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VIAGGIO APOSTOLICO IN POLONIA (5-17 GIUGNO 1999)

CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Spianata davanti la Chiesa del Buon Pastore (Łowicz)
 Lunedì, 14 giugno 1999

 

1. «Grazia a voi e pace da parte di Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo» (Gal 1, 3).

Con le parole dell'apostolo Paolo saluto cordialmente quanti sono qui riuniti per questa Eucaristia. Queste parole ci vengono consegnate anche da questo antichissimo tempio di Leczyca, che fu testimone della vita della Chiesa su questa terra dei Piast, di molti Sinodi e di molti documenti legislativi, che dimostravano la saggezza dei Vescovi, Pastori del Popolo di Dio di questa terra dei Piast. Sono grato alla Divina Provvidenza per la grazia di questo incontro. Trovandomi presso questo altare, in mezzo a voi, desidero unirmi con tutti coloro che sono giunti qui, ed anche con coloro che ogni giorno si radunano nelle chiese intorno ai loro sacerdoti, testimoniando la fede, la speranza e la carità. Nell'Eucaristia Cristo ha rivelato nel modo più perfetto l'infinito amore di Dio per l'uomo: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15, 13).

Sullo sfondo di questo tempio saluto la giovane Chiesa di Łowicz, insieme al suo Pastore, il Vescovo Alojzy, e il Vescovo Ausiliare Józef. Saluto tutti gli ospiti: i Cardinali, gli Arcivescovi e i Vescovi, e allo stesso tempo il clero diocesano e religioso, i fratelli e le sorelle religiosi e tutti i fedeli di questa diocesi, e in modo particolare i numerosi bambini e i giovani qui riuniti. Saluto i pellegrini venuti per questo incontro dalle arcidiocesi confinanti di Warszawa e di Lódz, come pure dalla diocesi di Plock e di Wloclawek, insieme ai loro Pastori, ed anche i pellegrini venuti dalle altre parti della Polonia e dall’estero, e dall'estero.

Ti saluto, terra di Łowicz, con la tua ricca storia. Fu infatti qui, nella città di Łowicz, che per secoli ebbero la loro sede gli Arcivescovi di Gniezno - Primati di Polonia. Molti di loro trovarono il luogo dell'eterno riposo nella cripta dell'antica collegiata di Łowicz, oggi Cattedrale.

Ti saluto, terra della beata Maria Franciszka Siedliska, fondatrice della Congregazione della Sacra Famiglia di Nazaret; terra della beata Boleslawa Lament, fondatrice della Congregazione delle Suore della Sacra Famiglia. Qui, per opera di don Stanislaw Konarski, si attuò la riforma delle scuole degli Scolopi. Dalla storia sappiamo quale grande importanza essa ebbe nel periodo dell'Illuminismo polacco e quali grandi frutti di tale riforma raccolsero le generazioni dei Polacchi viventi sotto le spartizioni.

Ti saluto, terra così abbondantemente ricca della tradizione cristiana e della fede del tuo popolo, che nonostante le tempeste della storia ha sempre perseverato, senza mutamenti, accanto a Cristo e alla sua Chiesa.

2. «Vi esorto dunque io, prigioniero del Signore, a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto».

San Paolo scrive così nella Lettera agli Efesini (4, 1). Le stesse parole potrebbe rivolgere a noi, come ai suoi connazionali, il Vescovo Michal Kozal, prigioniero nel campo di concentramento di Dachau. Oggi cade la memoria liturgica di questo fedele testimone di Cristo. La grazia «a lui concessa da Dio non è stata vana» (cfr 1 Cor 15, 10) e porta frutto fino ad oggi. Il beato Vescovo Kozal ci esorta a comportarci in modo degno della nostra vocazione umana e cristiana, come figli e figlie di questa terra, di questa patria, di cui egli fu figlio. San Paolo indica la grandezza di questa vocazione. Siamo membri del Corpo di Cristo, cioè della Chiesa, che Egli ha istituito e di cui è il Capo. In questa Chiesa lo Spirito Santo distribuisce continuamente i doni necessari per vari servizi e compiti. Essi costituiscono la grande ricchezza della Chiesa e servono al bene di tutti.

