CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA IN SUFFRAGIO DEI CARDINALI
E DEI VESCOVI DEFUNTI DURANTE L’ANNO
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II
Martedì, 7 novembre 1995
1. È ancora viva in noi la risonanza delle celebrazioni dei giorni scorsi, nei quali la liturgia ci ha fatto vivere in modo intenso il mistero della comunione dei Santi e la commemorazione dei fedeli defunti. In questo clima di fede e di preghiera è dolce e doveroso ritrovarsi intorno all’altare, per offrire il Sacrificio eucaristico in suffragio dei Cardinali e dei Vescovi che, durante l’anno trascorso, hanno terminato la loro esistenza terrena.
In modo particolare ricordiamo i compianti Fratelli Cardinali Vicente Enrique y Tarancón, Pietro Pavan, Agnelo Rossi, Yves Marie Congar, Robert Coffy e Mario Revollo Bravo; e con essi commemoriamo anche tutti gli Arcivescovi e Vescovi defunti, pregando il Signore, Pastore buono e misericordioso, di voler loro concedere di abitare per sempre nella sua casa, ricolmi di felicità e di grazia (cf. Sal 22, 6).
2. Ripensando alla testimonianza di questi nostri venerati Fratelli, possiamo riconoscere in essi quei “servi” di cui parla la parabola evangelica (Lc 12, 36-38): servi fedeli, che il padrone, di ritorno dalle nozze, ha trovato svegli e pronti. I Pastori che oggi ricordiamo hanno servito la Chiesa con fedeltà ed amore, affrontando talvolta dure prove, pur di assicurare al gregge loro affidato la necessaria assistenza. Nella varietà dei rispettivi doni e compiti, hanno dato prova di operosa vigilanza, di sapiente e generosa dedizione alla causa del regno di Dio, offrendo un prezioso contributo alla stagione conciliare e post-conciliare, stagione di profondo rinnovamento pastorale in tutta la Chiesa.
La Mensa eucaristica, alla quale si sono accostati, dapprima come fedeli e poi, quotidianamente, come ministri, anticipa nel modo più eloquente quanto il Signore ha promesso ai suoi servi: Egli stesso, sommo ed eterno Sacerdote, li farà mettere a tavola e passerà a servirli (Lc 12, 37). Preghiamo perché ciò si compia presto, per tutti.
3. Alimenta la nostra preghiera la speranza che “non delude” (Rm 5, 5). È lo stesso Spirito Santo, con l’amore di Dio che riversa nei nostri cuori, a far sì che questa speranza non sia vana. Dio Padre, ricco di misericordia, che ha dato alla morte il suo Figlio unigenito quando eravamo ancora peccatori, come non ci donerà la salvezza ora che siamo giustificati per il sangue di Lui (cf. Rm 5, 6-11)? La nostra giustizia – insegna l’apostolo Paolo – si basa sulla fede in Cristo. È Lui il “Giusto”, preannunciato in tutte le Scritture; è Lui il modello della vera longevità, costituita da una vita senza macchia (Sap 4, 9).
Alla singolare esistenza umana del Figlio di Dio si affianca quella della sua Madre santa, che sola tra tutte le creature veneriamo Immacolata e piena di grazia. I nostri Fratelli Cardinali e Vescovi, di cui oggi facciamo memoria, hanno coltivato una tenera devozione per la Vergine Maria. Al suo Cuore immacolato vogliamo oggi affidare le loro anime, affinché, ammessi alla mensa celeste preparata per loro fin dall’inizio del mondo, riposino in pace nella casa del Padre, attorniati da tanti loro fedeli per i quali hanno speso la vita.
Requiem aeternam dona eis, Domine, et lux perpetua luceat eis. Requiescant in pace. Amen.
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