VISITA PASTORALE IN LOMBARDIA
INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON LA POPOLAZIONE DI SEREGNO
Sabato, 21 maggio 1983
Carissimi fratelli e sorelle di Seregno!
1. Vi ringrazio vivamente per la calorosa e amabile accoglienza in questa ospitale città di Seregno, a cui sono legato da una lunga consuetudine di affettuosa amicizia. Ringrazio, in particolare, lo zelante Prevosto, Monsignor Luigi Gandini, il quale, insieme con i suoi confratelli sacerdoti, si è adoperato per rendere possibile questa significativa sosta, in questo mio pellegrinaggio a Milano per il Congresso Eucaristico Nazionale. Rivolgo altresì un deferente pensiero al signor Sindaco e al Consiglio comunale.
Come voi sapete, non è la prima volta che io metto piede in questa bella ed operosa cittadina della Brianza, ricca di fiorente vitalità e di gloriose tradizioni di civiltà e di fede cristiana. Il vincolo che mi lega ad essa risale al lontano 1963, quando, invitato dall’allora Prevosto, Monsignor Bernardo Citterio, venni a celebrare la Santa Messa nella splendida Collegiata di San Giuseppe, che poi, nel 1981, ho avuto la gioia di elevare al rango di Basilica Minore.
È dunque un ritorno questo che compio oggi; esso avviene anche in adempimento di una promessa da me fatta all’indomani della mia elezione alla Cattedra di Pietro: “Quando verrò a Milano, passerò da Seregno”. Ed ecco, oggi, la promessa si avvera, e io sono qui in mezzo a voi per esprimervi, ancora una volta, la mia benevolenza e il mio particolare attaccamento.
2. Questo incontro richiama alla mia mente tutto quanto ho potuto osservare ed ammirare nelle mie precedenti visite a questa Comunità cristiana veramente attiva ed intraprendente: lo spirito missionario, il senso della solidarietà ecclesiale, l’apertura ai problemi che assillano gli altri fratelli meno fortunati. Mi sono noti gli aiuti da voi offerti alle Missioni e alle Comunità che vivono in difficili condizioni sociali, e non dimentico il dono di tre armoniose campane da voi destinate alla chiesa di San Floriano, nella mia diletta arcidiocesi di Cracovia.
Ma questa vostra presenza, questa vibrante manifestazione di fede sono per me oggi un ulteriore segno della vitalità spirituale e sociale di questa terra e mi fanno ben sperare per il futuro.
Sono certo che voi saprete tenere sempre alto il prestigio, che vi deriva da questi nobili ideali, con una vita esemplare, modellata su quella del Cristo, Redentore dell’uomo.
L’Anno Giubilare della Redenzione sia anche per voi un’occasione propizia per dare un orientamento sempre più decisamente cristiano alla vostra vita, e per tenere sempre nella loro giusta prospettiva quei valori assoluti che possono, soli, dare un significato profondo e uno scopo meritorio alla vostra vita: l’amore di Dio senza alcun compromesso e l’amore generoso verso il prossimo. L’Anno Santo esige da tutti questo slancio nuovo, questo cuore nuovo e questo spirito nuovo, ma ciò è possibile soltanto se vi lascerete afferrare completamente dal Cristo (cf. Fil 3, 12) e riconciliare nel suo sangue (cf. Rm 5, 11).
So che vi siete già inseriti in questa corrente di rinascita spirituale: mi auguro che l’incontro col Papa sia stimolo e incoraggiamento a proseguire il cammino con perseverante impegno e con sempre maggiore consapevolezza delle esigenze del Vangelo, e insieme sia sorgente feconda di frutti per ciascuno di voi, come per l’intera Comunità ecclesiale, per le istituzioni e associazioni alle quali appartenete.
3. Scorgendo in mezzo a voi interi nuclei familiari, desidero aggiungere un particolare pensiero alle famiglie, e specialmente ai genitori di oggi e di domani, ricordando che il germogliare e lo sviluppo della fede nel cuore dei figli è dovuto in gran parte all’ambiente familiare, che dal Concilio è stato definito “piccola Chiesa” o “Chiesa domestica”. Occorre che nella vita familiare i momenti destinati alla promozione dei valori cristiani, all’approfondimento delle principali istanze del Vangelo e dei Sacramenti della fede siano opportunamente moltiplicati e resi alla portata di tutti i membri.
Voi genitori, dando la vita ai vostri figli, avete assunto con questo vostro gesto d’amore la responsabilità di rendere loro ragione del significato, del valore e della speranza che in quel dono sono inclusi: di rendere cioè ragione del dono mirabile della vita che si rinnova di generazione in generazione e che ha un futuro, se si realizza nella fede, nella riconoscenza e nella corrispondenza dell’amore di Dio, che è principio della vita. Di questo amore divino, voi genitori siete testimoni e ministri. Voi infatti non scegliete in vista di un proprio bene egoistico la vita dei figli, ma in virtù di un amore e di un comandamento più grande di voi, per il quale generare è un atto di fede e di speranza.
Solo a questa luce soprannaturale, si potrà edificare una famiglia, che sia segno trasparente del mistero di Dio che la suscita e la sostiene; e rivelazione di quella vita eterna che è al di sopra dell’uomo e al di là della caducità dei tempi e delle generazioni, ma che ha bisogno del tempo e delle generazioni per manifestarsi al mondo.
4. Carissimi Seregnesi! Vi ho detto queste cose perché so che potete e sapete metterle in pratica: conosco la vostra generosità e la vostra fede!
Vi aiutino in questo impegno l’intercessione di san Giuseppe, vostro celeste patrono, della santissima Vergine, sua Sposa, da voi venerata nella chiesa di Santa Valeria; da parte mia vi rinnovo la promessa di un costante ricordo nella preghiera e tutti vi benedico nel nome del Signore.
Prima di concludere ha aggiunto, riferendosi al concetto espresso in precedenza sulla forza della luce soprannaturale:
Direi anche che in questa luce soprannaturale si può capire e si può vivere questo tragico incidente della piccola Silvia di cui il vostro prevosto ha parlato introducendo la nostra assemblea di oggi. Mi sento profondamente commosso e specialmente vicino alla famiglia, ai genitori. Sono fatti non tanto rari in questo Paese. Soffrono i genitori, soffrono i bambini; ma, come dico, solamente nella luce soprannaturale si può vivere e si può sopportare tutto questo, pensando anche che tutti noi e ovunque siamo anche se ci troviamo in balia di mani umane talvolta nefaste siamo sempre nelle mani di Dio”.
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