Ricordando queste parole, penso specialmente a voi, cari genitori. Dio vi ha donato una vocazione particolare. Per conservare la vita umana sulla terra, ha istituito la società familiare. Siete voi i primi custodi e protettori della vita ancora non venuta alla luce, ma già concepita. Accettate il dono della vita come la più grande grazia di Dio, come la sua benedizione per la famiglia, per la nazione e per la Chiesa. Qui, da questo luogo, grido a tutti i padri e a tutte le madri della mia Patria e del mondo intero, a tutti gli uomini, senza alcuna eccezione: ogni uomo concepito nel grembo della madre ha diritto alla vita! Ripeto una volta ancora, quanto ho detto già molte volte: «La vita umana è sacra. Nessuno in nessuna circostanza, può rivendicare a sé il diritto di distruggere direttamente un essere umano innocente. Dio è Signore assoluto della vita dell'uomo, plasmato a sua immagine e somiglianza (cfr Gn 1, 26-28). La vita umana presenta, pertanto, un carattere sacro ed inviolabile, in cui si rispecchia l'inviolabilità stessa del Creatore» (cfr Evangelium vitae, 53). Dio protegge la vita con il fermo divieto pronunciato sul Sinai: «Non uccidere» (Es 20, 13). Conservate la fedeltà a questo comandamento. Il Cardinale Stefan Wyszylski, il Primate del Millennio, disse: «Vogliamo essere una nazione di vivi, e non di morti».

La famiglia è chiamata anche all'educazione dei suoi figli. Il primo luogo dove inizia il processo educativo di un giovane è la casa paterna. Ogni bambino ha il naturale, inalienabile diritto di avere la propria famiglia, genitori, fratelli e sorelle, in mezzo ai quali riconoscere di essere una persona bisognosa d'amore e capace di donare lo stesso sentimento ad altri, ai suoi cari. L'esempio per voi sia sempre la Sacra Famiglia di Nazaret, nella quale cresceva Cristo con la Madre Maria e il padre putativo Giuseppe. Poiché i genitori danno la vita ai propri figli, spetta a loro il diritto di essere riconosciuti i primi e principali educatori. Essi anche hanno il dovere di creare un'atmosfera familiare, pervasa dall'amore e dal rispetto per Dio e per gli uomini, favorendo l'educazione personale e sociale dei figli. Quale grande compito ha la madre! Grazie al legame particolarmente profondo che la unisce al figlio, può avvicinarlo efficacemente a Cristo e alla Chiesa. Però attende sempre l'aiuto del suo marito - padre di famiglia.

Cari genitori, sapete bene che non è facile ai tempi di oggi creare le condizioni cristiane necessarie all'educazione dei figli. Dovete fare di tutto affinché Dio sia presente e onorato nelle vostre famiglie. Non dimenticate la preghiera quotidiana comune, specialmente quella serale; la santificazione della domenica e la partecipazione alla Santa Messa domenicale. Per i vostri figli siete i primi maestri di preghiera e di virtù cristiane e nessuno vi può sostituire in questo. Osservate le usanze religiose e coltivate la tradizione cristiana, insegnate ai figli il rispetto per ogni uomo. Il vostro più grande desiderio sia educare la giovane generazione in unione con Cristo e con la Chiesa. Soltanto in questo modo sarete fedeli alla vostra vocazione di genitori e provvederete alle necessità spirituali dei vostri figli.

3. In questo responsabile dovere d'educazione, la famiglia non può essere lasciata sola. Ha bisogno di aiuto e lo attende da parte della Chiesa e dello Stato. Non si tratta qui di sostituire la famiglia nei suoi doveri, ma di unire armoniosamente tutti in questo grande compito.

Mi rivolgo dunque a voi, Fratelli sacerdoti e a tutti coloro che sono impegnati nella catechesi: spalancate le porte della Chiesa affinché tutti, e in modo particolare i giovani, possano attingere abbondantemente e trarre profitto dal suo enorme tesoro spirituale. Oggi nel nostro paese la Chiesa può senza ostacoli svolgere l'insegnamento della religione nelle scuole. Sono passati i tempi delle lotte per la libertà della catechesi. Molti di noi sanno quanti sacrifici e quanto coraggio ciò è costato alla società cattolica della Polonia. È stato riparato uno dei torti, fatto ai credenti nei tempi del sistema totalitario.

