LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II
AL CARDINALE VINKO PULJIĆ PER IL 750° ANNIVERSARIO
DELLA CATTEDRALE DI SAN PIETRO A VRHBOSNA
Al Venerato Fratello, Cardinale Vinko Puljić,
Arcivescovo di Vrhbosna
La celebrazione del 750 anniversario dell’antica Cattedrale di san Pietro a Vrhbosna, oggi Sarajevo, mi offre l’occasione per rivolgermi, ancora una volta, alla cara Comunità cattolica di codesta Arcidiocesi, sempre presente nei miei pensieri e vicina al mio cuore.
Saluto con particolare affetto Lei, venerato e caro Fratello Vinko Puljic´, Pastore solerte e generoso, che in questa occasione riceve per la prima volta come Cardinale l’abbraccio dei suoi fedeli, Saluto il Vescovo Ausiliare, Mons. Pero Sudar, i Sacerdoti, i Religiosi, le Religiose e il popolo di Dio che vive nella Bosnia ed Erzegovina. “Grazia a voi e pace da parte di Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo” (Gal 1, 3). Un saluto particolare vada anche ai concittadini ortodossi, ebrei e musulmani che si uniscono a queste celebrazioni.
Il 1244, anno della fondazione della Cattedrale di Vrhbosna, costituisce una tappa significativa per l’evangelizzazione in Bosnia ed Erzegovina. Il primo edificio, di cui resta solo l’altare, rivive nella Cattedrale del Sacro Cuore, quale segno della Chiesa di Dio pellegrina sulla terra.
Ma il ricordo dell’originaria Cattedrale, testimonianza concreta della fede dei Padri, rappresenta per i cattolici di oggi una grande occasione per affermare la propria identità e per guardare con speranza verso il futuro. In particolare l’altare, centro della Cattedrale di Vrhbosna, rimasto intatto nel corso di eventi spesso tragici, costituisce come una sorta di ammonimento: esso ricorda che per costruire un futuro di pace, di fratellanza e di giustizia occorre conservare intatto il cuore della propria cultura: la fede in Cristo.
“Voi siete l’edificio di Dio” (1 Cor 3, 9). Queste parole dell’apostolo Paolo ben sottolineano il senso dell’odierna fausta ricorrenza. Nel tempio fatto di pietre, i vostri Padri nella fede hanno visto un segno tangibile della Chiesa viva, edificio spirituale che ha come pietra angolare lo stesso Cristo ed è costruita dagli Apostoli. In essa infatti, come ci ricorda il Concilio Vaticano II, “quali pietre viventi veniamo a formare su questa terra un tempio spirituale” (Lumen Gentium, 6).
Nella liturgia la Chiesa viva si rivolge al Signore dicendo: “Tu ci hai dato la gioia di costruirti tra le nostre case una dimora dove continui a colmare di favori la tua famiglia pellegrina sulla terra e ci offri il segno e lo strumento della nostra comunione con te. In questo luogo santo, tu ci edifichi come tempio vivo e raduni e fai crescere come corpo del Signore la tua Chiesa diffusa nel mondo, finché raggiunga la sua pienezza nella visione di pace della città celeste, la santa Gerusalemme” (Prefazio della Dedicazione).
Convocato nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo, il Popolo di Dio riceve qui il dono della salvezza nei Sacramenti della fede e, mediante l’ascolto della Parola e la “frazione del Pane”, si apre alle prospettive dell’amore di Dio e alla solidarietà verso i fratelli più poveri. La fondazione dell’antica Cattedrale di Vrhbosna evoca, inoltre, il lungo cammino del popolo di Dio in terra di Bosnia ed Erzegovina e testimonia la fede conservata integra nel corso della storia anche in momenti di umiliazioni e di persecuzioni.
“Non temere Sion, non lasciarti cadere le braccia, il Signore tuo Dio in mezzo a te è un salvatore potente” (Sof 3, 16) proclama la Parola del Signore, per bocca del profeta Sofonia. Venerato e caro Fratello nell’Episcopato, le presenti celebrazioni, alle soglie ormai del terzo millennio cristiano, siano per la vostra Chiesa occasione di una rinnovata, generosa risposta di fede alla chiamata del Signore: possa essa continuare ad essere segno di intesa e di dialogo di fronte all’odio ed alla violenza, miniera di vocazioni al servizio della nuova evangelizzazione, testimonianza di coraggiosa adesione allo spirito delle Beatitudini.
In questo compito, certamente non facile, non siete soli: è con voi il Successore di Pietro, vi sono vicini la Chiesa Cattolica e tanti uomini e donne di buona volontà che ogni giorno pregano e vi accompagnano con la loro fattiva solidarietà.
Affido la vostra Comunità di Vrhbosna, Sarajevo e tutta la Chiesa di Bosnia ed Erzegovina al Cuore Immacolato di Maria, nostra Madre. A Lei consegno le ferite, le sofferenze e le speranze del vostro Popolo: sia per tutti e per ciascuno di voi Madre di misericordia e Regina di Pace.
E come pegno dell’amore fedele di Dio nonché del mio particolare affetto, imparto di cuore alla vostra Arcidiocesi, al vostro Paese, ai cattolici presenti a Sarajevo, alle famiglie segnate dall’odio e dalla guerra, ai profughi ed agli esuli che sperano ardentemente di tornare nei loro paesi d’origine, la confortatrice benedizione apostolica.
Dal Vaticano, solennità dell’Immacolata Concezione della B. V. Maria, 8 dicembre 1994.
IOANNES PAULUS PP. II
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