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VIAGGIO APOSTOLICO IN BRASILE

MESSA PER LA BEATIFICAZIONE DI MADRE PAULINA, FONDATRICE
DELLE PICCOLE SUORE DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

«Aterro de Baia Sul» di Florianopolis - Venerdì, 18 ottobre 1991

 

1. “Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria” (Col 3, 4).

La mia gioia in questa giornata, cari fratelli e sorelle di Florianopolis e di Santa Catarina, ha un motivo del tutto speciale: la beatificazione di Madre Paulina do Coração de Jesús Agonizante. Ella è, in verità, un’autentica rappresentante del popolo catarinense. Come i padri e i nonni di molti di quelli che sono qui, appartiene a una di quelle famiglie che sono giunte qui nel secolo scorso e che hanno dato un’impronta del tutto particolare alla terra catarinense. Lo scenario meraviglioso delle belle spiagge e isole del litorale, della valle dell’Itajaí, dei campi della regione montuosa, delle immense e fertili regioni dell’ovest, fu popolato da gente nuova che ancora oggi conserva l’eredità delle culture, dei costumi e della lingua dei suoi antenati. Ai portoghesi delle Isole Azzorre o ai paolisti provenienti dai campi di Piratininga o di Curitiba, si unirono, più di cento anni fa, tante famiglie provenienti dall’Italia del Nord, dalle montagne del Tirolo, da diverse regioni della Germania, da molti altri luoghi del pianeta.

Tutti hanno fatto di Santa Catarina un popolo unico, con molti idiomi, usi e tradizioni, le cui caratteristiche umane divennero brasiliane per prosperità del lavoro, per cordialità e, soprattutto, per un’unica fede cristiana. Fu una di queste famiglie, venuta dal Tirolo e radicatasi nella regione di Nova Trento, che diede al Brasile e alla Chiesa Madre Paulina. Oggi, alla vostra presenza, sarà elevata dal Papa alla gloria degli altari.

La gloria con la quale la Chiesa circonda i suoi santi e beati è un annuncio particolare della venuta di Cristo, che “è la nostra vita in Dio”. Diventando uomo, egli, il Figlio unigenito del Padre, ci ha resi partecipi della vita divina, che è in Lui. Con il potere dello Spirito Santo, dato da Cristo alla Chiesa nel giorno della sua Risurrezione, questa vita divina dà i suoi frutti nella santità dei figli e delle figlie della Chiesa.

Oggi, con la cerimonia della beatificazione professiamo la nostra fede nella Comunione dei Santi. E al tempo stesso, si consolida la nostra speranza di santità, di partecipazione nella vita di Dio. Ora, i santi ci indicano il cammino di questa speranza. Così essi svolgono un compito speciale nell’ambito della missione di evangelizzazione della Chiesa sulla terra, e proclamano la vocazione cristiana alla santità. Ci esortano: “Rivestitevi della carità, che è il vincolo della perfezione” (cf. Col 3, 14).

2. In che modo Madre Paulina, che oggi proclamiamo beata, si è rivestita di questa carità?

Ciò che più si distingue nella vita dei santi è la loro capacità di risvegliare il desiderio di Dio, in coloro che hanno la felicità di avvicinarsi a loro. La generosa corrispondenza alle grazie divine viene, quindi, premiata con una costante inclinazione a Dio, desiderato, conosciuto, lodato e amato. È precisamente in questa luce che la Serva di Dio si presenta a noi, mentre ci prepariamo a riconoscerla solennemente tra i beati del Regno dei cieli.

“. . . pensate alle cose di lassù” (Col 3, 2).

È stato proprio questo il dono vissuto in sommo grado da Madre Paulina. Seppe convertire tutte le sue parole e azioni in un continuo atto di lode a Dio. In gioventù chiese a Dio la grazia di accedere alla vita religiosa con l’unico fine di amarlo e di servirlo nel miglior modo possibile. L’accettare la volontà di Dio la indusse a una costante rinuncia di se stessa, affrontando qualsiasi sacrificio per compiere i disegni divini, specialmente nel periodo, particolarmente eroico, della sua destituzione come Superiora Generale della Congregazione da lei fondata.

Frutto di questo grande amore di Dio fu la carità vissuta dalla Serva di Dio, fin da bambina e fino all’ultimo istante della sua vita terrena, nei confronti di tutti quelli che vissero con lei. Nel suo testamento spirituale scrisse: Vi esorto ad avere tra voi la santa Carità, specialmente verso i malati delle Sante Case, gli anziani degli ospizi, ecc. Tenete in grande considerazione la pratica della santa Carità. Fu per questo che, nell’Ospedale di Vígolo, lei e la sua prima compagna ricevettero il titolo di “infermiera”. Questo essere-per-gli-altri, rappresenta lo sfondo di tutta la sua vita. I poveri e i malati furono i due ideali della vita ascetica di Madre Paulina che, nel suo servizio, trovava un incentivo per crescere nell’amore di Dio e nella pratica delle virtù.

3. Care figlie della Congregazione delle Piccole Suore della Immacolata Concezione, l’esempio di santità della vostra Madre Fondatrice, raccoglie questo messaggio perenne che la Santa Chiesa conserva come un tesoro prezioso.

Oggi, la Chiesa vuole diffondere, ancora una volta, le parole ispirate di San Paolo ai Tessalonicesi: “. . . questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione” (1 Ts 4, 3). Con il Battesimo, siamo stati rigenerati per la nuova vita della filiazione divina, o anche, come dice San Pietro, della partecipazione alla natura divina (cf. 2Pt 1,4). Con la santificazione non solo riceviamo il perdono dei peccati, ma siamo introdotti nella comunione di amore con Dio, siamo inseriti nel corpo mistico di Cristo e partecipiamo alla vita divina del Signore, come il tralcio trae la linfa dal tronco (cf. Gv 15, 1s). La santità ci rende templi vivi di Dio: “. . . il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14, 23).

