Padre, anche nelle circostanze dolorose e avverse della vita, e del valore meritorio ed eterno dell’intera esistenza umana, specialmente di quella tribolata e senza umane soddisfazioni.
San Paolo scriveva al primi cristiani e, in loro, anche a noi, per nostro perenne insegnamento e conforto: “Lo Spirito attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria. Io ritengo infatti che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura, che dovrà essere rivelata in noi” (Rm 8, 16-18). “Infatti, il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria, perché noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili” (2 Cor 4, 17-18).
“Il Cristo non ha abolito la sofferenza - dicevano i Padri del Concilio Vaticano II nel loro messaggio al poveri e agli ammalati - e non ha voluto neppure svelarne interamente il mistero; l’ha presa su di sé e ciò è sufficiente perché noi ne comprendiamo tutto il valore . . .”. Questa è la sola verità capace di rispondere ai nostri interrogativi e di apportarvi un sollievo senza illusioni.
Con fede profonda, il grande Blaise Pascal così si esprimeva nella sua: “Preghiera per chiedere a Dio il buon uso delle malattie”: “Fate, o mio Dio, che io adori in silenzio l’ordine della vostra provvidenza adorabile sul governo della vita . . . Fatemi la grazia di unire alle mie sofferenze le vostre consolazioni, affinché io soffra da cristiano . . . Domando, o Signore, di provare insieme i dolori della natura a cagione dei miei peccati e le consolazioni del vostro Spirito, per effetto della grazia vostra . . .”.
E santa Bernardetta Soubirous, che nella sua fanciullezza aveva provato gli stenti della fame e conosceva la preziosità del pane, così pregava: “O Gesù, datemi, ve ne prego, il pane dell’umiltà, il pane dell’obbedienza, il pane della carità! . . . O Gesù, voi volete crocifiggermi: “fiat!”. Datemi il pane della forza per ben soffrire, il pane di veder solo voi in tutto e sempre. Gesù, Maria, la Croce: io non voglio altri amici fuori di questi!”. Veramente il Vangelo, essendo messaggio di Verità assoluta e definitiva, è anche messaggio di autentica gioia, perché dà significato e valore alle nostre sofferenze.
3. Un ultimo pensiero voglio ancora affidare alla vostra bontà e alle vostre preghiere e intenzioni. Desidero cioè raccomandarvi di cuore i grandi avvenimenti che contrassegnano la vita della Chiesa in questo anno: il buon esito spirituale dell’Anno Santo giubilare della Redenzione che sarà celebrato in tutte le diocesi del mondo; il prossimo Congresso Eucaristico Nazionale che si terrà a Milano nel mese di maggio; il Sinodo dei Vescovi, in autunno, sul tema: “Riconciliazione e penitenza”; i viaggi apostolici, che con fiducia in Dio e in Maria desidero prossimamente intraprendere per manifestare pubblicamente il messaggio di Cristo, per unire gli animi nella fraternità e nella comprensione, per consolare i miseri e gli afflitti.
Elevate all’Altissimo, mediante l’intercessione della nostra Madre celeste, le vostre preghiere e le vostre sofferenze per la salvezza delle anime! L’uomo moderno ha un essenziale bisogno di fede certa e sicura. Il fenomeno della “secolarizzazione” alla fine non appaga, non soddisfa, e lascia l’uomo moderno deluso e nostalgico di Verità autentica e sicura. Siate voi, con la vostra vita e le vostre orazioni, l’olio prezioso, grazie al quale, nella Chiesa e in ogni cristiano, risplenda sempre la lampada della fede e della carità!
4. Carissimi! Dopo le apparizioni della Madonna, la piccola Bernardetta Soubirous visse sempre con una pungente nostalgia del cielo. Ripeteva spesso: “Andiamo in cielo, lavoriamo per il cielo, tutto il resto è niente!”. E soggiungeva: “Il cielo, bisogna che me lo guadagni!”.
Desidero anch’io esortare tutti a guardare verso il cielo, là dove è la nostra vera patria (cf. Fil 3, 20-21); là, dove c’è il posto per noi preparato (cf. Gv 14, 2-3). Maria santissima vi illumini nel vostro cammino, vi sostenga e vi sia di conforto in quest’ora e in ogni giorno della vostra vita. Amen.
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