GIOVANNI PAOLO II
LETTERA
AI VESCOVI DEGLI STATI UNITI
Ai miei cari fratelli Vescovi degli Stati Uniti d'America.
1. In questo Anno Santo straordinario che è appena cominciato, tutta la Chiesa cerca di vivere più intensamente il mistero della Redenzione. Cerca di rispondere sempre più fedelmente all'amore immenso di Gesù Cristo, il Redentore del mondo.
Nella Bolla di Indizione del Giubileo, ho sottolineato che «nella riscoperta e nella pratica vissuta dell'economia sacramentale della Chiesa, attraverso cui giunge al singoli e alle comunità la grazia di Dio in Cristo, è da vedere il profondo significato e la bellezza arcana di quest'Anno» («Aperite portas Redemptori», 3). Mentre queste parole hanno un significato personale per ciascuno, esse sono particolarmente rilevanti per i singoli religiosi e religiose e per ogni comunità religiosa. E' mia profonda speranza e ardente preghiera che la grazia della Redenzione raggiungerà i religiosi con grande abbondanza, che prenderà possesso dei loro cuori, e diventerà per loro una fonte di gioia pasquale e di speranza - che l'Anno Santo sarà per loro un rinnovato inizio per «camminare in una vita nuova» (Rm 6, 4).
Proprio per la loro vocazione, i religiosi sono intimamente legati alla Redenzione. Nella loro consacrazione a Gesù Cristo essi sono un segno della Redenzione che egli ha compiuto. Nell'economia sacramentale della Chiesa essi sono strumenti mediante i quali questa Redenzione viene portata al Popolo di Dio. Ciò è possibile grazie alla vitalità che irradia dalla vita che essi vivono in unione a Gesù, che continua a ripetere a tutti i suoi discepoli: «Io sono la vite, voi i tralci» (Gv 15, 5). I religiosi portano il Popolo di Dio in contatto con la Redenzione mediante la testimonianza evangelica ed ecclesiale che essi rendono, con le parole e con l'esempio, al messaggio di Gesù. La loro comunione con le loro Chiese locali e con la Chiesa universale ha un'efficacia sovrannaturale in ragione della Redenzione. L'importante collaborazione che essi danno alla comunità ecclesiale la aiuta a vivere e a perpetuare il mistero della Redenzione, specialmente mediante il Sacrificio eucaristico nel quale l'opera della Redenzione viene ripetutamente attuata.
La Chiesa presenta l'Anno della Redenzione a tutto il Popolo di Dio come una chiamata alla penitenza e alla conversione, perché «non può darsi rinnovamento spirituale che non passi attraverso la penitenza e la conversione» («Aperite portas Redemptori», 4). Ma questa chiamata è legata in modo particolare alla vita e alla missione dei religiosi. Così l'Anno Giubilare ha un valore speciale per i religiosi; li riguarda in modo particolare; esige molto dal loro amore, ricordando loro quanto essi siano amati dal Redentore e dalla sua Chiesa. Rilevanti in modo particolare per i religiosi sono queste parole della Bolla apostolica (n. 8): «La grazia specifica dell'Anno della Redenzione è dunque una rinnovata scoperta dell'amore di Dio». A questo proposito, quali Pastori della Chiesa, dobbiamo proclamare più e più volte che la vocazione alla vita religiosa che Dio dona è legata al suo amore personale per ogni e ciascun religioso. E' mia ferma speranza che l'Anno Santo della Redenzione sarà realmente per la vita religiosa un anno di fruttuoso rinnovamento nell'amore di Cristo.
Se tutti i fedeli hanno diritto - come infatti l'hanno - ai tesori di grazia che una chiamata al rinnovamento nell'amore offre, i religiosi però hanno un titolo speciale a questo diritto.
