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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALL'ASSOCIAZIONE ITALIANA ASCOLTATORI
RADIO TELESPETTATORI

Sabato, 17 aprile 1982

 

Cari fratelli e sorelle!

1. Sono lieto di darvi il benvenuto e di salutare in voi i Dirigenti e gli aderenti all’Associazione Italiana Ascoltatori Radio Telespettatori, che provenite dalle varie Regioni d’Italia. Siete convenuti a Roma per un Congresso nazionale incentrato sul tema: “Programmazione ed ascolto radiotelevisivo, una questione sociale”, che è stato trattato dall’Arcivescovo di Ravenna, Monsignor Ersilio Tonini. Vi esprimo subito il mio compiacimento per questa vostra iniziativa, come, in generale, per la vostra attività, alla quale auguro esiti sempre più proficui per il bene degli individui e della società.

2. L’articolo primo dello Statuto della vostra Associazione afferma che essa è costituita “per la rappresentanza e la tutela degli interessi morali e materiali dei radioascoltatori e telespettatori” e per “contribuire, nel campo radiotelevisivo, allo sviluppo dei valori di libertà e di giustizia, all’affermazione della persona umana e dei diritti della famiglia, della scuola o del mondo del lavoro nel quadro dei principi della Costituzione repubblicana”. Mi pare, perciò, che la natura dell’Associazione e le sue finalità siano nobilissime, e questo per vari motivi. Innanzitutto, voi siete espressione spontanea di esigenze popolari, che salgono dal basso, e non emanazione di strutture statali o di vertice; e ciò vi conferisce la necessaria componente di libertà e di autonomia, che tanto più può e deve rispecchiare le richieste e le reazioni dei Cittadini. In secondo luogo, gli scopi enunciati coincidono essenzialmente con valori, nei quali i cristiani ritrovano se stessi ed i fondamentali orientamenti evangelici. Il fatto che l’Associazione sia stata promossa, circa vent’anni fa, dall’Azione Cattolica Italiana la colloca fin dalle sue origini, e perciò fin nelle sue radici costitutive, nel grande ambito degli impegni del cristiano nei confronti delle realtà terrene, cioè della loro promozione e insieme della loro critica costruttiva.

3. Come ho scritto nella esortazione apostolica Familiaris Consortio, i mezzi di comunicazione sociale “possono esercitare un benefico influsso sulla vita e sui costumi della famiglia e sulla educazione dei figli, ma al tempo stesso nascondono anche insidie e pericoli non trascurabili” (Giovanni Paolo II, Familiaris Consortio, 76); pertanto, “i genitori devono farsi parte attiva nell’uso moderato, critico, vigile e prudente di essi... Con eguale impegno i genitori cercheranno di influire sulla scelta e preparazione dei programmi stessi, mantenendosi in contatto – con opportune iniziative – con i responsabili dei vari momenti della produzione e della trasmissione” (Ivi). Queste parole, come si vede, ribadiscono le stesse finalità della vostra Associazione, considerandole soprattutto dal punto di vista della famiglia. Infatti, se le trasmissioni radio-televisive non costituiscono un momento favorevole per la crescita dell’individuo e soprattutto dell’ambito familiare, perdono la loro validità e perciò la loro ragion d’essere. E parlando di crescita, non intendo solamente quella religiosa, ma anche ed in particolare quella semplicemente umana e culturale, nella persuasione che ciò che è autenticamente umano è già implicitamente cristiano.

4. È davvero necessario, perciò, formare utenti più “cristiani”, nel senso più positivo del termine, cioè con la capacità di soppesare, valutare e giudicare ciò che viene offerto dalla radio e dalla televisione secondo il metro della propria maturità spirituale. Ma allora, la cosa più importante è appunto la formazione interiore degli utenti, la loro piena responsabilizzazione, tale da porli di fronte a questi mezzi di comunicazione sociale in atteggiamento non meramente passivo e ricettivo, bensì dinamico e reattivo, in modo che l’uomo sia superiore e condizionatore del mezzo tecnico, non viceversa. A questo proposito, ritengo molto utile il vostro suggerimento circa l’istituzione di corsi di formazione dei radio e teleutenti, sia da parte delle pubbliche autorità sia da parte di privati, e ciò a partire già dall’età scolare fino ad una educazione permanente degli adulti, in modo da creare una vera “professionalità dell’ascolto”.

5. Cari fratelli e sorelle, abbiate il mio vivo incoraggiamento per quanto riguarda l’espletamento del vostro impegno, che è di alto valore sociale ed anche ecclesiale. Voi contribuite ad una retta impostazione del processo formativo della persona umana e, se affrontate questo compito con spirito cristiano, certamente siete benemeriti anche nei confronti della Chiesa.

Sappiate, dunque, che il Papa è con voi e che vi ricorda al Signore, affinché abbiate la luce e la forza necessarie alla vostra Associazione.

Formo, pertanto, i voti più sentiti per la maggiore fecondità operativa della medesima, e in pegno di essi sono lieto di impartirvi una particolare benedizione apostolica, che amo estendere a quanti vi sono cari. 

                                                       



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