DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PADRI ROGAZIONISTI E ALLE SUORE FIGLIE DEL DIVINO ZELO
NEL I CENTENARIO DELL'ISTITUZIONE DELLE «OPERE DI CARITÀ»
Sabato, 23 aprile 1983
Carissimi fratelli e sorelle!
1. Vi ringrazio vivamente per questa vostra visita così significativa ed affettuosa, ed esprimo la mia gratitudine al Padre Gaetano Ciranni, Superiore generale della Congregazione dei Padri Rogazionisti, per le cortesi parole, con le quali si è fatto interprete dei comuni sentimenti in questo incontro, che segna una tappa importante per le vostre Congregazioni dei Padri Rogazionisti e delle Suore Figlie del Divino Zelo. Ricorre infatti quest’anno il primo Centenario della istituzione delle “Opere di Carità” volute dal vostro venerato Fondatore, il Servo di Dio Padre Annibale Maria Di Francia. Egli si consacrò al servizio della Chiesa in due specifici campi: quello della preghiera per ottenere dal Signore sante vocazioni sacerdotali e religiose, secondo l’esortazione del Maestro: “Rogate ergo”, e quello dell’educazione e assistenza dei bambini e dei giovani particolarmente bisognosi di aiuto.
Con sincera gioia nel cuore e con gratitudine al Signore per quanto rappresentate e fate nella Chiesa, saluto quanti siete qui convenuti tanto numerosi: i sacerdoti, i religiosi, le suore, i ragazzi e alunni degli Istituti educativi, i seminaristi, gli ex allievi ed ex allieve, gli iscritti all’alleanza sacerdotale rogazionista e ai Cenacoli vocazionali, i membri dell’Istituto secolare, i rappresentanti delle Stazioni missionarie e delle parrocchie affidate ai vostri Istituti e, infine, gli amici ed estimatori, che appoggiano le vostre opere.
A tutti apro il mio cuore, augurando con le parole dell’Apostolo Paolo: “grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo (1 Cor 1, 3).
2. Questo incontro avviene alla vigilia della XX Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Non si poteva scegliere una data più significativa per voi, che appartenete alla grande famiglia rogazionista e che fate quindi della promozione vocazionale il segno distintivo delle specifiche iniziative, nate dal carisma del vostro Fondatore, il quale dedicò tutto se stesso a tale nobile causa, da lui chiamata la “propagazione della santa Rogazione evangelica”. Sono certo che domani, domenica del Buon Pastore, voi, ispirati dalla esemplare testimonianza del Fondatore, non mancherete di animare le vostre comunità e di sensibilizzarle al grave problema delle vocazioni, che è al centro delle attenzioni e preoccupazioni della Chiesa, e di unirvi, in modo speciale, alla mia preghiera: “perché il Signore mandi operai nella sua messe” (Mt 9, 37). Come voi ben sapete, oggi la messe è molta, la Chiesa cioè è in continua espansione: cresce e si dilata sotto ogni cielo; ma gli operai sono pochi: pochi non solo di fronte alle accresciute necessità della cura pastorale, urgentemente reclamate dal fenomeno sempre crescente dell’urbanesimo; ma anche, e direi soprattutto, di fronte alle profonde esigenze del mondo moderno; il quale, contrariamente a quanto potrebbe apparire superficialmente, è desideroso ed assetato della Parola di Dio che salva, illumina e dà sicurezza . . .
Il problema del numero sufficiente dei sacerdoti tocca da vicino la Chiesa, perché da esso dipende l’avvenire religioso della società cristiana. Esso poi è un indice eloquente della vitalità della fede e dell’amore operante nelle singole comunità religiose, parrocchiali e diocesane.
3. Ma lo scopo della vostra venuta a Roma è anche quello di acquistare l’Indulgenza giubilare nella ricorrenza del 1950° anniversario della Redenzione, la quale, come già ho detto in altra occasione, “deve portare tutti i cristiani alla riscoperta del mistero d’amore . . . e a un approfondimento delle ricchezze nascoste nei secoli in Cristo, nella “fornace ardente” del Mistero pasquale” (cf. Giovanni Paolo II, Allocutio ad Patres Cardinales et Romanae Curiae Sodales habita, 23 dicembre 1982: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, V/3 [1982] 1671 ss.).
Carissimi, profittate di questo pellegrinaggio per accogliere con sincerità di spirito e con umile disposizione quelle grazie necessarie per compiere una verifica della vostra situazione personale e, se occorre, una rettifica. Guardate nel profondo del vostro cuore per dare a Dio il posto che gli compete nella vostra vita e per vedere se non ci siano offese da dimenticare, o relazioni pacifiche da far rinascere mediante una conversazione caritatevole. Sappiate “vincere il male col bene” (Rm 12, 21), creando intorno a voi un’atmosfera di bontà, di generosità e di fiducia e vedendo negli altri, non stranieri, ma fratelli da comprendere, da rispettare e da amare.
È questo il messaggio e l’invito che vengono a voi dal centenario della vostra fondazione, in questo Anno Giubilare della Redenzione. Viveteli così: e sperimenterete nel vostro animo la gioia di essere cristiani autentici, redenti e riconciliati nel sangue dell’Agnello immacolato, e troverete quella pace che lui solo sa e può dare.
Siate portatori dell’annuncio vocazionale, di questo “santo ideale” come lo chiamava il vostro Fondatore, alla luce della Redenzione riconciliatrice, e il Signore non mancherà di esaudire le vostre domande.
Di cuore invoco su voi e sui vostri propositi il conforto di Nostro Signore Buon Pastore e volentieri vi imparto la mia benedizione apostolica.
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