GIOVANNI PAOLO II
LETTERA APOSTOLICA
IN FORMA DI MOTU PROPRIO
DECESSORES NOSTRI
CON LA QUALE SI RIORGANIZZA
LA PONTIFICIA COMMISSIONE PER L’AMERICA LATINA
1. I nostri predecessori e noi stessi, mossi dalla quotidiana “sollicitudo omnium Ecclesiarum”, abbiamo riposto gran parte delle nostre cure e delle nostre ferme speranze nelle sorti della Chiesa nei Paesi dell’America Latina. Ne è testimonianza la creazione, da parte del Sommo Pontefice Pio XII, in data 21 aprile 1958, di un’apposita Commissione pontificia, con la finalità di studiare in maniera unitaria i principali problemi della vita cattolica, della difesa della fede e dell’incremento della religione nell’America Latina, favorendo la maggiore cooperazione fra gli organismi della Curia romana interessati alla loro soluzione, e di assistere con i mezzi pastoralmente più opportuni il Consiglio episcopale Latino-americano (CELAM).
Si aggiunse poi il Consiglio generale della Pontificia Commissione per l’America Latina, istituito da Paolo VI il 30 novembre 1963, con la espressa finalità di studiare i temi e i problemi di maggior interesse riguardanti il continente Latinoamericano, formulandone gli opportuni suggerimenti.
I frutti dati da entrambi gli organismi strettamente collegati fra loro e l’importanza della funzione che essi hanno lodevolmente svolto in questi anni consigliano oggi di potenziarli ulteriormente e di dare loro una struttura solida e articolata, in consonanza anche con la nuova organizzazione della Curia romana.
Perciò, “Motu Proprio”, con conoscenza di causa e dopo matura deliberazione, dichiariamo che rimangano unificati la Pontificia Commissione per l’America Latina e il Consiglio generale della Pontificia Commissione per l’America Latina. L’organismo così costituito continuerà a chiamarsi “Pontificia Commissione per l’America Latina”.
Questa commissione è strettamente vincolata alla Congregazione per i Vescovi e si reggerà secondo le norme che seguono.
I. La Pontificia Commissione per l’America Latina ha il compito primario di studiare in maniera unitaria i problemi dottrinali e pastorali concernenti la vita e lo sviluppo della Chiesa nell’America Latina, nonché di assistere e aiutare gli organismi della curia maggiormente interessati per propria autorità e competenza nella soluzione di questi specifici problemi. Tramite il suo presidente, la Commissione informa regolarmente in merito il Sommo Pontefice, e gli presenta anche tutti i suggerimenti di eventuali iniziative e misure di governo che si ritengono convenienti od opportuni.
II. La commissione svolge anche un’opera di specifico collegamento tra la Santa Sede e i diversi organismi soprannazionali o nazionali per l’America Latina. Concretamente, essa è in contatto regolare:
a) con il CELAM e il suo Segretariato generale, tenendo continui rapporti con gli stessi e seguendo attentamente quanto riguarda il loro funzionamento e le loro iniziative; in particolare, s’interessa all’esame, d’accordo con i competenti organismi della Curia romana, delle conclusioni e risoluzioni prese dal CELAM nelle proprie riunioni;
b) con gli organismi episcopali nazionali e altri enti di aiuto all’America Latina;
c) con la Confederazione latino americana dei religiosi (CLAR), chiedendo consiglio alla Congregazione che si chiamerà per gli Istituti di Vita Consacrata e Società di Vita Apostolica, specialmente per quanto concerne l’inserimento e la partecipazione dei religiosi nella pastorale della Chiesa in America Latina e, pertanto, i rapporti di detta Confederazione con i Vescovi diocesani, con le Conferenze episcopali e con lo stesso CELAM;
d) con le istituzioni cattoliche internazionali e le altre associazioni e movimenti che operano in America Latina, opportunamente udito il parere del Consiglio per i Laici.
III. Presidente della Pontificia Commissione è il prefetto della Congregazione per i Vescovi, che è coadiuvato da un Vescovo vicepresidente. Li assistono, come consiglieri, alcuni Vescovi scelti dal romano Pontefice, sia dalla Curia romana sia dall’episcopato di America Latina.
IV. Membri della medesima, nominati dal Sommo Pontefice, sono: - i segretari dei dicasteri maggiormente interessati; - due Vescovi che facciano parte del Consiglio episcopale Latinoamericano; - tre Presuli diocesani di America Latina.
V. La Commissione ha propri officiali.
VI. La CAL si riunirà di regola ogni tre mesi per l’esame di tutte le questioni ordinarie e straordinarie appartenenti alla competenza propria della Commissione (art. I e II).
VII. Per lo studio di questioni generali di particolare importanza la CAL si avvarrà di una propria assemblea Plenaria (“Consiglio Generale”) alla quale saranno invitati oltre ai membri della medesima commissione: il presidente del Consiglio episcopale Latinoamericano; i presidenti e i segretari degli organismi episcopali nazionali per l’aiuto alla Chiesa in America Latina e di altre istituzioni, a giudizio della Santa Sede;
- i presidenti dell’Unione dei Superiori Generali;
- e dell’Unione Internazionale delle Superiore;
- e della Confederazione latinoamericana dei religiosi.
VIII. In un regolamento, da sottoporre alla nostra approvazione, verranno ulteriormente specificate e dettagliate le norme con le quali si reggerà e funzionerà questa Pontificia Commissione.
Quanto stabilito da noi in questa lettera “Motu Proprio” comandiamo essere tutto confermato e ratificato, senza che nulla osti in contrario.
Dato a Roma, presso San Pietro, il giorno 18 del mese di giugno dell’anno 1988, decimo del nostro Pontificato.
GIOVANNNI PAOLO II
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