VIAGGIO APOSTOLICO IN COREA, PAPUA NUOVA GUINEA,
ISOLE SALOMONE E THAILANDIA
SANTA MESSA PER L'EVANGELIZZAZIONE
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II
Mount Hagen (Papua Nuova Guinea)
Martedì, 8 maggio 1984
1. “La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi” (2 Cor 13, 13).
Salute a voi, popolo delle montagne e cittadini di Papua Nuova Guinea. Salute a voi che appartenete a molti gruppi diversi, con diversi costumi e linguaggi. Salute a voi, figli e figlie della Chiesa e in particolare a voi, fedeli di Mount Hagen, che vi siete dedicati in special modo alla Santissima Trinità. Partecipando all’unico cibo che è l’Eucaristia, corpo di Cristo, siete diventati un unico popolo di Dio, che è il mistico corpo di Cristo, la sua santa Chiesa.
La Chiesa di Papua Nuova Guinea, cento anni dopo la sua istituzione, celebra oggi solennemente la sua unità con la Chiesa universale, per la presenza del Vescovo di Roma, il successore di san Pietro.
2. La storia dell’evangelizzazione nel vostro Paese, e la crescita della Chiesa ci rivela la grande, e, meravigliosa opera che Dio ha compiuto fra voi. Guardiamo solo per un momento quella parte di storia della salvezza realizzata qui nella vostra terra.
Dopo il fallimento dei primi tentativi di evangelizzazione, un’ininterrotta attività missionaria si sviluppò a partire dalla fine del secolo scorso. I missionari del Sacro Cuore portarono il Vangelo in New Britain e nella costa meridionale dell’isola della Nuova Guinea. Alcuni anni dopo, i padri Verbiti cominciarono ad evangelizzare la costa nord-est della Nuova Guinea, e i Maristi iniziarono la loro attività missionaria nell’isola Bougainville.
Da queste originarie zone missionarie emersero finalmente cinque vicariati apostolici: Rabaul, Papua, East Nuova Guinea, Nuova Guinea Centrale e le Salomone del Nord. Queste, a loro volta, erano diventate quindici, quando, nel 1966, fu istituita a Papua Nuova Guinea la gerarchia, in riconoscimento della maturità ormai raggiunta dalla Chiesa locale. Oggi esistono quattro sedi metropolitane con quattordici diocesi:
- Rabaul, con le diocesi suffraganee di Bougainville e Kavieng;
- Port Moresby, con le diocesi suffraganee di Alotau-Sideia, Bereina, Daru e Kerema;
- Madang, con le diocesi suffraganee di Aitape, Lae Vanimo e Wewak;
- Mount Hagen, con le diocesi suffraganee di Goroka, Kundiawa, Mendi e Wabag.
La Chiesa ha veramente messo radici ovunque fra l’amato popolo di questo Paese: dalle più piccole delle vostre innumerevoli isole alla più grande isola della Nuova Guinea.
Uniti con l’intera comunità ecclesiale che vive a Papua Nuova Guinea, tutti noi oggi rendiamo grazie e lode alla Santissima Trinità perché l’eterno piano di Dio della rivelazione e della salvezza è stato realizzato tra il popolo di Dio in questo Paese, quel piano eterno di cui san Paolo scrive nella sua lettera agli Efesini.
3. Nel tempo stabilito, il divino mistero, rivelato in Gesù Cristo, è stato reso noto ai figli e alle figlie di Papua Nuova Guinea, il mistero che fu prima elevato dallo Spirito Santo agli apostoli e ai profeti, in particolare nel giorno di Pentecoste. Per mezzo dell’opera missionaria della Chiesa, i figli e le figlie di questo Paese sono venuti “a partecipare alla stessa eredità, a formare lo stesso corpo, ad essere partecipi della promessa in Cristo Gesù per mezzo del Vangelo” (Ef 3, 6).
Tutti coloro che hanno contribuito e che ancora stanno contribuendo a questo servizio ecclesiale di evangelizzazione - parlo dei missionari e dei loro collaboratori, viventi e defunti oggi - rendono grazie alla Santissima Trinità, perché a loro “è stata concessa la grazia di annunciare ai gentili le imperscrutabili ricchezze di Cristo, e di far splendere agli occhi di tutti qual è l’adempimento del mistero nascosto da secoli nella mente di Dio creatore dell’universo” (Ef 3, 8-9).
