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INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON CAVALIERI E DAME DELL’ORDINE EQUESTRE
DEL SANTO SEPOLCRO

Sabato, 10 dicembre 1983

 

1. Sono lieto di potermi incontrare, oggi, con voi, Cavalieri e Dame dell’Ordine equestre del Sacro Sepolcro, convenuti in rappresentanza delle Luogotenenze dell’Italia centrale e settentrionale. Mentre godete della grazia straordinaria del Giubileo, non avete voluto che vi mancasse la parola del Papa e la sua benedizione.

Voglio innanzitutto ringraziarvi per questo gesto. Nelle espressioni del vostro Luogotenente, ho colto tutta la consapevolezza con cui intendete rispondere alla vostra vocazione specifica. La vostra missione è grande; pur potendosi richiamare ad origini che si pongono tanto indietro nel tempo, essa conserva tutta la sua attualità e provvidenziale funzione nella nostra società, così evoluta e insieme così povera e minacciata.

All’interno della famiglia, sul lavoro e dovunque il Signore vi chiama, voi intendete essere - con il vostro stile caratteristico - testimoni del Cristo, nella pratica coraggiosa e quotidiana della vita cristiana e nella fedeltà al Sommo Pontefice e alle direttive della Chiesa. Molto opportunamente il vostro interprete ha ricordato il monito che san Paolo rivolgeva al discepolo Timoteo perché fosse buon soldato di Cristo Gesù e assumesse anche lui la sua parte di sofferenza: è monito che, divenuto per ciascuno di voi espresso impegno di vita nella Confermazione, chiede di essere tradotto in opere concrete a difesa e propagazione della fede.

2. Tra queste opere c’è al primo posto l’assistenza alla Chiesa cattolica in Terra Santa. Non è senza commozione che il pensiero corre a quella terra che ha visto nascere il Figlio di Dio e nella quale egli ha consumato il suo sacrificio redentore. È una terra che, al dire del mio predecessore Paolo VI, “è divenuta il patrimonio spirituale dei cristiani di tutto il mondo”; è una terra, per altro, dove la comunità dei credenti in Cristo vive e opera in condizioni umane, morali e spirituali notoriamente difficili. Voi avete, come specifica missione, il compito di recare ad essa aiuto, offrendo un contributo effettivo affinché le opere e le istituzioni culturali, caritative e sociali della Chiesa cattolica in Terra Santa possano sopravvivere e possibilmente consolidarsi.

In questa linea, degna di rilievo sembra l’iniziativa con la quale avete inviato a quei nostri fratelli abbondante materiale audiovisivo per l’insegnamento del catechismo, e inoltre avete voluto loro destinare un contributo straordinario per la stampa dei testi catechistici in lingua araba.

Nel proseguimento di tale necessaria e provvidenziale sollecitudine, intendo esservi vicino con la mia parola di incoraggiamento. Ancora con san Paolo vi dico: “Non stancatevi di fare il bene” (2 Ts 3, 13). Io conto molto sulla vostra presenza, sulla dedizione generosa e completamente disinteressata a così nobile causa, sull’entusiasmo che vi viene dal servire la Chiesa, provvedendo alle necessità più urgenti di una eletta porzione di suoi figli.

In tale testimonianza cristiana e in così valida attività caritativa desidero che continuiate a distinguervi, e prego perché il Signore vi sostenga e il suo Spirito vi illumini nelle scelte di ogni giorno.

Così, mentre vi auguro costanza e successo nella vostra opera apostolica, vi imparto di cuore la mia benedizione apostolica.

 

© Copyright 1983 - Libreria Editrice Vaticana

 



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