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MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II
PER LA XXIII GIORNATA MISSIONARIA PER LE VOCAZIONI
Venerati fratelli nell'episcopato, carissimi fratelli e sorelle di tutto il mondo!
E' per me motivo di profonda gioia e di grande speranza rivolgere a tutto il popolo di Dio uno speciale messaggio per la XXIII Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, che verrà celebrata, come di consueto, nella IV domenica di Pasqua, dedicata al Buon Pastore. E' questa un'occasione privilegiata per renderci consapevoli della nostra responsabilità di collaborare, mediante la preghiera perseverante e l'azione concorde, alla promozione delle vocazioni sacerdotali, diaconali, religiose maschili e femminili, consacrate negli istituti secolari, missionarie.
A vent'anni dal Concilio
1. Sul tema delle vocazioni il Concilio Vaticano II ci ha offerto un ricchissimo patrimonio dottrinale, spirituale, pastorale. In sintonia con la sua approfondita visione della Chiesa ha affermato solennemente che il dovere di dare incremento alle vocazioni «appartiene a tutta la comunità cristiana» (Optatam Totius, 2). A vent'anni di distanza la Chiesa si sente chiamata a verificare la fedeltà a questa grande idea-madre del Concilio in vista di un ulteriore impegno.
Al riguardo si avverte senza dubbio una generale crescita del senso di responsabilità all'interno delle varie comunità. Nonostante i problemi, le sfide, le difficoltà dell'ultimo ventennio, crescono continuamente i giovani che ascoltano gli appelli del Signore e in ogni parte del mondo si fanno sempre più tangibili i segni di ripresa, che preannunciano una nuova primavera delle vocazioni.
Tutto ciò riempie noi tutti di grande conforto e non cessiamo di ringraziare Dio per la risposta alla preghiera della Chiesa. Tuttavia i frutti voluti dal Concilio, anche se abbondanti, non sono giunti a completa maturazione. Molto si è fatto, ma moltissimo resta da fare. Per questa circostanza è mio desiderio far convergere l'attenzione del popolo di Dio particolarmente sui compiti specifici delle comunità parrocchiali, dalle quali il Concilio si attende, insieme all'apporto della famiglia, il «massimo contributo» per l'incremento delle vocazioni.
La comunità parrocchiale rivela la presenza di Cristo che chiama
2. Il mio pensiero affettuoso si rivolge perciò a tutte e singole le comunità parrocchiali del mondo: piccole o grandi, situate in grandi centri urbani o disperse nei luoghi più difficili, esse «rappresentano in un certo modo la Chiesa stabilita su tutta la terra» (Sacrosanctum Concilium, 42).
E' noto che il Concilio ha confermato la formula parrocchiale come espressione normale e primaria, anche se non esclusiva, della cura pastorale delle anime (cfr. Apostolicam Actuositatem, 10). Pertanto la cura delle vocazioni non può essere considerata un'attività marginale, ma deve inserirsi pienamente nella vita e nelle attività della comunità. Tale impegno è reso ancor più impellente a motivo delle crescenti necessità del tempo presente.
Il pensiero corre immediatamente alle tante comunità parrocchiali, che i vescovi sono costretti a lasciare senza pastori, tanto che è sempre attuale il lamento del Signore: «La messe è abbondante ma gli operai sono pochi!» (Mt 9, 37). La Chiesa ha immenso bisogno di sacerdoti. E' questa una delle urgenze più gravi che interpellano le comunità cristiane. Gesù non ha voluto una Chiesa senza sacerdoti. Se mancano i sacerdoti, manca Gesù nel mondo, manca la sua Eucaristia, manca il suo perdono. Per la propria missione la Chiesa ha anche immenso bisogno della molteplicità delle altre vocazioni consacrate.
Il popolo cristiano non può accettare con passività e indifferenza il declino delle vocazioni. Le vocazioni sono il futuro della Chiesa. Una comunità povera di vocazioni impoverisce tutta la Chiesa; al contrario una comunità ricca di vocazioni è una ricchezza per tutta la Chiesa.
