DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AL COMITATO DI PRESIDENZA DEL
CONSIGLIO DEI COMUNI D'EUROPA
Sala del Trono - Sabato, 9 giugno 1984
Signor presidente,
signore, signori.
Sono particolarmente lieto di dare il benvenuto in questa casa a voi che costituite la presidenza del Consiglio dei comuni d’Europa e ne assicurate l’attività.
Tra i diversi progetti con i quali si ricerca attualmente un’unità più grande dell’Europa, i comuni costituiscono un terreno privilegiato e promettente. È al loro livello che i cittadini in primo luogo prendono coscienza del cammino verso l’unità e ne scoprono la possibilità concreta; è qui che essi possono aderire sinceramente a questo movimento e contribuirvi attivamente. Questo presuppone naturalmente che si favorisca la capacità d’iniziativa delle stesse collettività locali; e vale la pena perseguire l’obiettivo di cui si parla sovente: che una gestione vicina agli abitanti non sia resa vana dalla centralizzazione amministrativa e dalla eccessiva estensione delle dimensioni delle circoscrizioni.
Sono felice di apprendere che circa quarantamila città, comuni o circoscrizioni in undici Paesi d’Europa sono membri del vostro Consiglio. Questo costituisce già una rete apprezzabile di rapporti che rende possibili numerose iniziative volte all’incontro di persone di Paesi diversi al di là delle frontiere. È veramente desiderabile che gli uomini e le donne imparino a conoscersi; essi scoprono così e approfondiscono la reale comunità che esiste già tra loro, perché essi condividono le stesse aspirazioni, come il desiderio di una pace durevole nella libertà, ad esempio. Imparare a conoscersi permette di stabilire dei legami durevoli tra determinati comuni e conduce a rafforzare la fiducia tra i popoli per mezzo della stima, e a rinforzare la fiducia tra gli abitanti, può inoltre contribuire grandemente a limitare e risolvere i conflitti d’interesse che a volte sorgono tra gli Stati.
Voi potete essere certi che la Santa Sede segue con attenzione l’azione del Consiglio dei comuni europei, lo incoraggia e augura il suo successo. I vostri obiettivi incontrano, sotto molti aspetti, uno dei desideri più profondi della Chiesa: aiutare l’uomo a sviluppare le sue possibilità, a raggiungere la sua maturità personale al fine di integrarsi in una comunità più grande, con la piena coscienza dei suoi legami e delle sue responsabilità, per esercitarvi un ruolo attivo. Il personalismo cristiano, ispirato dalla nostra fede in Cristo, ideale e salvatore dell’uomo, può costituire un fondamento sicuro per i vostri sforzi in vista di un’unità europea rispettosa dei diritti dell’uomo.
Ringraziandovi di tutto cuore della vostra visita, vorrei fare i miei auguri anche ai vostri collaboratori e a tutti gli abitanti di comuni che voi qui rappresentate.
E prego Dio di benedirvi così come le vostre famiglie. Possa Dio donarci la sua pace!
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