LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II
AL CARDINALE JÓZEF GLEMP, ARICIVESCOVO METROPOLITA
DI VARSAVIA E PRIMATE DI POLONIA, PER LA MORTE
DELL'ARCIVESCOVO BRONISŁAW DĄBROWSKI
« Era la luce vera, che illumina ogni uomo,
quella che veniva nel mondo » (Io. 1, 9).
Caro Cardinale Primate,
oggi nell'inchinarci sulla bara del compianto Arcivescovo Bronisław Dąbrowski vengono in mente le parole del Vangelo di san Giovanni. Esse parlano di Cristo venuto nel mondo e « affinché non rinsaniamo nelle tenebre ma abbiamo la luce della vita » (Ibid. 8, 12).
L'Arcivescovo Bronisław Dąbrowski ci ha lasciato nella solennità. di Natale. Avvertiamo dolorosamente la sua mancanza perché se n'è andato un uomo buono e di grandi meriti, che si distingueva per una profonda fede e una solida formazione teologica. Come sacerdote e soprattutto come Vescovo si è iscritto per sempre nella storia della Chiesa polacca del dopoguerra. Nei tempi difficili e duri del sistema comunista ha ricoperto l'incarico di Segretario dell'Episcopato polacco con una grande competenza, sensibilità e conoscenza. dei problemi da affrontare. Con zelo e determinazione ha difeso i diritti della Chiesa ovunque essi fossero minacciati, oppure ingiustamente limitati. Ne aveva molte occasioni, soprattutto come membro della Commissione Comune del Governo e dell'Episcopato, e dimostrò sempre un grande talento e la capacità di un dialogo paziente. La fede in Gesù Cristo Luce, venuta nel mondo - gli dava una forza costante per servire la Chiesa e la gente. Gli donava la sicurezza e l'ottimismo, la pace interiore e un autocontrollo straordinario, nonché la gioia cristiana che trasmetteva agli altri. Nei momenti difficili fu un vero appoggio e un punto di riferimento sia per i laici che per i sacerdoti e i Vescovi. Così rimane nella mia memoria e nel mio cuore il compianto Arcivescovo Bronisław Dąbrowski con il quale, come Metropolita di Cracovia, ho avuto l'occasione di collaborare per tanti anni nella Conferenza dell'Episcopato polacco.
Oggi, dicendogli addio, lo ringraziamo per il suo comportamento da sacerdote e da Vescovo, per il suo sincero amore per la Chiesa universale, alla quale ha dedicato tutte le sue forze e le sofferenze degli ultimi mesi e degli ultimi anni della sua vita, ed anche per la sua sincera e magnanima cura delle Chiese locali. Lo ringrazio per l'amore della Patria, del cui destino migliore non ha mai dubitato, per l'esempio e per la testimonianza di tutta la sua vita.
Prego il Signore di aprirgli le porte del mondo trasfigurato, dove potrà per sempre guardare Colui che « è venuto al mondo come luce, affinché chi crede in Lui non rimanga nelle tenebre » (Io. 12, 46).
Al Primate, ai sacerdoti, ai membri degli ordini maschili e femminili e soprattutto alla Congregazione dei Padri della Divina Provvidenza, alla famiglia del defunto, agli amici e a tutti i fedeli partecipanti alla liturgia- funebre, impartisco la mia Benedizione.
Città del Vaticano, 27 dicembre 1997.
GIOVANNI PAOLO PP. II
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