DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI VESCOVI DEL GHANA IN VISITA
"AD LIMINA APOSTOLORUM"
12 novembre 1981
Cari fratelli in Cristo!
1. Sono trascorsi diciotto mesi da quando ci siamo trovati insieme in terra ghananese ed abbiamo celebrato il centenario della nascita della Chiesa nella vostra terra. Sono stati giorni di gioia per noi poiché abbiamo percepito lo Spirito Santo in mezzo a noi. In particolare, nella Cattedrale di Accra, dedicata allo Spirito Santo, abbiamo evocato la sua presenza e la sua missione nella Chiesa.
Ed oggi siamo ancora una volta vivamente consci della sua presenza e ci rallegriamo nel celebrare la sua azione nella Chiesa. Lodiamo lo Spirito Santo per averci riuniti insieme in comunione ecclesiale come ministri di Cristo, Vescovi della sua Chiesa, uomini a cui è stato dato il potere di comunicare, mediante la parola e il Sacramento, il vivificante messaggio della morte e della Risurrezione di Gesù Cristo.
2. Lo scopo della mia visita in Ghana è stato quello di proclamare insieme a voi Gesù Cristo e il suo Vangelo. La mia speranza è stata quella di dare, per grazia di Dio, un nuovo impeto all’evangelizzazione e di confermare voi nella vostra missione di Pastori del gregge. Il nostro ritrovarci qui a Roma ha lo stesso scopo. Insieme noi dedichiamo nuovamente noi stessi alla causa del Vangelo nella fedeltà a Cristo che ci ha affidato il compito di diffondere tutto ciò che Egli ci ha comandato (cf. Mt 28,20). Ci siamo uniti in preghiera con Maria, chiedendo l’effusione dello Spirito Santo, in modo da perpetuare l’opera stessa redentiva di Cristo. Mediante la parola di Dio e nella potenza dello Spirito Santo, noi intendiamo continuare a costruire la comunità dei fedeli, incoraggiandoli a dare testimonianza a Cristo mediante la loro vita e a compiere la loro missione di servizio fraterno nel mondo.
3. Attraverso il contatto personale che ho avuto il privilegio di avere con la Chiesa del vostro Paese e attraverso i vostri stessi rapporti, so che gli ostacoli all’evangelizzazione e alla catechesi sono molti. Ma noi crediamo e siamo profondamente convinti della potenza della grazia di Cristo in tutte le zone di vita cristiana – anche in quelle dove si riscontrano maggiori difficoltà.
Dal tempo della mia visita pastorale nel Ghana, la Chiesa tutta si è adoperata e ha pregato per il successo del Sinodo dei Vescovi sulla famiglia nel mondo moderno. Entro breve tempo desidero pubblicare un documento che porrà le osservazioni elaborate da quella Assemblea al servizio pastorale di tutti i Vescovi della Chiesa, così che essi possano assistere le famiglie cristiane in modo sempre più adeguato.
Spero che questo documento possa essere di aiuto a voi, Vescovi del Ghana, nella vostra ardua missione di proclamare e sostenere il disegno di Dio per il vostro popolo, quale è stato confermato da Cristo suo Figlio.
4. Siate certi che vi sono vicino nell’aiuto fraterno che voi siete chiamati a dare ai vostri sacerdoti, così come nell’incoraggiamento che dovete offrire ai religiosi. Confido che voi continuerete, con l’aiuto di Dio e con la collaborazione di tutti i settori delle vostre Chiese locali, a sostenere quelle grandi cause apostoliche che con ardore mi sono sforzato di promuovere, insieme con voi, durante la mia visita. Penso in particolare alla cura delle vocazioni ecclesiastiche, all’apostolato dei laici, al ruolo dei catechisti ed al costante radicamento del messaggio evangelico nella vita del Popolo di Dio. Tra tutte le responsabilità che incombono su di noi nel nostro sacro ministero, confidiamo sempre fermamente in Colui “che in tutto ha potere di fare molto di più di quanto possiamo domandare o pensare, secondo la potenza che già opera in noi” (Ef 3,20).
5. Oltre a tutte queste ed altre pressanti sollecitudini del nostro ministero, oltre alle discussioni collegiali ed ai piani pastorali nei quali siamo chiamati ad impegnarci, oltre ai singoli problemi pastorali che interessano le nostre Chiese locali e la Chiesa universale in generale, c’è ancora un’altra questione. Si tratta del nostro amore personale a Gesù Cristo e la nostra fedeltà alle indicazioni del suo Spirito Santo.
Si tratta della nostra somiglianza a Cristo, Sacerdote e Vittima; in altre parole, si tratta della nostra personale santificazione. Non dimentichiamo le parole di san Paolo; esse possono applicarsi direttamente a noi: a Perché questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione” (1Ts 4,3). Nel piano di Dio, la santità è essenziale per ogni effettivo servizio autorevole nella Chiesa; è alla base di ogni genuina sollecitudine pastorale e attività collegiale. Sì, la santità ha una grande priorità nella nostra vita.
Permettetemi di ricordare le parole che ho rivolto a tutti voi quel giorno a Kumasi: “...Come Vescovi, invitiamo senza posa il nostro popolo alla conversione della vita, e col nostro esempio indichiamo ad esso la via... Come Vescovi, noi siamo chiamati a fornire una salda testimonianza a Cristo, Sommo Sacerdote e Pontefice di salvezza, diventando segni di santità nella sua Chiesa. Un discorso difficile? Sì, fratelli. Ma questa è la nostra vocazione, e lo Spirito Santo è sopra di noi.
Inoltre la fecondità del nostro ministero pastorale dipende dalla nostra santità di vita. Non abbiamo paura. perché la Madre di Gesù è con noi, oggi e sempre. E noi siamo forti per i meriti della sua preghiera e sicuri perché affidati alle sue cure (9 maggio 1980).
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