Il grande bene che è l'insegnamento della religione nella scuola richiede un impegno sincero e responsabile. Dovremmo far il miglior uso possibile di tale bene. Grazie alla catechesi, la Chiesa può svolgere la propria attività evangelizzatrice con efficacia ancor maggiore e allargare in questo modo l'ambito della sua missione.

Mi rivolgo anche a voi, cari docenti ed educatori. Vi siete assunti il grande compito della trasmissione della scienza e dell'educazione ai bambini ed ai giovani a voi affidati. Vi trovate di fronte ad una chiamata difficile e seria. I giovani hanno bisogno di voi. Cercano dei modelli come punti di riferimento. Attendono delle risposte a molte domande esistenziali, che assillano le loro menti e i loro cuori, e soprattutto esigono da voi un esempio di vita. Occorre che siate loro amici, fedeli compagni e alleati nella lotta giovanile. Aiutateli a costruire le fondamenta per il loro futuro.

Mi rallegra il fatto che in Polonia sorgono sempre più numerose le scuole cattoliche. È segno che la Chiesa è presente in modo concreto nel campo dell'istruzione. Queste scuole vanno sostenute e bisogna creare condizioni tali che esse, in collaborazione con tutto il mondo scolastico in Polonia, possano contribuire al bene comune della società. Un esempio di una tale attività ci è stato dato da don Stanislaw Konarski.

C'è bisogno di una particolare sensibilità da parte di tutti coloro che sono impegnati nella scuola, per creare il clima di un dialogo amichevole e aperto. Domini in tutte le scuole lo spirito di familiarità e di reciproco rispetto, ciò che era ed è caratteristico della scuola polacca. La scuola dovrebbe essere la fucina delle virtù sociali, di cui la nostra nazione ha tanto bisogno. Bisogna che un tale clima contribuisca a far sì che i bambini e i giovani possano apertamente dichiarare le loro convinzioni religiose e comportarsi conformemente ad esse. Cerchiamo di sviluppare e di approfondire nei cuori dei bambini e dei giovani i sentimenti patriottici e il legame con la Patria. Cerchiamo di sensibilizzarli al bene comune della nazione ed insegnar loro la responsabilità per il futuro. L'educazione della giovane generazione nello spirito dell'amor di Patria ha una grande importanza per il futuro della nazione. Non è possibile infatti servire bene la nazione, senza conoscere la sua storia, la sua ricca tradizione e la sua cultura. La Polonia ha bisogno di uomini aperti al mondo, che amano il proprio paese.

Cari docenti ed educatori, voglio dirvi il mio apprezzamento per la vostra fatica nell'educazione della giovane generazione. Vi ringrazio cordialmente per questo vostro lavoro particolarmente importante e difficile. Vi ringrazio per il vostro servizio alla patria. Io stesso ho il mio personale debito di gratitudine nei riguardi della scuola polacca, dei docenti e degli educatori, che ricordo fino ad oggi e per i quali prego ogni giorno. Quanto ricevetti negli anni di scuola, fino ad oggi fruttifica nella mia vita.

Il bene della giovane generazione sia la premura della vostra vita e del vostro lavoro educativo. San Paolo dice: «Vi esorto (...) a comportarvi in maniera degna della vocazione (...) al fine di edificare il corpo di Cristo» (Ef 4, 1. 12). Può esservi una vocazione più grande di quella che Dio vi ha elargito?

4. «A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo» (Ef 4, 7) - ci insegna oggi san Paolo e ci fa presente allo stesso tempo che la grazia è il dono per mezzo del quale Dio ci dona la sua vita facendoci suoi figli e partecipi della sua natura. Sorge dunque la domanda: come devo vivere, affinché si manifesti in me nel modo più pieno possibile la potenza della grazia di Dio, come si rivela la misteriosa potenza di un seme di grano che produce il centuplo?