2. Durante questo Giubileo della Redenzione voi verrete a Roma per le vostre visite «ad limina», e io avrò l'opportunità di riflettere con voi su alcuni aspetti della vita religiosa come voi li vedete. In questo momento il mio pensiero si rivolge in modo particolare ai religiosi degli Stati Uniti. Riflettendo sulla loro storia, il loro splendido contributo alla Chiesa nel vostro Paese, la grande attività missionaria che hanno svolto nel corso degli anni, l'influenza che hanno esercitato sulla vita religiosa in tutto il mondo, così come sulle particolari necessità che essi sperimentano in questo momento, sono convinto che, come Vescovi, dobbiamo offrire loro incoraggiamento e l'appoggio del nostro amore pastorale.
La vita religiosa negli Stati Uniti è stata davvero un grande dono di Dio alla Chiesa e al vostro Paese. Dai tempi delle prime colonie, per grazia di Dio, lo zelo evangelico di eminenti religiosi e religiose, incoraggiati e sostenuti dai perseveranti sforzi dei Vescovi, hanno contribuito a portare i frutti della Redenzione alla vostra terra. C'erano dei religiosi tra i vostri pionieri. Essi hanno tracciato una via nell'educazione cattolica a tutti i livelli, contribuendo a creare un magnifico sistema educativo che va dalla scuola elementare all'università. Essi hanno creato istituzioni sanitarie notevoli sia per il numero che per la qualità. Hanno dato un valido contributo all'istituzione di servizi sociali. Lavorando per l'affermazione della giustizia, dell'amore e della pace, essi hanno contribuito alla costruzione di un ordinamento sociale radicato nel Vangelo, sforzandosi di condurre generazione dopo generazione alla maturità di Cristo. La loro testimonianza al primato dell'amore di Cristo è stata espressa nella loro vita di preghiera e dedita al servizio degli altri.
I religiosi contemplativi hanno contribuito immensamente alla vitalità della comunità ecclesiale. Ad ogni stadio della sua crescita, la Chiesa nella vostra Nazione, segnata da una grande fedeltà alla Sede di Pietro, è profondamente debitrice ai suoi religiosi: sacerdoti, religiose e religiosi. I religiosi d'America sono stati anche un dono per la Chiesa universale, poiché essi hanno dato generosamente alla Chiesa in altri Paesi; in tutto il mondo essi hanno prestato la loro opera per l'evangelizzazione dei poveri e per la diffusione del Vangelo di pace di Cristo. Questa generosità ha dato prova di una vita religiosa forte e vitale, assicurata da un persistente fiorire di vocazioni.
3. Poiché ho sottolineato il carattere pastorale e la piena partecipazione delle Chiese locali alla celebrazione dell'Anno Santo, mi rivolgo ora a voi, Vescovi degli Stati Uniti, chiedendovi, durante questo Anno Santo, di rendere un particolare servizio pastorale ai religiosi delle vostre diocesi e del vostro Paese.
Vi chiedo di assisterli in ogni modo possibile per aprire largamente le porte del loro cuore al Redentore. Vi chiedo, nell'esercizio del vostro ufficio pastorale, sia come singoli Vescovi che uniti nella Conferenza Episcopale, di incoraggiare i religiosi, i loro Istituti e associazioni a vivere pienamente il mistero della Redenzione, in unione con tutta la Chiesa e secondo lo specifico carisma della loro vita religiosa. Questo servizio pastorale può essere reso in diversi modi, ma esso include certamente la proclamazione personale del messaggio del Vangelo a loro e la celebrazione del Sacrificio eucaristico con loro.
Ciò significherà inoltre proclamare di nuovo a tutto il Popolo di Dio l'insegnamento della Chiesa sulla vita consacrata. Questo insegnamento è stato esposto nei grandi documenti del Concilio Vaticano II, particolarmente nella «Lumen gentium» e nella «Perfectae caritatis». E' stato ulteriormente sviluppato nella «Evangelica Testificatio», nelle allocuzioni del mio predecessore Paolo VI e in quelle che io stesso ho pronunciato in varie occasioni. Ancor più recentemente, molta di questa ricchezza dottrinale è stata distillata e ripensata nel nuovo Codice di diritto canonico promulgato all'inizio di quest'anno. Gli elementi essenziali sono vissuti in modi diversi da un Istituto o dall'altro. Voi stessi siete a contatto con questa ricca varietà nel contesto della realtà americana. Ciononostante, vi sono elementi che sono comuni a tutte le forme di vita religiosa e che la Chiesa considera essenziali.
