DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI AL CORSO DI TEOLOGIA
DELLA FAMIGLIA NELLA DIOCESI DI FANO
Lunedì, 9 luglio 1984
Carissimi!
Sono sinceramente lieto di potermi incontrare, pur per breve tempo, con voi, coniugi e fidanzati appartenenti alle diocesi di Fano, Fossombrone, Cagli e Pergola, che in questo periodo siete impegnati nel seguire un corso di teologia sulla famiglia.
Desidero anzitutto esprimere il mio vivo apprezzamento al vostro zelante pastore, monsignor Costanzo Micci, ideatore di questa provvida iniziativa diocesana, che ha posto sotto l’egida del “Pontificio istituto per la famiglia Giovanni Paolo II”. Il mio apprezzamento si rivolge anche a tutti i docenti, i quali hanno messo a disposizione del corso la loro preparazione culturale; si rivolge a voi, che avete sentito e sperimentato l’esigenza di un approfondimento serio circa la concezione cristiana del matrimonio e della famiglia, sia per realizzare nella vostra vita coniugale tale illuminante e ricca prospettiva di fede, sia per essere disponibili a lavorare, sotto le direttive del vescovo, nell’ambito delicato della pastorale familiare.
Voi ben sapete come una delle sollecitudini più sentite del mio ministero di sacerdote, di vescovo e ora di Pastore della Chiesa universale sia stata indirizzata proprio alla famiglia nella convinzione - fondata sulla parola di Dio - che il matrimonio e la famiglia fin dagli inizi della rivelazione e della storia della salvezza sono presenti come voluti da Dio fin dalla creazione (cf. Gen 1-2) e intrinsecamente ordinati a perfezionarsi in Cristo (cf. Ef 5).
Per questo il Sinodo dei vescovi, celebratosi a Roma nel settembre-ottobre 1980, ha trattato della famiglia cristiana come della prima comunità chiamata ad annunciare il Vangelo di Cristo alla persona e portarla alla piena maturità umana e cristiana. In seguito al citato Sinodo e sulla base delle proposte presentatemi dai padri sinodali, mi sono fatto interprete di fronte all’umanità della viva sollecitudine della Chiesa per l’istituto familiare, rivolgendo a tutti i membri della Chiesa cattolica l’esortazione apostolica Familiaris Consortio circa i compiti della famiglia cristiana nel mondo contemporaneo.
“Famiglia, diventa ciò che sei!”: queste parole ho rivolto idealmente a tutte e singole le famiglie del mondo, perché scoprano la loro identità, ma anche la loro missione nel disegno di Dio creatore e redentore.
Queste parole ripeto oggi a voi, carissimi fratelli e sorelle, perché impegnandovi a studiare e a riflettere sulla teologia della famiglia, possiate essere anche di valido aiuto nelle comunità diocesane per prestare la vostra opera di illuminazione, di consiglio, di orientamento, secondo le vostre individuali specializzazioni.
Se è vero che “il futuro del mondo e della Chiesa passa attraverso la famiglia” (Familiaris Consortio, 75), il vostro impegno e la vostra collaborazione in questo campo saranno certamente preziosi e meritori agli occhi di Dio, della chiesa e della stessa società civile.
Occorre pertanto un grande amore per la famiglia! “Amare la famiglia - dicevo nella citata esortazione apostolica - significa saperne stimare i valori e le possibilità, promuovendoli sempre. Amare la famiglia significa individuare i pericoli e i mali che la minacciano, per poterli superare. Amare la famiglia significa adoperarsi per crearle un ambiente che favorisca il suo sviluppo” (Familiaris Consortio, 86).
Questa consegna concreta ed esigente affido oggi anche a voi, mentre a conferma e a conforto dei vostri propositi invoco dal Signore l’abbondanza dei favori celesti e vi imparto di cuore la benedizione apostolica.
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