LITURGIA DELL'ORDINAZIONE PRESBITERIALE
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II
Solennità dell'Ascensione del Signore
1. “Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra . . .” (Mt 28, 18). Secondo il testo del Vangelo di Matteo queste precise parole sigillano l’opera messianica di Cristo in terra. Esse direttamente precedono anche la sua Ascensione.
“Ogni potere . . .”.
Noi pensiamo al potere secondo le categorie che si riferiscono al dominio dell’ordine sociale, alla giustizia di questo mondo.
Gesù Cristo va oltre queste categorie. Il potere che gli è stato dato in cielo e in terra - il potere che gli è proprio - è la forza di offrire se stesso per la vita del mondo: la potenza della redenzione mediante l’amore.
Questa potenza ha raggiunto il suo zenit nel mistero pasquale. Il sacrificio della croce e la risurrezione sono il culmine di questa potenza.
Mediante l’Eucaristia, quel “potere” di Cristo - la forza di offrire se stesso per la vita del mondo - viene partecipata quotidianamente dalla Chiesa. Diventa il cuore stesso della sua missione e del suo servizio.
Voi, carissimi, ai quali è stato dato di ricevere il Sacramento del sacerdozio nella solennità dell’Ascensione del Signore, dovete averlo costantemente presente davanti agli occhi. Il sacramento del sacerdozio è legato strettamente all’Eucaristia. Cristo condivide con voi in modo del tutto particolare questo “potere” che è stato dato soltanto a lui “in cielo e in terra”.
2. Secondo il testo degli Atti degli apostoli (At 1, 8), Cristo risorto, prima di andare al Padre, ha rivolto queste parole agli apostoli: “Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni”.
Oggi, nel corso della liturgia delle ordinazioni sacerdotali, preghiamo specialmente affinché scenda lo Spirito Santo. Cantiamo “Veni Creator Spiritus”, e ci apriamo con tutto il cuore ai suoi doni. Nella potenza dello Spirito Santo dovete ricevere e accogliere il sacramento del sacerdozio. Egli è creatore di questo sacerdozio in ciascuno di voi: “Creator Spiritus”.
La sua discesa è indispensabile.
Dato che dovete diventare testimoni, indispensabile è la sua discesa, indispensabile è l’intervento interiore della sua potenza.
Voi non avete udito con i vostri orecchi le parole di Gesù di Nazaret. Non lo avete seguito sulle strade di Galilea e di Giudea. Non lo avete visto risorto dopo la crocifissione. Non lo avete visto salire al cielo.
Eppure . . .
Dovete essere testimoni di Cristo crocifisso e risorto, testimoni di colui che “siede alla destra del Padre”.
Dovete essere testimoni di questo potere, che è stato dato a lui - e soltanto a lui - in cielo e in terra.
Anzi, dovete essere amministratori dell’Eucaristia e di tutti i sacramenti, nei quali questo “potere” è partecipato alla Chiesa per la salvezza del mondo.
3. Perciò, oggi, giorno in cui, come Vescovo di Roma, vi ordino sacerdoti, risento in modo particolarmente profondo ciò che leggiamo nella lettera di san Paolo agli Efesini dell’odierna liturgia.
Con le parole di questa lettera prego per voi e in pari tempo formulo voti affinché “il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una più profonda conoscenza di lui”;
perché illumini “gli occhi della vostra mente per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati” (Ef 1, 17.18).
Proprio così. Che vi faccia comprendere la vocazione che lo Spirito Santo conferma oggi nei vostri cuori col sigillo del sacramento del sacerdozio.
Prego, e di cuore auspico, che il tesoro di gloria racchiuso nella sua eredità fra i santi e “la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi credenti” (Ef 1, 19) rimangano in voi sempre vivi.
4. Accostatevi adesso per ricevere l’ordinazione sacerdotale. Quando vi prostrerete durante le litanie dei santi, si avvicini a ciascuno di voi, nel mistero della sua Ascensione, quel Cristo che è la pienezza: colui la cui pienezza “si realizza interamente in tutte le cose” (Ef 1, 23).
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