DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AD UN GRUPPO DI PELLEGRINI FRANCESI
Martedì, 10 aprile 1984
Cari pellegrini.
Sono certo che i vostri occhi e, più ancora, i vostri spiriti e i vostri cuori sono profondamente permeati - e lo resteranno - dall’esperienza del vostro lungo cammino sulle tracce dell’apostolo Paolo. Voi avete del resto beneficiato di guide qualificate e vi siete profondamente commossi davanti alla prodigiosa opera apostolica di colui che si convertì sulla via di Damasco. Con tutti voi, la cui visita mi è molto gradita, sono lieto di congratularmi con il cardinale Garrone, i vostri diversi responsabili e “consulenti” per l’aiuto prezioso che vi hanno conferito in modo complementare.
In questo breve incontro - senza pretendere di fare la minima sintesi delle vostre scoperte - vorrei tuttavia sottolineare davanti a voi come la personalità, la dottrina e l’esempio di san Paolo costituiscono per i cristiani di oggi un notevole aiuto per la ricerca e la pratica dell’autentica libertà cristiana. Nella società antica, invasa dal paganesimo - ma molti avveduti osservatori parlano di neo-paganesimo dei nostri tempi - l’apostolo presenta la libertà cristiana come una liberazione dal peccato e da ciò che conduce al peccato, come un’esigenza di discernimento spirituale permanente e coraggioso, come una strada che può condurre alla verità, ma anche come un servizio della comunità religiosa e civile alla quale si appartiene e infine come un’offerta al Signore . . . che può giungere, come quella di san Paolo, fino al martirio. Chiedo a Cristo, “l’unico mediatore”, “il re dei secoli”, e chiedo all’apostolo Paolo di sostenervi sul cammino quotidiano di una testimonianza evangelica generosa, gioiosa, radiosa. Con la mia Benedizione Apostolica!
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