VIAGGIO APOSTOLICO
A CAPO VERDE, GUINEA BISSAU, MALI, BURKINA FASO E CIAD
CELEBRAZIONE MARIANA NELLA CATTEDRALE
DI «NOSTRA SIGNORA DELLA PACE»
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II
N’Djamena (Ciad) - Martedì, 30 gennaio 1990
Cari fratelli e sorelle,
1. Lasciatemi esprimere tutta la gioia di essere in mezzo a voi, di poter esprimere con voce l’affetto che provo per voi. Sono particolarmente felice che il mio primo approccio con la Chiesa del Ciad abbia luogo sotto gli auspici di Nostra Signora della Pace.
Di tutto cuore, affido a Maria questo incontro e quelli che seguiranno, con le sue attenzioni di Madre ci aiuti a cercare ciò che vi è di meglio per la salute spirituale dei suoi figli ciadiani, che porremo insieme sotto la sua materna protezione al termine di questa celebrazione in suo onore.
2. Il vostro Paese ha conosciuto molte sofferenze: sofferenze dovute alla siccità ed alla carestia; sofferenze causate da dolorosi anni di guerra e recentemente dalla catastrofe aerea che ha portato il lutto presso le vostre famiglie e ha privato la comunità diocesana di Moundou del suo pastore, Mons. Balet.
È quindi con emozione che arrivando ho baciato la vostra terra, che ora vedo questa città di N’Djamena rinascere dalle sue rovine e che scopro questa sera la vostra cattedrale ricca di gioventù e di luci. Sia benedetto Dio per la gioia che ci dona per essere qui riuniti!
3. Dopo la prova, il vostro Paese è apertamente impegnato sulla via del rinnovamento. Generosamente e con grande dinamismo, i ciadiani hanno intrapreso il cammino dell’unità e della pace. Auspico che questa pace si consolidi e sia per tutti portatrice di gioia nella perseverante ricerca del perdono e della riconciliazione. Mi auguro che conserviate la speranza ben viva nei vostri cuori perché il Signore vi ama ed è con voi. Come San Paolo vi dico: “Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù” (Fil 4, 6-7).
4. Abbiate fiducia nella vita, abbiate fiducia gli uni negli altri, per ricostruire con tutti gli uomini di buona volontà, un Ciad più bello, un Ciad riconciliato, un Ciad unito nella pace. Figli e figlie del Ciad, lavorate insieme, nella pazienza che è una grande vostra virtù, per fare di questo Paese una terra in cui si sia felici di vivere. E soprattutto conservate la speranza, come Maria che ha creduto per prima che ha sperato contro ogni speranza, che ci precede e ci incoraggia nel nostro pellegrinaggio, orientandoci sempre verso suo Figlio.
5. In qualità di battezzati, avete un compito specifico da svolgere fra i vostri fratelli e le vostre sorelle del Ciad. Siete chiamati ad essere dei segni dell’amore di Cristo. Sull’esempio di Nostra Signora, che ha voluto restare un’umile serva, quest’amore deve tradursi in servizio.
6. La vostra Chiesa è ancora giovane, poiché i primi missionari cattolici sono arrivati in Ciad solamente sessant’anni fa. Ed ecco, essa annovera già un figlio del suo Paese tra i membri della Conferenza Episcopale.
È stato possibile costituire cinque diocesi. Il numero delle vocazioni sacerdotali è in crescita. La vita religiosa è in pieno sviluppo. In breve, il Ciad è una buona terra e vale la pena seminarvi a piene mani. È quello che hanno fatto e continuano a fare i sacerdoti, i religiosi, le religiose, come anche i laici venuti da altri paesi. In nome dei cattolici ciadiani, li ringrazio per il loro apostolato devoto e per il loro zelo nel percorrere centinaia di chilometri di strada per formare catechisti, animare dispensari, insegnare le lingue, aprire laboratori, costruire dei rapporti sinceri con quei popoli del Ciad che sono sensibili alle testimonianze di dedizione disinteressata.
Continuate a seminare nella buona terra del Ciad! Continuate anche a sensibilizzare i cristiani sull’importante problema delle vocazioni sacerdotali e religiose, in quanto bisogna anche pensare al ricambio degli agenti pastorali. Aiutate le comunità a scoprire il ruolo che esse possono svolgere per favorire la fioritura di generose vocazioni autoctone, così come per sostenere materialmente quelli e quelle che rispondono alla chiamata di Dio.
7. La vostra Chiesa è cresciuta molto in fretta. Forse il messaggio evangelico non ha ancora avuto il tempo di essere sufficientemente assimilato dalla comunità dei battezzati. Bisogna quindi continuare l’annuncio della Buona Novella. Lasciate che vi inviti ad aprire i vostri cuori al messaggio cristiano, sull’esempio di Nostra Signora, che serbava gli avvenimenti della vita di Cristo “meditandoli nel suo cuore” (Lc 2, 19).