4. Celebrando l’Eucaristia ci avviciniamo al nostro Padre celeste, ponendo la nostra speranza e fiducia “in Cristo Gesù, nostro Signore, il quale ci dà coraggio di avvicinarci per la nostra fede in lui” (Ef 3, 11-12).
Ricordiamo come Cristo pregava per i suoi discepoli il giorno prima della sua passione redentrice e della sua morte: “Padre Santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola come noi” (Gv 17, 11).
“Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu mi hai mandato nel mondo, anch’io li ho mandati nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità” (Gv 17, 17-19).
Così pregava Cristo il giorno prima di morire. Egli pregava non soltanto per gli apostoli che erano con lui nella stanza al piano di sopra, ma anche per coloro che per la loro parola crederanno in lui (cf. Gv 17, 20).
Egli pregava anche per coloro che portano la luce del Vangelo qui, a Papua Nuova Guinea.
Egli pregava anche per coloro che avevano accettato la buona novella proclamata in suo nome durante gli ultimi cento anni. Egli pregava anche per coloro che professano la fede in lui e che comunicano il Vangelo agli altri.
Nella sua preghiera sacerdotale Gesù pregava per tutti coloro che avrebbero creduto in lui fino alla fine dei tempi. In quella preghiera egli abbracciava tutti i popoli e tutte le nazioni, proprio come li abbracciò nella redenzione compiuta per mezzo della sua crocifissione e risurrezione.
5. Insieme a voi, oggi desidero rendere grazie e lodi alla Santissima Trinità perché il popolo di Papua Nuova Guinea appartiene a Dio. Esso è un popolo redento dal sangue prezioso di Gesù Cristo. Io rendo grazie perché voi appartenete alla comunità della Chiesa di Cristo, perché voi siete una cosa sola in unione con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, proprio come Cristo nella sua preghiera sacerdotale pregò che voi sareste stati “tutti una cosa sola. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato . . . e li hai amati come hai amato me” (Gv 17, 21.23).
Io prego perché quest’amore divino si riveli sempre più in voi e fra voi; che vi guidi con sicurezza nel futuro; che vi renda capaci di camminare nella vita qui sulla terra: e che terra meravigliosa avete intorno a voi senza perdere di vista la vita eterna e l’eterna comunione con Dio.
Così, “il piano del mistero nascosto da secoli nella mente di Dio” (Ef 3, 9) sarà pienamente realizzato e diventerà visibile nella vita di ognuno di voi e in tutta l’umanità, quel disegno eterno che il Padre “ha attuato in Cristo Gesù nostro Signore” (Ef 3, 11).
Atto di affidamento a Maria
Al termine di questa celebrazione eucaristica a Mount Hagen, rivolgiamo le nostre menti e i nostri cuori alla beata vergine Maria:
O Maria, madre di Dio, ti ringrazio per l’amore che nutri per i tuoi figli e le tue figlie in Papua Nuova Guinea, e per la cura materna con la quale hai sostenuto i missionari che hanno predicato il Vangelo del tuo Figlio in questo Paese.
O Madre amorosa, io affido al tuo Cuore Immacolato tutti i tuoi cari figli nella Chiesa e tutto il popolo di questo Paese. Ti affido i vescovi, sacerdoti e diaconi, che continuano a proclamare qui la buona novella della salvezza e della redenzione. Ti affido i religiosi, uomini e donne, i quali pure si volgono a te con fiducia come a loro speciale modello e guida.
O Madre del Verbo incarnato, ti affido i catechisti e i responsabili laici della Chiesa, le famiglie, i malati e i sofferenti, i prigionieri e le persone sole, i giovani e gli anziani: tutto il laicato di Papua Nuova Guinea. Ti chiedo di portarli amorosamente al tuo unico Figlio, il salvatore del mondo, perché voglia guarire quelli che soffrono, riconciliare quanti sono nel peccato, far rinascere la speranza a coloro che hanno il cuore spezzato (Lc 10, 2).
O Madre degli apostoli, Madre della Chiesa, ti affido la grande opera dell’evangelizzazione, e tutti coloro che lavorano per il regno di Dio proclamando il Vangelo di Cristo. E ti faccio una supplica fervida per le vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa. Chiedi al padrone della messe di mandare operai nella sua vigna.
O Madre del Dio vivente, mostraci la via alla grazia e alla salvezza.
Sia benedetto il frutto del tuo grembo, Gesù!
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