Essi includono: una vocazione data da Dio, una consacrazione ecclesiale a Gesù Cristo mediante la professione dei consigli evangelici con voti pubblici, una forma stabile di vita comunitaria approvata dalla Chiesa, fedeltà ad uno specifico carisma di base e a solide tradizioni, una partecipazione alla missione di Cristo mediante un apostolato comunitario, preghiera personale e liturgica, specialmente l'adorazione eucaristica, pubblica testimonianza, una formazione che dura tutta la vita, una forma di governo che richiede un'autorità religiosa basata sulla fede, un rapporto specifico con la Chiesa. La fedeltà a questi elementi di base, formulati nelle costituzioni approvate dalla Chiesa, garantisce la forza della vita religiosa e fonda la nostra speranza per la sua futura crescita.
Vi chiedo, inoltre, miei fratelli Vescovi, di mostrare l'amore e la stima profonda della Chiesa per la vita religiosa, finalizzata come essa è alla fedele e generosa imitazione di Cristo e alla unione con Dio. Vi chiedo di invitare tutti i religiosi, in tutto il vostro Paese, a mio nome e a nome vostro, quali Vescovi, in nome della Chiesa e in nome di Gesù, a cogliere questa opportunità dell'Anno Santo per camminare in novità di vita, nella solidarietà con tutti i Pastori e i fedeli, lungo il sentiero necessario a noi tutti: la via della penitenza e della conversione.
Nella loro vita di povertà, i religiosi scopriranno di essere veramente vicini ai poveri. Mediante la castità essi sono in grado di amare con l'amore di Cristo e di fare esperienza del suo amore per loro stessi. E grazie all'obbedienza essi trovano la loro più profonda configurazione a Cristo nella sua più fondamentale espressione della sua unione col Padre, nel compimento della volontà del Padre suo: «Io faccio sempre le cose che gli sono gradite» (Gv 8, 29). E' specialmente nell'obbedienza che Cristo stesso offre ai religiosi l'esperienza della piena libertà cristiana. Possedendo la pace nei loro cuori e la giustizia di Dio dalla quale sgorga quella pace, essi possono essere autentici ministri della pace e della giustizia di Cristo per un mondo che ne ha bisogno.
Anche in quei casi nei quali individui o gruppi, per qualsiasi ragione, si sono allontanati dalle norme indispensabili della vita religiosa, o hanno perfino, a scandalo dei fedeli, adottato posizioni che si discostano dall'insegnamento della Chiesa, io vi chiedo, miei fratelli Vescovi, sostenuti dalla speranza nella potenza della grazia di Cristo e compiendo un atto di autentico servizio pastorale, di proclamare ancora una volta la chiamata universale della Chiesa alla conversione, al rinnovamento spirituale e alla santità. E siate certi che lo stesso Spirito Santo che vi ha posto come Vescovi a pascere la Chiesa (cfr. Atti 20, 28) è pronto ad utilizzare il vostro ministero per aiutare coloro che sono stati chiamati da lui ad una vita di perfetta carità, che sono stati ripetutamente sostenuti dalla sua grazia e che hanno dato testimonianza di un desiderio - che deve essere riacceso - di vivere totalmente per Cristo e la sua Chiesa secondo il loro particolare carisma ecclesiale. Nelle Chiese locali il discernimento dell'esercizio di questi carismi è autenticato dai Vescovi in unione col successore di Pietro. Questo lavoro è un aspetto veramente importante del vostro ministero episcopale, un aspetto al quale la Chiesa universale, attraverso di me, vi chiede di conferire speciale priorità in questo Anno Giubilare.