Come avete saputo, l’anno scorso, nella festa dell’Epifania del Signore, ho annunciato la convocazione di una Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per l’Africa. Vi esorto a partecipare alla preparazione di questo grande avvenimento che ridarà vigore all’evangelizzazione nel vostro continente alla vigilia del terzo millennio.
Carissimi figli e figlie, aiutatevi a vicenda a scoprire modi di vita che costituiscono un ulteriore arricchimento dei valori già esistenti: accettazione, accoglienza, perdono e aiuto reciproci, solidarietà. Che la luce del Vangelo permette tutte le attività umane: la politica, l’economia, la famiglia, la salute, la cultura, la scienza, i rapporti umani!
8. Mi rallegro che molti tra voi, rispondendo all’invito dei vostri Vescovi, abbiano posto la loro persona e la loro competenza al servizio della realtà del Paese: asili, scuole elementari, collegi e licei, biblioteche, circoli giovanili, centri di formazione professionale, centri per portatori di handicap e non vedenti. La vostra partecipazione allo sforzo comune per lo sviluppo, la vostra presenza nelle diverse associazioni al servizio di tutti negli ospedali, nei dispensari, i gruppi di agricoltori che vogliono migliorare la vita dei loro villaggi, tutto ciò costruisce il futuro e ridona speranza a quelli che sarebbero tentati di scoraggiarsi. Comportandovi così voi siete segno dell’amore di Cristo. Continuate sul cammino intrapreso. Vi incoraggio in nome del Signore che non è venuto per essere servito ma per servire.
9. È grazie all’azione insostituibile dei cristiani laici che la Chiesa può dare il suo contributo allo sviluppo della nazione. La società ciadiana di domani sarà ciò che i ciadiani stessi vogliono farne oggi. Un paese reca l’immagine delle convinzioni di coloro che l’hanno costruito. Ecco perché è importante che la Chiesa sia presente nei cantieri del mondo, ed è con il lavoro dei laici che la Chiesa può essere principio vitalizzante della società umana. In tal modo, il laico cristiano è chiamato a divenire una presenza della Chiesa nel mondo, nella famiglia, nell’ambiente di lavoro, nelle responsabilità sociali. E ciò che lo mobilita nella costruzione di una nazione, è il comandamento nuovo di amare come Cristo stesso ci ha amati (cf. Gv 13, 34). L’amore di ogni uomo, creato ad immagine di Dio, permette di vincere gli ostacoli allo sviluppo e di allargare i cuori al di là della famiglia o del gruppo sociale per raggiungere la dimensione della nazione.
Per impegnarsi in questo cammino di carità, ognuno ha bisogno di una conversione personale e di un rinnovamento spirituale che ha le sue radici nella preghiera. È la preghiera che rende feconda l’azione per lo sviluppo in quanto essa fa dei cristiani una “luce nel Signore” che aiuta a comportarsi da “figli della luce” (cf. Ef 5, 8). Nutritevi altresì della Parola di Dio. È questo che vi renderà saggi e vi comunicherà un’arte di vivere cristianamente in mezzo agli uomini.
Sforzatevi di essere dei testimoni dell’amore di Cristo mettendo in pratica la sua Parola di Vita.
Quando aiutate il vostro prossimo, chiunque egli sia, voi annunciate la Buona Novella di Cristo, che rende possibile la fratellanza universale.
Quando visitate un malato, voi siete un segno della pietà di Cristo nei confronti di coloro che soffrono.
Quando perdonate, persino il vostro peggior nemico, voi siete un segno del perdono di Cristo, che non ha mai nutrito odio nel suo cuore.
Quando vi rifiutate di accusare qualcuno senza prove, voi annunciate la venuta del Regno di Dio e della Sua giustizia, e nessuno ne è escluso.
Quando, sposi cristiani, voi restate fedeli nel matrimonio, siete un incoraggiamento per tutti ed un segno dell’alleanza eterna d’amore fra Dio e gli uomini.
Quando, giovani uomini e giovani donne, vi conservate per quello o quella che sarà il vostro coniuge, siete testimonianza del valore unico di un amore da costruire.
Quando irradiate Cristo, voi risvegliate il desiderio del dono totale al suo servizio e suscitate nuove vocazioni sacerdotali e religiose.
Quando, nella luce, chiamate male ciò che è male e vi rifiutate di metterlo in pratica, siete i testimoni di Cristo-Luce.
10. Che Nostra Signora della Pace vi aiuti ad essere per i vostri fratelli e per le sorelle degli uomini e delle donne di luce, degli artefici di pace e di riconciliazione che sappiano essere costruttori di un mondo più giusto e più fraterno per la felicità di tutti gli abitanti del Ciad, che insieme stiamo per affidarle!
Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana