DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI LAVORATORI DELLA CAMERA E DEL SENATO
DELLA REPUBBLICA ITALIANA
Sala Clementina - Sabato, 24 marzo 1984
Carissimi fratelli e sorelle!
1. Sono lieto per questa udienza, che mi dà la possibilità di incontrarmi con voi, funzionari, impiegati e personale ausiliario della Camera dei deputati e del Senato della repubblica italiana, che insieme con i vostri familiari avete voluto celebrare oggi solennemente il Giubileo della Redenzione.
Questo vostro gesto collettivo acquista un significato particolare per la vostra vita personale e per quella professionale: esso è fondamentalmente un atto di fede in Gesù Cristo, Messia, Signore, Figlio di Dio incarnato, e nella redenzione da lui operata con la sua morte e risurrezione!
Spero che questo Anno Giubilare, aperto esattamente un anno fa, sia stato anche per voi un tempo di grazia e di salvezza, un periodo di intensa unione con Cristo, nella riflessione della parola di Dio, nella recezione dei sacramenti, specialmente della Penitenza e dell’Eucaristia.
L’Anno Giubilare è un vero “tempo forte”, durante il quale il cristiano è chiamato a vivere interiormente l’invito alla riconciliazione con Dio padre nel Figlio, verbo fatto uomo. Come dice san Paolo: “Dio . . . ci ha riconciliati con sé mediante Cristo . . . È stato Dio a riconciliare a sé il mondo in Cristo”; e aggiunge anche per noi la pressante raccomandazione rivolta ai fedeli di Corinto: “Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio!” (2 Cor 5, 18-19).
Nel mondo contemporaneo si sente in maniera drammatica il bisogno della riconciliazione, condizione indispensabile per la stessa sopravvivenza dell’umanità: esigenza di riconciliazione tra i popoli e le nazioni, tra i cittadini e i ceti sociali, in seno alle famiglie, tra le persone che vivono e lavorano insieme, ma specialmente dell’uomo con se stesso, con la propria coscienza. Ma perché tutti questi tipi di riconciliazione possano realizzarsi è necessario anzitutto che ognuno si lasci riconciliare con il Padre celeste, che è il nostro creatore, redentore e giudice.
Bisogna pertanto che i cristiani si mettano “al servizio della riconciliazione”!
2. Quale può essere la vostra testimonianza cristiana a livello della vostra realtà professionale nella prospettiva dell’Anno Santo, la cui influenza spirituale deve continuare ad animare e a orientare la vostra vita?
Nelle strutture centrali degli Stati, alcuni compiti di grande responsabilità non sono affidati soltanto ai rappresentanti eletti dal popolo e alle forze politiche in cui essi si raggruppano, ma anche a coloro i quali, a diversi livelli di competenza, danno il proprio contributo per rendere possibile la vita e l’azione dei parlamenti.
Voi, che rappresentate le varie categorie del personale che collabora allo svolgersi delle funzioni del Parlamento italiano, abbiate sempre alto il senso della vostra missione professionale, che è chiamata a dare un apporto di cultura, di tecnica giuridica, di organizzazione amministrativa, al fine che l’attività politica trovi sempre qualificata e piena attuazione per il bene dello Stato e della società.
Abbiate sempre la chiara consapevolezza - e anche la legittima fierezza - di dover essere in ogni momento e in ogni circostanza al servizio del bene comune, mediante la vostra competenza, la vostra dedizione, la vostra imparzialità, il vostro senso del dovere!
Essere cristiani in tale ambito di lavoro significa realizzare, giorno dopo giorno, quella dimensione di “servizio”, esemplarmente vissuta da Cristo e da lui inculcata ai suoi seguaci (cf. Mt 20, 25-28; Mc 10, 42-45; Lc 22, 24-26); significa combattere in se stessi le suggestioni di ambizione o del potere o degli interessi di parte, così come i compromessi, che tradiscano e deludano le legittime attese e aspirazioni dei cittadini, per quanto concerne l’attuazione dei principi di giustizia e di concordia civile e sociale; significa ancora superare sterili antagonismi di gruppo o di ideologia, preconcette o strumentali divisioni, nella ricerca, costante e sincera, della collaborazione tra tutti gli uomini di buona volontà, e nell’impegno di una personale coerenza di vita con i genuini valori che provengono dall’insegnamento evangelico!
Che la celebrazione giubilare, alla quale avete partecipato con spirito di fede, faccia maturare abbondanti frutti spirituali in voi, nelle vostre famiglie, nel vostro ambiente di lavoro, di modo che la vostra testimonianza cristiana diventi uno stile di vita, motivo di rispetto e di imitazione da parte degli altri (cf. Mt 5, 16).
Con questi auspici, invoco dal Signore su di voi, sui vostri familiari e, in particolare, sui vostri bambini l’abbondanza dei doni celesti e vi imparto di gran cuore la Benedizione Apostolica.
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