Essere santo significa opporsi al peccato, alla rottura con Dio. L’uomo non sacralizzato, non santificato, permane schiavo del peccato e non è toccato dall’azione del mistero pasquale redentore del divino Salvatore degli uomini. La Chiesa esiste per la santificazione degli uomini in Cristo. È questa santità che essa deve portare anche tra gli uomini del mondo secolarizzato affinché non vengano profanati. Per questo essa insegna anche che la santità non è “alienazione”, come a volte si sente dire, ma una maggiore familiarità con le realtà più profonde di Dio.

A sua volta, Cristo è il Verbo fatto carne, e lo stesso Verbo è il Creatore e Salvatore. L’Incarnazione porta a termine la creazione, e in questa, l’uomo realizza se stesso, con Cristo a immagine di Dio, cooperando, attraverso la storia, per questa pienezza dell’opera divina della creazione. Cristo chiama tutti noi, ognuno secondo la sua vocazione - in casa, sul lavoro, nel compimento degli obblighi che competono al proprio stato, sia inseriti nelle realtà temporali, sia nel sacerdozio ministeriale o nella vita religiosa, nei doveri di cittadino, nell’esercizio dei propri diritti - tutti siamo chiamati a partecipare al regno dei cieli.

Questa santità, che fa sì che ogni cristiano debba essere Cristo presente tra gli uomini, ci ricorda, come fu detto a Puebla, che esiste “un popolo che nasce solo da Dio, e si rivolge a lui; . . . i cittadini di questo popolo devono camminare sulla terra, ma come cittadini del cielo, con il cuore radicato in Dio, mediante la preghiera e la contemplazione. Questo comportamento non significa fuga dal terreno, bensì condizione per una consegna feconda agli uomini. Perché chi non ha appreso ad adorare la volontà del Padre, nel silenzio della preghiera, difficilmente riuscirà a farlo quando la sua condizione di fratello gli chiederà rinuncia, dolore o umiliazione” (nn. 250-251).

4. È stata proprio questa capacità di rimanere costantemente unita a Dio e, al tempo stesso, di svolgere un intensissimo lavoro per il bene delle anime, che ha caratterizzato la vita della Beata Paulina do Coração de Jesús Agonizante. La Chiesa la propone, da oggi, come modello di vita da ammirare e imitare.

La santità si prova nella vita di tutti i giorni, nel lavoro in favore dei fratelli, come frutto dell’unità con Dio. È vincolata a un amore, attivo ed effettivo, verso la Chiesa di Cristo, rappresentata dai suoi Pastori che, all’interno del Collegio Episcopale, sono uniti al Successore di Pietro. La santità, dunque, è l’espressione di questa fede profondamente vissuta attraverso la carità, “Fides operatur per caritatem”, in grado di dare un nuovo soffio di speranza e una risposta alla società che sembra voler vivere in un clima di edonismo e di consumismo.

5. Dio disse ad Abramo: “Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò” (Gen 12, 1).

Nel Discorso della Montagna Cristo disse: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli . . . Beati i miti . . . quelli che hanno fame e sete della giustizia . . . i misericordiosi . . . i puri di cuore . . . gli operatori di pace . . . i perseguitati per causa della giustizia”. Cristo disse anche: “. . . di essi è il regno dei cieli” (Mt 5, 1-10).

Egli ripete oggi a tutti noi, ad ognuno di noi: vattene dal tuo paese, che è un luogo di passaggio, lascia la casa di tuo padre, luogo di tante generazioni - verso il paese che io ti indicherò.

Questo paese è il regno dei cieli, è la casa di mio Padre, nella quale ci sono molti posti (cf. Gv 14, 2).

La beata Paulina do Coração de Jesús Agonizante ha seguito queste parole di Cristo.

“Quando Cristo si manifesterà - Egli, la nostra vita - anche lei insieme a Lui si manifesterà nella sua gloria”.

Concludendo, colgo l’occasione per salutare il Signor Ministro della Giustizia, Dott. Jarbas Passarinho, ringraziandolo per aver partecipato a questa Celebrazione Eucaristica. Saluto inoltre il Signor Governatore di Santa Catarina e anche le Autorità civili e militari.

Cari fratelli e sorelle, il Papa ringrazia per la vostra accoglienza calorosa e amichevole, e ringrazia anche il caro fratello nell’Episcopato, l’Arcivescovo Monsignor Eusebio Oscar Scheid, i Cardinali e tutti i Vescovi che sono venuti qui, specialmente il Signor Cardinale Arcivescovo di San Paolo. Invio un saluto affettuoso al Signor Cardinale Agnelo Rossi, Decano del Collegio Cardinalizio, che ha tanto desiderato questa Beatificazione. Ancora una volta vi dico: il Brasile ha bisogno di santi, di molti santi! La santità è la prova più chiara, più convincente della vitalità della Chiesa in tutti i tempi e in tutti i luoghi.

Che l’esempio di Madre Paulina possa ispirare a tutti una risposta decisa, generosa al richiamo di Cristo alla santità! Affido alla protezione materna della Vergine Maria, Nostra Signora Aparecida, Nostra Signora do Desterro, come La venerate qui a Florianópolis, il presente e il futuro della Chiesa in Brasile. Essa ha bisogno, oggi più che mai, di santi!

 



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