Cari ragazzi e ragazze, allievi delle scuole elementari e delle medie della diocesi di Łowicz e delle diocesi vicine, ed anche da altre parti della Polonia. È bene che siate qui presenti oggi. Sono molto lieto di questo incontro. Ciò che avete appena udito, riguarda in modo speciale voi e la vostra educazione. Vi voglio assicurare: il Papa vi ama tanto e il vostro futuro gli sta molto a cuore, il vostro futuro sta molto a cuore a tutti, affinché vi prepariate bene ai compiti che vi attendono.

Sapete bene che ci stiamo avvicinando al Grande Giubileo dell'Anno 2000. A questo proposito può darsi che molti di voi si pongano la domanda: come sarà il nuovo Terzo millennio che sta per arrivare? Sarà migliore di questo che sta per terminare? Porterà dei cambiamenti importanti, positivi nel mondo, oppure tutto rimarrà come prima? Vi voglio dire che in grande misura il futuro del mondo, della Polonia e della Chiesa dipende da voi. Sarete voi a formarlo, su di voi grava il grande compito di costruire i tempi che verranno. Ora comprendete perché prima ho parlato tanto dell'educazione dei giovani.

Non abbiate paura di prendere la strada della vostra vocazione, non temete di cercare la verità su voi stessi e sul mondo che vi circonda. Vorrei tanto che tutti aveste nelle vostre case un'atmosfera di autentico amore. Dio vi ha dato i genitori e di questo grande dono lo dovreste ringraziare spesso. Rispettate e amate i vostri genitori. Vi hanno generato e vi stanno educando. Essi per voi fanno le veci di Dio creatore e Padre. Sono anche, dovrebbero essere per voi gli amici più cari, da cui dovreste cercare aiuto e consiglio nei problemi della vostra vita. In questo istante penso con dolore e con grande preoccupazione a tutti quei vostri coetanei che non hanno una casa paterna, che sono privi dell'amore e del calore dei genitori. Dite loro che il Papa li ricorda nelle sue preghiere e che vuole loro tanto bene.

La vostra età è la più proficua stagione della vita per seminare e per preparare il terreno per le future raccolte. Quanto più vivo sarà l'impegno con cui vi assumete i vostri doveri, tanto maggiore sarà l'efficacia con cui attuerete la vostra missione nel futuro. Con grande slancio impegnatevi nello studio. Imparate a conoscere materie nuove. Il sapere infatti apre gli orizzonti e favorisce lo sviluppo spirituale dell'uomo. Veramente grande è quell'uomo che sempre vuole imparare ancora qualcosa.

La giovinezza cerca modelli e esempi. Vi viene in aiuto Cristo stesso che ha dedicato tutta la sua vita al bene altrui. Volgete a Lui il vostro sguardo. Sia presente nei vostri pensieri, durante i vostri giochi e nelle vostre conversazioni. Dovreste vivere sempre in amicizia con Lui. Il Signore Gesù vi vuole aiutare. Vuole essere il vostro sostegno e corroborarvi nelle lotte giovanili per conquistare le virtù come la fede, l'amore, l'onestà, la purezza e la generosità. Quando dovrete affrontare qualcosa di difficile, quando sperimenterete nella vostra vita qualche insuccesso o delusione, il vostro pensiero corra da Cristo, che vi ama, che è un compagno di viaggio fedele e che vi aiuta a superare ogni difficoltà. Sappiate di non essere soli. Vi accompagna qualcuno che mai vi deluderà. Cristo comprende i più segreti desideri del vostro cuore. Egli attende il vostro amore e la vostra testimonianza.

5. «Uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli» (Mt 23, 8).

Cari Fratelli e Sorelle, volgiamo i nostri cuori verso Cristo, «vera luce che illumina ogni uomo» (cfr Gv 1, 9). Lui è il Maestro, il Risorto che ha in sé la vita e che rimane sempre presente nella Chiesa e nel mondo. È lui a rivelarci la volontà del Padre e ad insegnarci come realizzare la vocazione ricevuta da Dio per opera dello Spirito Santo. Affidiamo a Cristo la grande opera dell'educazione. Solo lui conosce massimamente l'uomo e sa cosa si nasconde nell'intimo del suo cuore. Oggi Cristo ci dice: «Senza di me non potete far nulla» (Gv 15, 5) - io, il vostro Maestro, voglio essere per voi la via e la luce, la vita e la verità «tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28, 20). Amen.



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