DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLA COMUNITÀ DEL PONTIFICIO COLLEGIO BEDA
Lunedì, 4 giugno 1984
Cari fratelli in Cristo.
È una grande gioia per me dare il benvenuto agli studenti e alla comunità del Pontificio Collegio Beda. Desidero salutare in modo particolare i neo-ordinati sacerdoti che stanno per lasciare Roma per assumere incarichi pastorali in patria. Dopo avere completato il vostro corso di studi e avere corrisposto ai requisiti della vostra formazione, fra poco voi servirete il popolo di Dio nell’esercizio del sacro ministero della Chiesa. Siete consapevoli che questo servizio implica sia una vocazione che una missione: voi siete stati chiamati per predicare nel nome di Cristo il suo Vangelo di amore, per pronunciare le sue parole di perdono, per celebrare la sua presenza in mezzo alla comunità ecclesiale.
All’inizio del vostro servizio sacerdotale, vi incoraggio a ricordare sempre le importanti lezioni che avete appreso durante questi anni a Roma. Proseguite nella crescita intellettuale. Per quanto occupata possa essere la vostra vita, voi dovete trascorrere parte di ogni giornata nello studio della parola di Dio e nella meditazione del suo significato. Non sarà sufficiente per voi leggere solamente la parola di Dio o parlare del suo significato, senza permettere alla sua potenza e a tutte le sue richieste di penetrare profondamente nel vostro essere. Ciò che fate, ciò che dite, ciò che siete, deve essere radicato in quella parola.
Voi siete qui oggi proprio perché siete stati aperti alla chiamata di Dio quando essa vi sfidò a lasciare tutto e a seguirlo. Non dovete mai stancarvi di ascoltare Dio che di nuovo vi parla e vi chiama a rispondere a sempre maggiori richieste nella costruzione della sua Chiesa. Ma questo richiede anche che vi siano regolari momenti di silenzio nella vostra vita e una quotidiana disciplina di preghiera. La chiamata al servizio sacerdotale è soprattutto una chiamata ad essere santi come Gesù stesso è santo.
Miei fratelli, siate colmi di gratitudine per le ricche benedizioni che il nostro Salvatore vi ha donato nella vostra vocazione, e per l’invito affascinante che egli vi offre nella partecipazione al suo sacerdozio. Impegnatevi in ciò che fate, non importa quanto piccolo o insignificante possa essere, per compiere ogni cosa con fedeltà e con amore. E che il dono di commiato di Cristo, la pace, sia la vostra grande consolazione e la vostra grande gioia.
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