LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II
AL CARDINALE VIRGILIO NOÈ
Al venerato Fratello
Signor Cardinale
Virgilio Noè
Con affetto vengo a Lei, Signor Cardinale, che ha da poco lasciato gli incarichi di Arciprete della Patriarcale Basilica Vaticana, di Vicario Generale per la Città del Vaticano e di Presidente della Fabbrica di San Pietro. Mentre Le rinnovo fervidi voti per il recente ottantesimo genetliaco, desidero, anche col presente messaggio, farLe giungere l'espressione della mia sentita riconoscenza per l'apprezzato servizio reso alla Santa Sede, in tanti anni di generosa collaborazione con il Successore di Pietro.
Non posso non riandare col pensiero al primo giorno del mio Pontificato ed al ricordo che ho di Lei, al mio fianco, quale Maestro delle Cerimonie Pontificie. Come non rinnovarLe, Signor Cardinale, l'espressione della mia gratitudine per il contributo da Lei dato al degno svolgimento di ogni Celebrazione Liturgica? Riconoscendo in tale Sua spiccata sensibilità, insieme spirituale e pratica, la sapiente applicazione di una delle opportune direttive del Concilio Ecumenico Vaticano II, La nominai Segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, incarico nel quale Ella ha avuto modo di mettere a frutto la Sua vasta e approfondita competenza nel campo liturgico.
La Basilica di San Pietro, cuore dell' Orbe cattolico, è diventata, dopo alcuni anni, il campo apostolico in cui Ella ha dato prova di grande zelo pastorale verso i «vicini» e verso i «lontani», mostrando sollecitudine in pari tempo per il quotidiano servizio dei Reverendi Canonici e per le esigenze dei pellegrini, senza tuttavia trascurare la doverosa attenzione per la situazione dei visitatori occasionali. Per tutti, Signor Cardinale, Ella ha saputo avere pastorale premura, preoccupandosi dei vari aspetti funzionali di quel multiforme organismo che è, appunto, la Patriarcale Basilica Vaticana. Speciale menzione merita, a tale proposito, l'importante opera di restauro della facciata della Basilica, ricondotta sotto la Sua guida, in occasione del Grande Giubileo del 2000, al primitivo splendore. Né si può dimenticare la suggestiva illuminazione da Lei promossa, grazie alla quale, anche nella notte, la cupola michelangiolesca si offre in tutta la sua magnificenza allo sguardo ammirato di pellegrini e turisti.
Ai piedi della Cattedra di San Pietro, nei momenti salienti dell' anno liturgico, Ella ha radunato dirigenti e personale dei diversi Uffici e Servizi della Città del Vaticano, per la quale L'ho voluta in questi anni quale mio Vicario Generale. Il ministero della predicazione, da Lei offerto con grande diligenza, ha lasciato, per comune attestazione, tracce salutari negli animi dei fedeli, recando di volta in volta conforto, stimolo alla riflessione, luce evangelica di speranza e di fede.
Signor Cardinale, come dirLe adeguatamente grazie per tutto questo? Desidero farlo invocando, per ogni Sua intenzione, la materna intercessione di Maria Santissima. Conosco bene infatti la Sua devozione mariana, attestata anche nel pregevole volume da Lei dedicato alle effigi della Vergine presenti nella Basilica Vaticana. Insieme col Principe degli Apostoli, la Vergine Le ottenga abbondanza di pace e di spirituale letizia, perché possa continuare a servire la Chiesa con amore e dedizione.
Non dubiti, venerato Fratello, del mio costante ricordo nella preghiera, che accompagno anche con una speciale Benedizione Apostolica, estensibile a quanti L'hanno coadiuvata nel ministero, come pure a tutte le persone a Lei care.
Dal Vaticano, 1° Maggio 2002
GIOVANNI PAOLO II
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