MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II
AI MISSIONARI COMBONIANI
PER LA MESSA DI RINGRAZIAMENTO IN SAN PIETRO
1. A tutti voi, carissimi Fratelli e Sorelle, convenuti a Roma in occasione della Beatificazione del Vescovo Daniele Comboni, desidero far pervenire uno speciale messaggio, per manifestarvi il mio affetto e la mia spirituale vicinanza. Il mio pensiero va, anzitutto, a Monsignor Gabriel Zubeir Wako, Arcivescovo di Khartoum, che presiede la celebrazione di ringraziamento. Saluto, poi, con grande cordialità i Missionari Comboniani del Cuore di Gesù, le Suore Missionarie Pie Madri della Nigrizia, le Missionarie secolari ed i Laici missionari, come pure tutti coloro che, a vario titolo, fanno parte della vostra numerosa ed attiva famiglia spirituale.
In comunione con la Chiesa intera, la nostra lode e il nostro ringraziamento salgono oggi al Signore, mentre contempliamo le meraviglie da lui compiute attraverso questo grande apostolo dell'Africa. Il suo esempio luminoso stimola ogni credente a maggiore generosità nel vivere il Vangelo e la sua beatificazione diviene un pressante invito a seguirne con rinnovato coraggio le orme lungo il sentiero sempre attuale dell'evangelizzazione.
Se c'è una nota che emerge nella vita e nella spiritualità di Daniele Comboni, questa è senz'altro la consapevolezza della sua chiamata all'apostolato missionario nell' Africa Centrale. Il suo grande amore per l'Africa traspare nell'omelia da lui pronunciata l'11 maggio 1873, in occasione del suo ingresso in Khartoum come Provicario dell'allora rinato vicariato Apostolico dell'Africa Centrale: « Io vengo fra voi per non mai cessare di essere vostro... Il vostro bene sarà il mio, e le vostre pene saranno pure le mie. Io prendo a far causa comune con ognuno di voi, il più felice dei miei giorni sarà quello in cui potrò dare la vita per voi » (Daniele Comboni, Scritti, n. 3157).
2. Fedele imitatore del Buon Pastore che va in cerca delle sue pecore, Daniele Comboni non temette di affrontare estenuanti e rischiosi viaggi per condurre all'ovile di Cristo le popolazioni dell'Africa Centrale, in particolare del Sudan. Ad esso dedicò gran parte del suo apostolato e con questa terra, ancora oggi, l'Istituto comboniano mantiene profondi legami.
Dalla contemplazione della Croce e dalla devozione al Sacro Cuore di Gesù, il vostro beato Fondatore seppe trarre sostegno e forza per affrontare ogni prova. Le difficoltà fisiche e le sofferenze morali non fermarono il suo slancio evangelizzatore, ma anzi ne misero ancora meglio in luce il valore e la solidità.
La sua indefessa opera missionaria era sostenuta dalla preghiera, nella quale egli indicava il primo mezzo di evangelizzazione e di animazione missionaria. La fiducia di Daniele Comboni nella forza dell'orazione era incrollabile: « L'onnipotenza della preghiera è la nostra forza. Affinché sia efficace la nostra preghiera cerchiamo il tesoro della Croce » (Daniele Comboni, Scritti, n. 2324).
La preghiera deve diventare anche oggi sempre più il primo e fondamentale mezzo di azione missionaria nella Chiesa. Per questo esprimo il mio vivo apprezzamento per la preziosa opera svolta in questo campo dai « Cenacoli di orazione missionaria », recentemente sorti all'interno della vostra spiritualità. Auspico che tale valida iniziativa pastorale continui a diffondersi nelle parrocchie in armonia con le altre attività pastorali, dando vigore alla coscienza missionaria di tutti i battezzati.
3. Carissimi Fratelli e Sorelle! Mentre vi rallegrate insieme a tutta la Chiesa nel contemplare Daniele Comboni nella schiera dei Beati, sappiate seguirne con fedeltà e generosità gli esempi di instancabile dedizione alla diffusione del Regno di Dio.
Tornando alle vostre comunità cristiane di origine in Italia, in Africa e nelle terre di missione sparse nei diversi continenti, portate con voi, insieme con il ricordo del pellegrinaggio a Roma, anche il proposito di proseguire con rinnovato entusiasmo l'annuncio e la testimonianza evangelica.
Vi accompagni in questo vostro cammino la celeste protezione del beato Daniele Comboni. Vi accompagni anche la mia Benedizione, che di cuore imparto a ciascuno di voi, a quanti condividono con voi le gioie e le fatiche dell'apostolato missionario ed a tutti coloro che incontrate nel vostro quotidiano servizio evangelico.
Dal Vaticano, 18 marzo 1996.
IOANNES PAULUS PP. II
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