DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI DIRIGENTI E AGLI IMPIEGATI
DELLA SOCIETÀ "FRATELLI AVERNA"
8 gennaio 1982
Cari fratelli e sorelle!
Sono lieto di accogliere quest’oggi voi, dirigenti, impiegati ed agenti commerciali dell’Azienda “Fratelli Averna” di Caltanissetta convenuti a Roma.
1. Vi saluto tutti e vi esprimo la mia gratitudine per questa vostra visita che, oltre ad evocare nel mio animo le bellezze naturali, le vicende storiche e le tradizioni religiose della vostra terra siciliana, attira la mia attenzione sul significato spirituale e sociale che una impresa produttrice, come la vostra e come tutte le altre, oggi riveste.
Mi compiaccio che alla vostra comune attività sia stato impresso un timbro spirituale, che auspico possa costituire per voi non soltanto motivo di legittimo orgoglio ma, in pari tempo, stimolo per ulteriori sviluppi sia industriali, sia spirituali tali da garantire alla azienda non solo una prosperità economica, ma anche e soprattutto uno spirito proprio di una comunità cristiana del lavoro.
2. Mentre vi esorto a continuare su questa linea, a realizzarla sempre più e sempre meglio, ispirandovi ai principi della dottrina sociale della Chiesa, vi raccomando di fare ogni sforzo per acquisire sempre più chiaramente una coscienza netta delle vostre responsabilità nei rapporti aziendali e delle esigenze spirituali, che vi derivano dal fatto di appartenere a Cristo e alla Chiesa. A questo proposito, ripeto quanto già ho detto nella Lettera enciclica Laborem Exercens: “Se la Chiesa considera come suo dovere pronunciarsi a proposito del lavoro dal punto di vista del suo valore umano e dell’ordine morale, in cui esso rientra, in ciò ravvisando un suo compito importante nel servizio che rende all’intero messaggio evangelico, contemporaneamente essa vede un suo dovere particolare nella formazione di una spiritualità del lavoro, tale da aiutare tutti gli uomini ad avvicinarsi per il suo tramite a Dio, Creatore e Redentore, a partecipare ai suoi piani salvifici nei riguardi dell’uomo e del mondo e ad approfondire nella loro vita l’amicizia con Cristo” (Giovanni Paolo II, Laborem exercens, 24).
3. Carissimi fratelli, è questo il mio auspicio anche per voi tutti in questo tempo di Natale, in cui avrete certamente sentito un palpito di tenerezza verso il divin Salvatore, venuto a condividere, con la natura umana, anche la condizione di lavoratore tra i lavoratori.
Mentre formo voti che la vostra Azienda possa sempre più essere caratterizzata dal progresso e dal lavoro nella luce cristiana, volentieri imparto a voi e ai vostri cari la propiziatrice benedizione apostolica.
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