PELLEGRINAGGIO APOSTOLICO IN POLONIA
(16-23 GIUGNO 1983)
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI SEMINARISTI NELL'ARCIVESCOVADO DI CRACOVIA
Cracovia (Polonia) - Giovedì, 23 giugno 1983
Voglio ringraziare di cuore per questo incontro all’altare, continuazione di numerosi altri incontri, avvenuti in vari periodi e momenti della nostra vita, quando risiedevo a Cracovia. Questi incontri si legavano alla mia vocazione di sacerdote, prima, di Vescovo poi; nonché alla vostra vocazione, che avete accolto e intrapreso seguendo Cristo, così come egli chiamava ognuno di voi. Lo ringrazio per quella che è stata la sua grazia nel nostro comune cammino e per tutto ciò che è e sarà ancora la sua grazia nelle vostre strade. Contemporaneamente presente a Cristo, mediante sua Madre, tutte le questioni che porta con sé la vita, spesso difficili, così come ho sempre fatto e ricordandovi ogni giorno nella mia preghiera. E ringrazio anche voi della stessa cosa. Passando dal mio ambiente ad altri, desidero ancora rivolgere qualche parola ai miei compagni di ginnasio, venuti per partecipare a questo Santissimo Sacrificio.
Quest’anno ricorre il 45° anniversario del nostro esame di maturità. Dunque, questo è anche un breve ma molto caloroso convegno di vecchi studenti, un incontro davanti all’altare. Miei cari amici, Dio benedica voi, le vostre famiglie e il vostro lavoro sulle strade della vostra vita. Voglio anche ricordare i miei amici sacerdoti, dei tempi di Cracovia, e soprattutto alcuni di loro (perché ce ne sono solo alcuni), quelli ordinati da me esattamente 25 anni fa. C’è tra di loro padre Stanislaw a voi ben noto. E, questo, per quanto riguarda la composizione dei piccoli gruppi delle persone presenti a questo incontro. Spero che Cristo sia sceso tra di noi con la grazia della sua Eucaristia, che ci abbia uniti di nuovo, che ci abbia conformati con lo spirito che somministra a coloro che lo cercano.
Voglio anche impartire la benedizione a tutti i presenti, ed estenderla contemporaneamente a tutti coloro che non hanno potuto partecipare a quest’incontro, pur essendo legati agli ambienti da me menzionati, partecipando con il cuore. Ringrazio molto i due Cardinali che hanno concelebrato insieme con me. Li prego di impartire con me la benedizione finale.
Permettetemi di rivolgere un’ultima parola ai nostri morti sia dell’ambiente, sia del gruppo dei miei compagni di ginnasio. Li affidiamo alla Divina Misericordia, fiduciosi che le loro anime nella vita eterna trovino Cristo.
Dopo la benedizione, si è incontrato con un gruppo di seminaristi:
Sono molto contento di questo invito. Mi presenterò al Rettore; ho saputo che adesso, in giugno, si fanno le domande d’ammissione. Non so se mi rifiuterà per via dell’età, ma ci proverò. In ogni caso vi ringrazio per la vostra indulgenza, perché capisco che dovrei essere io a venire da voi; da voi, cioè dove? A Podzamcze o in via del Manifesto. Mi dicono che siete molti e non so se tutti riuscite a trovar posto negli edifici che hanno sempre ospitato i seminaristi di Cracovia. Mi sa che dormite su letti a quattro piani. È così . . .
Miei cari, dovete ricordarvi di ciò che ho detto ai sacerdoti di Cracovia: che continuo a sentirmi il sacerdote dell’arcidiocesi di Cracovia, poiché questa è la verità. Sacerdote sono lì dove lo sono diventato: nell’arcidiocesi di Cracovia, nella Chiesa di Cracovia. Sono stato ordinato sacerdote nella Chiesa di Cracovia per il fatto che ho terminato il seminario a Cracovia, dunque appartengo a questo seminario e ho diritto su di voi e voi su di me, nel senso che il seminario di Cracovia mi ha preparato al sacerdozio. È una grande cosa preparare l’uomo al sacerdozio. Il periodo in cui ciò è avvenuto è stato particolare, eccezionale. Ho fatto un seminario molto strano, e se qualcuno mi chiedesse se ho fatto sei anni di seminario, dovrei riflettere molto: quali anni? Comunque, il seminario è la preparazione al sacerdozio e io sono stato preparato al sacerdozio del seminario di Cracovia a cui sono molto grato.
Vi auguro che questo seminario, che come tutta la chiesa di Cracovia ha antiche tradizioni, vi prepari bene al sacerdozio, affinché troviate la vostra strada, affinché in essa vi confermiate, ed entriate, perché il seminario è l’entrata in questa strada, è l’“entrata”, è già sacerdozio.
Desidero benedirvi di cuore e vi sarò sempre molto grato, se pregherete per me, e se capiterete a Roma, venite a trovarmi. Ve ne sarò molto grato.
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