4. Come espressione della mia solidarietà con voi in questo campo del vostro servizio pastorale, riconoscendo gli speciali legami tra la vita religiosa e la Santa Sede, conferisco con questa mia all'Arcivescovo R. Quinn di San Francisco, Delegato pontificio, l'incarico di guida di una speciale Commissione di tre Vescovi il cui compito sarà di facilitare il lavoro pastorale dei loro fratelli Vescovi negli Stati Uniti nell'aiutare i religiosi del vostro Paese, i cui Istituti sono impegnati in opere apostoliche, a vivere la loro vocazione ecclesiale in pienezza. A lui associati nella Commissione sono gli Arcivescovi Thomas C. Kelly di Louisville e il Vescovo Raymond W. Lessard di Savannah. Operando in unità con la Sacra Congregazione per i religiosi e gli Istituti secolari e seguendo un documento contenente linee guida che la Congregazione sta rendendo disponibile a loro e a voi, la Commissione ha l'autorità di predisporre un adeguato programma di lavoro che, si spera, sarà di valido aiuto ai singoli Vescovi e alla Conferenza episcopale. Vorrei inoltre chiedere alla Commissione di consultarsi con alcuni religiosi per trarre profitto dalle intuizioni che nascono dall'esperienza della vita religiosa vissuta in unione con la Chiesa. Ho fiducia che i religiosi di vita contemplativa accompagneranno questo lavoro con le loro preghiere.
Chiedendo alla Commissione di assistervi nel vostro ministero e nella vostra responsabilità pastorale, so che essa sarà molto sensibile alla notevole diminuzione, in questi ultimi anni, del numero dei giovani che chiedono di accedere alta vita religiosa, particolarmente nel caso degli Istituti di vita apostolica. Questa diminuzione numerica è una questione di grave preoccupazione per me, una preoccupazione che so che anche voi e i religiosi condividete. Quale risultato di questa diminuzione, l'età media dei religiosi sta salendo e la loro capacità di servire i bisogni della Chiesa sta divenendo sempre più limitata. Mi preoccupa il fatto che, in un generoso sforzo di continuare i molteplici servizi senza essere in numero adeguato, molti religiosi sono sovraccarichi di lavoro, con il conseguente rischio per la loro salute e la loro vitalità spirituale. Rispetto a questa condivisa preoccupazione, vorrei chiedere alla Commissione, in collaborazione con i religiosi, di utilizzare le intuizioni, frutto della preghiera di singoli religiosi e di superiori maggiori, per analizzare le ragioni di questa diminuzione delle vocazioni. Chiedo loro di fare questo al fine di incoraggiare una nuova crescita e un rinnovato progresso in questo settore della vita della Chiesa di massima importanza.
Inoltre rivolgendosi ai molti problemi riguardanti la vita consacrata e la missione ecclesiale dei religiosi, questi Vescovi lavoreranno strettamente con voi, loro fratelli Vescovi. Oltre ad avere come aiuto il documento sui punti salienti dell'insegnamento della Chiesa sulla vita religiosa preparato dalla Sacra Congregazione per i religiosi e gli Istituti secolari, voi e loro avrete il mio pieno appoggio fraterno fondato sulla preghiera. Le visite «ad limina» dei Vescovi americani offriranno veramente un'eccellente opportunità per voi e per me di parlare personalmente del servizio pastorale che noi desideriamo rendere insieme nel nome di Gesù, Pastore supremo della Chiesa e Redentore del mondo.
Nel chiedere che questa chiamata alla santità, al rinnovamento spirituale e alla conversione e penitenza sia iniziato durante l'Anno Giubilare della Redenzione, ho fiducia che il Signore Gesù, che sempre manda operai alla sua vigna, benedirà questo progetto col suo amore redentore. La potenza dello Spirito Santo può rendere questa chiamata un'esperienza vitale per tutti coloro che rispondono ad essa, e un segno di speranza per il futuro della vita religiosa nel vostro Paese. Possa Maria, la Patrona degli Stati Uniti, la prima dei redenti e il modello di tutti i religiosi, sostenere il vostro ministero episcopale con la sua preghiera materna, affinché possa giungere a realizzazione, recando gioia e pace rinnovate a tutti i religiosi d'America, e offrendo sempre maggiore gloria alla Santissima Trinità.
Dal Vaticano, solennità della Risurrezione, 3 aprile 1983.
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