Particolari responsabilità dei pastori
3. La comunità parrocchiale non è una realtà astratta, ma è costituita da tutti i componenti: laici, persone consacrate, diaconi, presbiteri; essa è il luogo naturale delle famiglie, delle autentiche comunità di base, dei vari movimenti, gruppi e associazioni. Nessuno può stare assente da un compito così importante. Sono da incoraggiare tutte le iniziative, promosse in diversi paesi, con lo scopo di coinvolgere nel problema le parrocchie, quali le commissioni o centri parrocchiali per le vocazioni, specifiche attività catechetiche, gruppi vocazionali e simili.
Tuttavia se il popolo di Dio è chiamato a collaborare alla crescita delle vocazioni, ciò non sminuisce la specifica responsabilità di coloro che svolgono particolari ministeri: i parroci e i loro collaboratori nella cura d'anime, uniti al vescovo, sono i continuatori autentici della missione di Gesù, buon pastore, che offre la vita per le sue pecore, le conosce e «le chiama ciascuna per nome» (Gv 10, 4). Tutti dobbiamo sentirci riconoscenti verso questi infaticabili operai del Vangelo, che testimoniano la paternità di Dio per ogni uomo.
Il Concilio riconosce il valore insostituibile del servizio dei presbiteri e afferma espressamente che la cura delle vocazioni è una «funzione che fa parte della stessa missione sacerdotale» (Presbyterorum Ordinis, 11).
Grazie all'esempio e alla parola di tanti suoi ministri, Cristo ha bussato al cuore di molti giovani e meno giovani, ottenendo nel corso della storia risposte generose di apostoli e di santi. I sacerdoti hanno avuto sempre un ruolo importante per le vocazioni.
Irradiate perciò il vostro sacerdozio, carissimi confratelli nel presbiterato, perché non manchino mai i continuatori del ministero che vi è stato affidato. Siate maestri di preghiera e non trascurate il prezioso servizio della direzione spirituale per aiutare i chiamati a discernere la volontà di Dio nei loro riguardi. Conto molto su di voi per una crescente fioritura di vocazioni! Non dimenticate che il frutto migliore del vostro apostolato e la gioia più grande della vostra vita saranno le vocazioni consacrate, che Dio susciterà mediante la vostra fervente azione pastorale.
Le condizioni per un'efficace fecondità vocazionale
4. Mi rivolgo ora a voi, carissimi fratelli e sorelle, per presentarvi alcune mete essenziali e alcuni punti fondamentali, mediante i quali la vostra comunità potrà diventare valido strumento delle chiamate di Dio.
Preghiera
5. A conclusione di queste riflessioni, nella fiducia che la prossima Giornata mondiale costituisca un'occasione favorevole perché ogni comunità cresca nella fede e nell'impegno vocazionale, invito tutti a unirsi in questa preghiera:
O Gesù, buon pastore, suscita in tutte le comunità parrocchiali sacerdoti e diaconi, religiosi e religiose, laici consacrati e missionari, secondo le necessità del mondo intero, che tu ami e vuoi salvare.
Ti affidiamo in particolare la nostra comunità; crea in noi il clima spirituale dei primi cristiani, perché possiamo essere un cenacolo di preghiera in amorosa accoglienza dello Spirito Santo e dei suoi doni.
Assisti i nostri pastori e tutte le persone consacrate. Guida i passi di coloro che hanno accolto generosamente la tua chiamata e si preparano agli ordini sacri o alla professione dei consigli evangelici.
Volgi il tuo sguardo d'amore verso tanti giovani ben disposti e chiamali alla tua sequela. Aiutali a comprendere che solo in te possono realizzare pienamente se stessi.
Nell'affidare questi grandi interessi del tuo Cuore alla potente intercessione di Maria, madre e modello di tutte le vocazioni, ti supplichiamo di sostenere la nostra fede nella certezza che il Padre esaudirà ciò che tu stesso hai comandato di chiedere. Amen.
Con questi voti ben volentieri vi imparto la propiziatrice benedizione apostolica.
6 gennaio 1986.
Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana