DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI RAGAZZI DELL'AZIONE CATTOLICA ITALIANA
Sabato, 15 ottobre 1983
Cari ragazzi di Azione cattolica.
1. Oggi piazza San Pietro vi accoglie sorridente e quasi stupita nel vedere un’adunanza tanto numerosa di ragazzi provenienti da ogni parte d’Italia, festosi pellegrini che hanno accolto il dolce invito dell’Anno Santo della Redenzione. Invito di grazia, invito a vita nuova, invito di speranza!
Non siete, infatti, voi i più sensibili, i più liberi, i più pronti a balzare in piedi per raccogliere l’invito del Signore che chiama? Non siete voi, al pari di Samuele (cf. 1 Sam 3, 4-14), attenti a percepire la chiamata del Signore che irrompe nella notte e risveglia alla vita? Non siete voi gli eredi di quel fortunato gruppo di bambini che circondarono, un bel giorno, Gesù e ne furono affascinati e avvinti (cf. Mc 10, 13-16)? Orsù, dunque, venite che il Signore vi trasformerà il cuore, lo rinvigorirà, rendendovi così capaci di una novità di vita sempre più robusta.
2. Accompagnati dai vostri educatori, dai responsabili nazionali, e anche dal caro Assistente generale, Monsignor Fiorino Tagliaferri, voi rappresentate i trecentomila ragazzi italiani di Azione cattolica e anche tutti gli altri coetanei che avete interessato al “Mese del ciao” che segna l’inizio delle attività dei vostri gruppi. A conclusione di questo intenso periodo di preparazione, “vi siete dati appuntamento a Roma e avete scelto questo giorno per ricordare col Papa i cinque anni della sua elezione alla Cattedra di Pietro, avvenuta proprio come domani, 16 ottobre. Come dirvi grazie per questo squisito pensiero? Come dire grazie a voi e all’intera Associazione di Azione cattolica? Quanti motivi dunque giustificano e illuminano questa udienza e meriterebbero tutti la nostra attenzione!
Ma noi rifletteremo brevemente solo su alcuni di essi per poter meglio individuare e rafforzare le finalità apostoliche del vostro raduno.
3. “C’è un piano . . . che forte!”: questo è il vostro “slogan”! C’è un piano per il vostro raduno, per tutto l’anno associativo appena iniziato. Ma quale piano? Un piano di amicizia!
Amicizia con chi? Con Gesù e poi tra tutti i ragazzi dell’Azione cattolica e con tutti gli altri. Il vostro “Alleluia” canta così: “Fratello vieni insieme a noi / un mondo nuovo a costruire / Cristo Gesù con noi sarà / e il nostro cuore arderà”.
Ecco, cari ragazzi, siete in tanti, ma tutti insieme - il Papa con voi - saremo “una cosa sola”, come vuole Gesù. Per essere una cosa sola non serve essere tutti uguali, avere le stesse doti umane, la stessa ricchezza. Basta - come vi ha scritto il vostro responsabile nazionale - condividere la stessa fede in Gesù Cristo e lavorare tutti insieme con lui e per lui, ed essere tutti suoi discepoli.
Ora, Gesù, ha rivelato il piano di salvezza del Padre Celeste per l’umanità intera e per ciascuno di noi.
Mentre il vostro “piano di amicizia” vuol farvi incontrare con Gesù; Gesù vuol farvi incontrare, a sua volta, col Padre Celeste, col suo piano di salvezza.
Ecco allora che il vostro pellegrinaggio a Roma, che ha come motivo e meta l’Anno Santo Giubilare, diventa per voi e per tutta l’Azione cattolica ragazzi una tappa molto significativa di riflessione e di propositi. Alla scuola di Gesù, venuto al mondo per riconciliarci col Padre, e con la forza dello Spirito Santo, i ragazzi dell’Azione cattolica sapranno impegnarsi per realizzare il piano del Padre Celeste, che è piano di riconciliazione con lui e degli uomini tra loro.
4. Siate voi, ragazzi e ragazze dell’Azione cattolica, i primi a capire il “piano di Dio” su ognuno di voi e sull’intera storia umana. È essenziale rendersi conto di appartenere a un disegno supremo di Dio che ci ha creati e redenti per amore e vuole il nostro amore e quindi la nostra vera felicità per sempre. Ma per capire è necessario uno studio costante, appassionato; è necessaria un’applicazione gioiosa e costruttiva; è necessario un impegno umile nell’ascolto del Messaggio di Cristo e della Chiesa. Vi esorto pertanto allo studio della religione. Amate la vostra fede cristiana e amate anche l’intelligenza di essa. La nostra epoca di vasta cultura e sensibilità esige una preparazione religiosa più accurata e profonda.
