LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II
AL CARDINALE ERNESTO CIVARDI
PER IL 50° DELL'ORDINAZIONE SACERDOTALE
Al Venerabile Fratello Nostro
ERNESTO di S.R.C. Cardinale CIVARDI
Tra poco, venerabile fratello nostro, molto gradito ti tornerà il ricordo della vita ben trascorsa e delle opere buone, poiché stai per compire felicemente e prosperamente dieci lustri del tuo sacerdozio. Infatti cinquant’anni or sono proprio nel giorno dedicato alla memoria del martirio degli Apostoli Pietro e Paolo tu, ordinato sacerdote, incominciasti a servire Cristo Gesù maestro, sacerdote e re e a partecipare al suo ministero (cf. Presbyterorum Ordinis, 1). Nel compiere questo ufficio impiegasti la tua attività e il tuo lavoro negli studi sacri e nella salvezza delle anime.
L’episcopato poi, ricevuto tredici anni fa, come accrebbe la grazia e la tua dignità di fronte a Dio e alla Chiesa, così spronò il tuo desiderio di eseguire piamente e santamente i tuoi impegni.
Desideriamo attestare pubblicamente quanto noi stimiamo la probità della tua dignità sacerdotale ed episcopale e la tua vita lodevolmente consacrata alla causa della Chiesa e del Vangelo.
Molteplice e vario è stato il tuo lavoro nei diversi disimpegni del ministero ecclesiastico, specialmente nella nobilissima, inclita città di Roma e negli incarichi a te affidati dalla Sede Apostolica. Fa piacere soprattutto ricordare che con distinta abilità e speciale bontà sei stato a lungo Segretario della Congregazione per i Vescovi e Segretario del Conclave. Questi incarichi li hai espletati in maniera tale che sono venuti alla luce con tutta evidenza anche le doti del tuo animo: cioè l’insigne pietà verso Dio, l’acuta comprensione degli uomini, la grandissima esperienza delle cose. Mettiamo anche a tua lode la venerazione e l’ossequio che hai sempre nutrito per la Chiesa e il Vicario di Cristo.
Ragguardevole per questi e moltissimi altri meriti ti aggregammo al Collegio dei Padri Cardinali e ti facemmo partecipe dell’esimio “Presbiterio” della Chiesa di Roma.
Guardando il cammino percorso, venerabile fratello nostro, meritatamente sarai preso da intima dolcezza, e scioglierai un canto di lode a Dio onnipotente, che ti ha arricchito di doni celesti.
Cristo, Pastore dei pastori, ti assista, e anche la sua madre Maria, la quale fortifica con la sua particolare protezione quelli che sono a parte del sacerdozio del Figlio suo.
Confermi questi nostri voti la Benedizione Apostolica, che impartiamo a te, venerabile fratello nostro, e che vogliamo si estenda anche a tutti coloro che ami, e a quelli che ti vogliono bene di un affetto speciale.
Dai Palazzi Vaticani, il 16 giugno, anno 1980, secondo del nostro pontificato.
GIOVANNI PAOLO II
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