5. Siate ancora voi, ragazzi e ragazze dell’Azione cattolica, i primi a vivere questo piano di amore e di salvezza nella vostra vita personale, familiare e sociale.
“Il piano di Dio” nella vostra vita consiste praticamente nella “vita di grazia” e cioè nell’amicizia con Dio, mediante l’appartenenza a Gesù. Qui veramente si vede se siete autentici ragazzi di Azione cattolica! Infatti, non è sufficiente conoscere la Verità, bisogna viverla! Il vostro impegno fondamentale deve essere vivere in “grazia”, vivere in amicizia con Dio, lottando contro il male e il Maligno, mediante la preghiera assidua e volenterosa, mediante la Confessione frequente e ben fatta, mediante l’Eucaristia intesa come incontro personale e dinamico con l’amico Gesù compagno nel cammino della nostra vita.
Dovete vivere in un’atmosfera spirituale pura ed elevata! In tal modo sarete in grado di essere anche impegnati nell’amicizia per gli altri e gusterete la gioia di essere cristiani, di essere ragazzi dell’Azione cattolica.
6. Infine, siate voi i primi a testimoniare con coraggio il “piano di Dio” nella storia di cui fate parte e di cui siete anche voi protagonisti. In mezzo alle miserie della società attuale, in mezzo alla sofferenza, all’incredulità, alla disperazione, dovete essere messaggeri di speranza con la vostra gioia, con la vostra innocenza, con il vostro aiuto! Il Papa vi affida questo grande e meraviglioso compito: dov’è il buio dell’errore e dell’incertezza, voi porterete la luce e la certezza della fede; dov’è la notte del peccato e dell’odio, voi porterete il calore della bontà e dell’amore.
Cari ragazzi, anche voi siete protagonisti della storia, anche se umili e sconosciuti! Siete grandi nel “piano di Dio”! Questa è la verità che vi dà forza, coraggio e dignità!
7. Il vostro “piano dell’amicizia” e il “piano di Dio” su di voi esigono dunque che siate apostoli e missionari, come ve lo hanno detto i vostri Vescovi, quando vi hanno scritto queste parole: “Anche voi, ragazzi, siete capaci di far conoscere Gesù. Non dovete aspettare i diventare adulti per essere suoi testimoni”.
Volete voi essere, già oggi, veri apostoli e missionari? Sono certo che non dimenticherete più questa consegna: a nome di Gesù, ve la fa il successore di Pietro, il pescatore, che volentieri vi chiama sulla barca a pescare con lui, a servizio di tanti ragazzi del mondo.
D’altra parte, questa è la vostra tradizione. Perché se il nome di “Azione cattolica ragazzi” è giovane, la formula associativa e apostolica - così come la volle il mio grande predecessore Pio XI - indicata da tale nome e da esso proposta, è una formula antica e sperimentata. Si compie, infatti, nel prossimo anno il sessantesimo anniversario della sua fondazione. Per l’Italia l’“Azione cattolica ragazzi” è stata un’autentica fucina di caratteri e di coscienze. Gli “aspiranti” e le “aspiranti” - questo è l’antico nome - hanno segnato una figura caratteristica, e tanti italiani, oggi adulti e responsabili, sono passati per quelle fila. Fu il tempo in cui - così disse Papa Paolo VI - “l’Azione cattolica diventò pedagogia” (Paolo VI, Allocutio ad Delegati Aspiranti Diocesani, 21 marzo 1964: Insegnamenti di Paolo VI, II [1964] 192).
Siate degni di tanta storia, di tanta tradizione; anzi lasciandovi sospingere da essa, dovete correre in avanti e fare ancor meglio, perché i tempi lo esigono.
Non siete soli. Con voi ci sono i vostri assistenti e i vostri educatori. Essi, ponendo mano alla materia incandescente delle vostre giovanissime vite, si propongono - come ha detto il Concilio Vaticano II - di “suscitare uomini e donne, non tanto raffinati intellettualmente, quanto di forte personalità com’è richiesto fortemente dal nostro tempo” (Gaudium et Spes, 31).
8. Carissimi ragazzi, vi ho detto tante cose; vi ho aperto il mio cuore: vi ho indicato grandi mete. Immaginate che all’uscita da questa piazza, oggi trasformata in un canto di giovinezza, vi sia richiesto di sottoscrivere uno ad uno gli impegni sopraindicati. Sì, il Papa sa di poter contare su di voi, giovanissima generazione impiantata nell’Anno Santo straordinario, 1950° dalla morte e dalla risurrezione di Gesù. Sa di poter e dover contare su di voi, uomini e donne del tempo nuovo, del nuovo Avvento, destinati a varcare i confini del nuovo millennio.
Gesù è con voi, la Vergine santissima nostra Madre è con voi, il Papa sarà sempre con voi e vi benedice di gran cuore!
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